I
ribelli in Siria armati segretamente dai paesi occidentali da tempo, in
questi giorni hanno ricevuto dall’Unione Europea la benedizione
ufficiale per poter ricevere armi alla luce del sole contro il governo
Siriano. I ministri degli Esteri europei hanno deciso lunedì sera 27
maggio a Bruxelles di cancellare l’embargo di armi verso la Siria, ma
chi sono questi ribelli? Sono persone che protestano contro Assad o la
maggior parte sono mercenari stranieri, mandati li a combattere per
rovesciare Assad?
Una
guerra civile un pò strana dove il numero di mercenari presenti tra i
ribelli ha una notevole consistenza. L’Unione Europea ritiene di
risolvere il conflitto in Siria vendendo armi ai ribelli? Non mi sembra
una soluzione adeguata, piuttosto una scelta che ancora una volta mette
davanti a tutto e tutti il profitto invece che le vite umane.
E’
giusto ricordare e non mi stancherò mai di farlo a questi politici
europei che ogni giorno muoiono decine di bambini siriani, e loro invece
di trovare una soluzione diplomatica, o mandare i caschi blu dell’ONU
per cercare di mettere la pace, preferiscono vendere le armi, inasprire
il conflitto e quindi aumentare la morte di civili e soprattutto
bambini.
Lo
ha detto la leader dell’UNHCR, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni
Unite, Navi Pillay, a Ginevra per le sessioni del Consiglio per i
diritti umani. In 26 mesi di conflitto, oltre 94 mila morti e più di 1,5
milioni di sfollati. “Il regime usa una forza indiscriminata e
sproporzionata”, ma i gruppi ribelli non sono da meno: ”violano diritti
con esecuzioni sommarie e abusi sulle donne”.
In
ogni caso i ribelli non fanno solo esecuzioni sommarie e abusi sulle
donne, ma torturano i soldati siriani e applicano il cannibalismo
mangiandone i cadaveri. Questo è quello che succede in Siria potete
guardare con i vostri occhi i video che mi hanno mandato e le foto del
cinereporter italiano Nino Fezza che ogni giorno rischia la vita per
raccontarci cosa succede in Siria. Attenzione, la nota contiene immagini
forti:
Le immagini contenute in queste note sono esplicite e raffigurano scene di guerra in Siria. E’ sconsigliata la visione ad un pubblico non adulto e facilmente impressionabile.
Questa
è la tanto famigerata Europa alla quale tutti noi cittadini europei
dobbiamo aspirare? Non solo l’Unione Europea sta gestendo male la crisi
economica europea, ma anche le relazioni con il resto del mondo.
L’Europa
si presenta come un agglomerato di stati guerrafondai che hanno come
unico scopo quello di interferire in altri stati al fine di avere grossi
profitti e appropriarsi delle materie prime, come hanno fatto in Libia e
in altri paesi.
L’allentamento
dell’embargo di rifornimenti di armi da parte dell’Unione europea,
voluto dalla Gran Bretagna e dalla Francia, che da tempo premevano in
tale direzione, conferma la difficoltà di una linea comune e condivisa
nell’Unione, come è già avvenuto nella vicenda libica. Alla fine hanno
deciso che ogni governo è libero di fare come vuole.
Il
governo austriaco aveva messo in guardia i propri partner europei
contro un’eventuale intenzione di fornire ai ribelli siriani materiali
d’armamento, ritenendo che tali forniture rappresentassero “una
violazione del diritto internazionale e delle leggi fondamentali
dell’Unione europea” oltre che “dei principi della Carta delle Nazioni
Unite in materia di non-intervento e uso della forza”. Speriamo che
almeno l’Italia non si sporchi le mani del sangue di tanti bambini
siriani, come hanno deciso di fare altri paesi europei. Riguardo gli
Stati Uniti D’America, mentre ufficialmente hanno rifiutato il
rifornimento di armi alle forze di opposizione ad Assad, anche per la
preoccupazione che tali armi finissero in mano alla componente
armata islamica radicale come Jabbat al-Nusra, affiliata ad al-Qaeda,
martedì 28 maggio, il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney ha
dichiarato ai giornalisti “Approviamo l’azione dell’UE” e Il portavoce
aggiunto del dipartimento di Stato, Patrick Ventrell, ha aggiunto che il
suo paese privilegiava fino ad oggi “un’assistenza non letale” di circa
250 milioni di dollari alla ribellione contro le forze del regime del
Presidente Bachar Al-Assad. I fatti sono ben altri invece come risulta
dalla mia inchiesta, ribelli siriani hanno già armi americane.
