lunedì 18 novembre 2013

E intanto loro si dividono ...

Mentre noi ci aggiriamo disperatamente per ogni angolo del paese, alla ricerca di un lavoro che non c'è... Mentre le nostre aziende soffocate dalle tasse chiudono al ritmo di 500 al giorno... Mentre aumenta in modo impressionante il numero di persone che ogni giorno si lascia travolgere dal gioco d'azzardo, nell'illusione di rimediare con un colpo di fortuna ai propri problemi... Mentre un'intera nazione va letteralmente allo sfascio, a causa di una classe politica incompetente e criminale...


... questa stessa classe politica pensa soltanto a litigare, a dividersi, e a riformare nuove coalizioni al proprio interno.

Dopo le elezioni della scorsa primavera tutti i grandi partiti si erano richiamati al più alto "senso di responsabilità", dicendo che "prima di tutto la nazione aveva bisogno di un governo che affrontasse al più presto i problemi del paese."

Ma una volta tornati a governare si sono dimenticati dei problemi del paese, ...

... e si sono rimessi a fare quello che hanno sempre fatto: lottare fra di loro, in maniera feroce ed instancabile, alla ricerca di una fetta di potere in più.

Perchè a costoro non basta essere tornati a governare: quando qualcuno fra di loro sente di non riuscire ad accaparrarsi abbastanza potere per se stesso, allora abbandona le attuali alleanze e cerca di formarne delle nuove.

E così i telegiornali si riempiono di notizie che riguardano non il mondo del lavoro, ma le beghe interne del PDL fra Alfano e Berlusconi. Che riguardano non la lotta all'evasione fiscale, ma le beghe interne della Lista Civica fra Mario Monti e la sua fronda. Che riguardano non la ridefinizione del debito estero, ma le beghe interne del PD fra "renziani" e chissàchicazzo sono gli altri.

E così, mentre il paese affonda, loro pensano a dividersi, per tornare poi a spartirsi il potere in misura - sperano - più vantaggiosa per ciascuno.

Andando alla riunione del PDL di venerdì scorso - dove la scissione è stata ufficialmente riconosciuta - qualcuno ha detto: "In queste situazioni di frattura non vince nessuno". Ma qualcun altro, più scafato e cinico di lui, ha risposto: "In politica vince chi prende più voti alle elezioni".

E così, per l'ennesima volta, il popolo si appresta ad essere convocato alle urne, per tornare immancabilmente a dare il voto a coloro che ne hanno bisogno non per aiutare lui, ma per averne un maggiore vantaggio personale.

La cosa incredibile è che, nonostante la sfacciataggine ormai raggiunta dai giochi interni di potere, quasi nessuno si accorga di questo meccanismo perfido ed allucinante.

Massimo Mazzucco

http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4364

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