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Differenti filoni di ricerca convergono verso risultati simili e
sovrapponibili. Gli studiosi che si sono incamminati nell’arduo riconoscimento delle origini del nostro genere (Homo Sapiens), in diverse discipline del pensiero, sono dovuti
giungere a conclusioni sicure e, guarda caso, contrarie ai protocolli accademici.
La visione antropocentrica darwiniana è ormai superata, così come il concetto fallace di selezione naturale che, come ha affermato Fred Hoyle:
‘Se il darwinismo non corrispondesse a un desiderio socio-politico e se non fosse indispensabile per la pace
interiore dei cittadini, le cose sarebbero ben diverse’.
Dovendo sintetizzare le conclusioni a cui sono giunti Hoyle,
Wilder-Smith e Ian Tattersal, dovremmo riconoscere che nell’evoluzione, non esistono stadi intermedi e che la comparsa dell’Homo Sapiens è stata improvvisa e misteriosa,
almeno per la scienza. Sul pianeta Terra
esistono organismi che non hanno subito alcuna trasformazione da
milioni di anni ed il concetto proprio di evoluzione e selezione viene
così a cadere o quantomeno ad essere notevolmente
ridotto.
Il grande filologo e linguista Giovanni Semerano, anche lui estromesso dagli empirei accademici, dimostrava nei
suoi scorrevolissimi scritti l’insussistenza dei cosiddetti popoli indoeuropei: l’ennesimo tentativo di introdurre il concetto di ‘fasi intermedie’ nel corso della nostra storia recente.
La comparsa del Sapiens irrompe nella scena mondiale poche decine di millenni
orsono ed i successivi frutti della 'sua' civiltà sono
improvvisi quanto sorprendenti. La venuta della coscienza e del pensiero
associativo simbolico ed astratto sono delle
peculiarità inspiegabili con le riflessioni accademiche ‘consolidate’.
Si giunge così inevitabilmente ad abbracciare le ‘teorie creazioniste’ avallando un
intervento esogeno nella genesi umana, che alcuni studiosi intravvedono anche nella comparsa in assoluto del Dna sul nostro pianeta.
Giunti
a queste incredibili constatazioni, verrebbe da chiedersi il senso
delle
operazioni di manipolazione che stiamo subendo da pochi decenni
(oppure da sempre?). Se proveniamo infatti da volontà non umane, qual è
il nostro fine? Chi ci ha creato, oppure è intervenuto per
modificare una scimmia antropomorfa, perché lo ha fatto, con quale fine? Se lo ha fatto, non è forse esso autorizzato a manipolare la sua creazione
all’infinito? Non ne può disporre per sempre?
Siamo
testimoni di operazioni multilivello di trasformazione della natura
stessa, delle
strutture sociali umani e di gran parte della nostra psiche. Quanto
di tutto ciò è dovuto all’applicazione di un progetto esterno? I migliaia di Kapò che
si adoperano per mettere in pratica queste procedure inumane, chi sono o per chi lavorano?
La
piaga delle Scie Chimiche, la diffusione planetaria dei ferali OGM, la
radioattività
presente ovunque, le nubi di nano materiali che ci avvolgono in
stretta collaborazione con i campi elettromagnetici ubiqui, che utilità
hanno? Chi li mette in opera? Perché?
Qualcuno sta riformattando la base stessa su cui si fonda la nostra peculiare natura.
Che l’uomo non faccia parte del suo ambiente mi sembra lapalissiano, osservando i contesti in cui vive e desidera vivere ma è comunque parte di un
ecosistema terrestre. Chi sta modificando tale sistema e perché?
Un’ultima doverosa riflessione: qualcuno ha il
diritto di intervenire a questo livello? Mi permetto di osservare che all’ultimo quesito dobbiamo rispondere con un secco NO.
Un essere dotato di coscienza, per quanto primordiale sia, ha
comunque il diritto di essere informato e di poter esporre il suo
diniego ad operazioni tanto intrusive. Se perdiamo di vista questo
semplice assioma ‘giuridico’ rischiamo di cadere nelle braccia delle religioni che si adoperano senz’altro
per favorire il proseguimento di queste ‘agende’ ferali.
‘Lasciamo fare al buon
dio!’ … ma se il buon dio fosse solo una congrega di alieni? La fuga dai giardini (campi
di lavoro forzato) dell’EDEN è stato il momento più elevato dell’umanità. Non un evento da rimpiangere ma una dimostrazione della nostra indipendenza e dell’anelito di
libertà che ci scorre, fortunatamente, nelle vene. Che quest’ultimo sia di origine aliena o meno, in fondo, che importa?
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