La
Russia, alleata di Damasco insieme alla Cina, ha criticato questa
decisione europea e ha confermato le consegne previste di sistemi
perfezionati S-300 russi al regime siriano. Il ministro degli Esteri
siriano contrario alla scelta intrapresa dalla comunità internazionale
ha dichiarato:
La decisione dell’Unione Europea costituisce un ostacolo agli sforzi internazionali per ottenere una soluzione politica alla crisi in Siria.
Accusa
ugualmente l’UE di sostenere e incoraggiare i terroristi procurando
loro armi violando la legge internazionale dell’ONU. L’esercito siriano
ha arrestato giorni fa tre agenti dei servizi segreti sauditi che erano
impegnati in attività terroristiche in Siria, mentre il 29 maggio
l’esercito siriano ha lanciato un attacco contro i miliziani stranieri
nella periferia della capitale Damasco.
Bene ora analizziamo i motivi di questa cosiddetta guerra civile…. Non si tratta di una guerra per i diritti, ma di un attacco verso un Paese sovrano, e molti media occidentali sostengono il contrario. Cosa può scatenare una guerra…. la parolina magica è GAS.
Leggiamo queste informazioni tratte da questo reportage sulla Siria:
In
questo scacchiere la Siria di oggi si trova al centro delle ambizioni
di giocatori senza scrupoli ed artefici di un infausto gioco al
massacro. Ciò dipende dal fatto che il Paese ha la “fortuna” di
possedere il più colossale giacimento di gas del mondo. Dunque, mentre
le ultime guerre furono fomentate per il petrolio, ora ha inizio un
nuovo sporco e spietato gioco, quello delle guerre per il gas:
principale fonte di energia (pulita) di questo secolo alternativa al
petrolio, nonché fonte energetica indispensabile per alimentare
le industrie di tutti i paesi.
Dopo la caduta dell’URSS, la Russia,
vista l’egemonia degli Usa sul mercato del petrolio (poi
concretizzatasi ancor più con le guerre in Kuwait, Iraq e Libia) decise
di investire in maniera massiccia sul gas: ovvero su produzione,
trasporto e commercializzazione su larga scala del combustibile
naturale.
Ad inaugurare questa nuova era fu Putin nel 1995, con la
strategia di Gazprom verso Azerbaigian, Turkmenistan, Iran e
Medio Oriente. Mosca avviò due strategie principali:
1) la prima
costituita dall’istituzione di un progetto russo- cinese (collaborazione
con Pechino) focalizzato sulla crescita economica del Blocco di
Shanghai;
2) la seconda per controllare le risorse del gas mediante i
progetti Nord Stream e South Stream: Il primo proteso a collegare la
Russia direttamente alla Germania attraverso il Mar Baltico; l’altro, il
progetto South Stream, orientato verso Mar Nero, Bulgaria, Italia
Meridionale, Ungheria e Austria. Ciò con l’intento di competere
e surclassare il Progetto antagonista, “Nabucco”. Progetto Usa –
supportato dall’Ue e dalla NATO – che puntava inizialmente solo sul gas
del Mar Nero e dell’Azerbaigian. Da qui l’avvio di una vera e propria
guerra tra i due storici schieramenti antagonisti (Usa e Russia), per il
controllo dell’Europa e del Medioriente, e di conseguenza il crescente
interesse della Commissione europea per l’annessione della Turchia
nell’Ue. Paese che, ricordiamo, ospita gli impianti di stoccaggio Usa di
Nabucco: mossa strategicamente fondamentale per la tutela degli
interessi Usa in Europa e per la tutela di Ankara, tagliata fuori dalla
torta del gas, ed esclusa dai due progetti filo-russi (South Stream e
Nord Stream) e danneggiata dai ritardi del progetto filo-Usa ”Nabucco”.
“Questo stato di cose, ha inciso ma non giustificato, come spiega
benissimo anche il professor Imad Shueibi sullo spostamento del
baricentro commerciale e militare di Usa e Nato sulla Siria di
Assad”. Nabucco è stato progettato da Washington al fine di convogliare
gas per 3.900 chilometri, dalla Turchia all’Austria, e trasportare 31
miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dal Medio Oriente, e
dalla regione
del Caspio, ai mercati europei. NATO, Usa e Francia hanno dunque
cercato di sbrigare velocemente le pratiche Siria e Libano: Paesi
mediorientali non proprio allineati e confacenti agli interessi
occidentali. Va ricordato, infatti, che la Siria ha firmato un contratto
per forniture di gas all’Iran attraverso l’Iraq. Ciò spiega il motivo
per il quale sul gas siriano e libanese oggi si concentri la battaglia
tra Nabucco e South Stream (Gazprom). Inizialmente, come detto,
l’ambizioso progetto statunitense doveva concentrarsi solo su
Asia centrale, Mar Nero e dintorni. Esso doveva competere con i due
progetti russi, ma oggi, a causa di problemi tecnici, è stato rinviato
al 2017, consentendo ai russi di acquisire un indubbio vantaggio sullo
scacchiere planetario del gas. Da qui, allora, la necessità per gli
Stati Uniti di assicurasi delle zone gasifere addizionali e di iniziare
all’indomani dei pretestuosi fatti dell’11 Settembre 2001, sui quali
restano pesantissime
ombre sulla stessa amministrazione Bush una guerra contro tutti quei
paesi ricchi di gas e funzionali a tal scopo. Il tutto, paradossalmente,
in nome dei diritti umani e della Democrazia.
Pertanto, gli ostacoli
ed i ritardi che il progetto ha sofferto per oltre un anno, spiegano
esaustivamente il grado di menzogne perpetrate ai danni dell’opinione
pubblica occidentale ed europea e dall’altro canto le
atrocità perpetrate ai danni di molti paesi mediorientali e delle loro
sventurate popolazioni. In questo fosco scenario, notevole rilievo ha
assunto anche il ruolo svolto dalla Francia: Nazione intenzionata a
giocare un ruolo da co-protagonista con gli Usa, anche nel mondo del
gas, dopo che (con i disordini provocati dalla “Primavera Araba”) la
nazione è tornata ad esercitare (militarmente ed economicamente) il suo
status quo, acquisendo una sorta di assicurazione che si estenderebbe
dalla Libia alla Siria, fino al Libano. E un domani forse all’Iran.
Diverso
è il discorso della Germania. Per capire è utile notare come il colosso
russo del gas, Gazprom, sia stato co-fondato dai tedeschi dopo la fine
della Seconda Guerra mondiale. Questo impegno tra la Russia e la
Germania ha avuto conseguenze anche di tipo demografico: infatti tre
milioni di russofoni oggi vivono in Germania, rappresentando la comunità
più grande dopo quella turca. Il progetto Nord Stream, il principale
collegamento tra la Russia e la Germania, è stato inaugurato di recente
con un oleodotto che è costato 4,7 miliardi di euro. Anche se questo
gasdotto collega Russia e Germania, è stato riconosciuto come parte
della sicurezza energetica europea: anche se invero, come detto,
il progetto Nord Stream è strutturalmente un piano di Mosca e non
europeo. Pertanto l’uso da parte della Russia delle sue vecchie
relazioni non è stato dannoso per la Germania, anzi! Ciò fa luce anche
su un altro lato oscuro: la Germania ritiene che la politica dell’Ue
sull’accollamento pro-quota del debito (sia pur fittizio ed illegale
com’è) dell’Eurozona potrebbe ostacolare gli investimenti russo-tedeschi
nel lungo periodo.
Ma questa
è un’altra storia. Tuttavia, il crescente numero di impianti di
stoccaggio di Gazprom in Austria sta andando a tutto vantaggio della
Germania, che opererà come snodo per l’esportazione del gas dalla
Russia all’Europa occidentale. Gazprom, pertanto, oggi è il primo
fornitore di gas dell’Europa, con una percentuale di fornitura pari al
41% del suo fabbisogno, ridimensionando il ruolo degli Usa e spiegandone
la sua politica bellica (travestita da missione umanitaria) in Medioriente. Un’espansione, quella Russa, che potrebbe toccare anche Cipro e che certamente non piace alla Turchia (anche per questo decisa a non ritirare le sue grinfie sull’isola-stato)”.
http://www.nocensura.com/2013/05/lunione-europea-da-il-via-libera-per.html#more
http://terrarealtime.blogspot.it/2013/05/lunione-europea-da-il-via-libera-per.html
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