Mentre il Comando Sud nuovamente
promuove il coinvolgimento dei militari latino-americani sulle questioni
di sicurezza nazionale, alcuni candidati dell’opposizione (peronisti di
destra, conservatori di destra ed estrema destra) argentina, come
Alfonsin, Massa, de Narváez e Michetti, propongono di reintrodurre la
pena di morte senza processo per i sospetti narcotrafficanti. In una
riunione del Vertice Inter-Americano della Difesa, Washington ha
proposto che le Forze Armate siano coinvolte nella sicurezza ambientale
(?) ed energetica, cosa cui l’Argentina s’è opposta.
Il Comando Sud degli Stati Uniti raccomandava al consiglio della Giunta
Interamericana della Difesa (JID nell’acronimo spagnolo) che le Forze
Armate del continente partecipino al piano di sicurezza ambientale ed
energetico, cui l’Argentina s’è opposta. Il contrasto verificatosi nel
corso di una riunione informale della JID tenutasi a Washington, era un
passo nell’escalation degli Stati Uniti per confondere i limiti tra le
funzioni della difesa e della sicurezza, continuando poi alla sessione
ordinaria della Commissione per la sicurezza emisferica
dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). I diversi candidati dei
partiti di opposizione in Argentina, come Ricardo Alfonsin, Sergio
Massas e Gabriela Michetti, raccomandano l’approvazione di una legge per
la pena di morte senza processo preliminare ai presunti trafficanti di
droga (o altro), la cui applicazione sarebbe attuata dalle Forze Armate.
Nel loro territorio, gli Stati Uniti ne mantengono in vigore la
separazione, dal 1878 con la legge “Posse Comitatus“, ma
ultimamente hanno la tendenza a fornire alle polizie attrezzature
belliche pesanti, finora considerate strettamente militari. Per contro,
l’America Latina propone che le Forze Armate siano dedicate ai compiti
di polizia, sulla base della dottrina sulle nuove minacce, già in vigore
da un decennio. L’articolo 2 dello statuto della JID afferma che scopo
dell’organizzazione è prestare all’OAS e ai suoi Paesi membri, “consulenza tecnica e informazione su temi legati alle questioni militari e alla difesa dell’emisfero”, ma senza menzionare i problemi della sicurezza. Lo stesso per il “Piano Strategico della JID.” Ecco perché, nella riunione del 16 ottobre, gli Stati Uniti tentarono di ridefinire la portata del termine “questioni militari e di difesa”
e i concetti di difesa e sicurezza. E’ probabile che la questione sia
discussa tra il 21 e il 25 ottobre, durante la “Conferenza
Inter-Americana sulla Logistica”, finanziata da aziende private e tenuta
a Washington.
Un programma di governo
Il programma dei lavori 2013-2014 della JID, firmato dal suo direttore, viceammiraglio Bento Costa Lima Leite de Albuquerque Junior, è un capitolo del programma di governo. Lontano da questioni militari e di difesa, aggiunge che la commissione si prenderà cura anche delle “discipline correlate all’emisfero“, mirando a promuovere la presenza della JID in diverse attività della Commissione della sicurezza emisferica e della Segreteria di Sicurezza Multidimensionale, due modi per evitare la separazione delle funzioni. Un altro obiettivo del piano di lavoro è costruire la JID come “organo consultivo tecnico permanente della Conferenza dei ministri della Difesa e stabilire relazioni per la cooperazione con le organizzazioni regionali e subregionali di difesa e sicurezza emisferiche.” Intendendo anche partecipare al coordinamento tra le Forze Armate e di sicurezza “nella lotta contro il narcotraffico” in America Centrale, e partecipare alla “4.ta Conferenza dei ministri della Sicurezza nelle Americhe.”
Il programma dei lavori 2013-2014 della JID, firmato dal suo direttore, viceammiraglio Bento Costa Lima Leite de Albuquerque Junior, è un capitolo del programma di governo. Lontano da questioni militari e di difesa, aggiunge che la commissione si prenderà cura anche delle “discipline correlate all’emisfero“, mirando a promuovere la presenza della JID in diverse attività della Commissione della sicurezza emisferica e della Segreteria di Sicurezza Multidimensionale, due modi per evitare la separazione delle funzioni. Un altro obiettivo del piano di lavoro è costruire la JID come “organo consultivo tecnico permanente della Conferenza dei ministri della Difesa e stabilire relazioni per la cooperazione con le organizzazioni regionali e subregionali di difesa e sicurezza emisferiche.” Intendendo anche partecipare al coordinamento tra le Forze Armate e di sicurezza “nella lotta contro il narcotraffico” in America Centrale, e partecipare alla “4.ta Conferenza dei ministri della Sicurezza nelle Americhe.”
La JID propone d’istruire il Comitato Inter-Americano dell’Antiterrorismo sui “diritti umani e le libertà fondamentali nella lotta contro il terrorismo”
per armonizzare il suo piano di lavoro con quello della Commissione di
Sicurezza emisferica e di convertire il Collegio Inter-Americano della
Difesa in un istituto di eccellenza che offra corsi post-laurea, non
solo nella difesa ma anche nella sicurezza. Al piano di lavoro della
JID, la delegazione statunitense aggiunge una raccomandazione personale:
che il Consiglio accetti la proposta presentata dal Comando Sud e
collabori con le autorità per “lo sviluppo di un Piano per la cooperazione regionale in materia di sicurezza ambientale ed energetica.” La delegazione argentina ha presentato una serie di obiezioni a tale piano:
- per quanto riguarda l’obiettivo dell’aiuto umanitario e di ausilio in caso di calamità naturali, la Dichiarazione di San Salvador sulla sicurezza della cittadinanza fu invocata, prevedendo il monitoraggio di fenomeni incoerenti con l’enunciato generale su migrazione, traffico di esseri umani e criminalità transnazionale. Ma la Dichiarazione di San Salvador si riferisce a questioni di sicurezza pubblica e non riguarda le questioni militari o della difesa, l’unico intervento cui la JID è autorizzata. Questo tema è di competenza esclusiva della JID, il cui statuto non prevedeva.
- Le nuove minacce considerate negli approcci multidimensionali non richiedono la neutralizzazione degli strumenti militari. In Argentina, la risposta concerne il ministero della Sicurezza e della Giustizia.
- Il proposto coordinamento della JID con la Segreteria di Sicurezza Multidimensionale esclude l’impiego delle forze armate nella pubblica sicurezza degli Stati, lotta alla droga, immigrazione, tratta di esseri umani e terrorismo, la cui competenza è di altri organi dell’OAS, la Commissione inter-americana contro l’abuso della droga (CICAD) e il Comitato inter-americano contro il terrorismo (CICTE). E’ altrettanto inaccettabile che il Consiglio partecipi a forum, conferenze e organizzazioni che si occupano di questi temi, che non rientrano nel mandato del Vertice Inter-Americano della Difesa.
- La missione della JID è sostenere la Segreteria pro tempore della Conferenza dei ministri della Difesa (sempre a carico del Paese ospite) e conservarne la memoria storica, ma non ha il diritto di convertirsi nel suo Segretariato tecnico permanente, dato che la Conferenza è un forum per il dialogo politico tra i ministri e la JID un organo di assistenza tecnico-militare dell’OSA.
- Occorre inoltre chiarire che queste funzioni di supporto devono essere esercitate solo su richiesta della Segreteria pro tempore.
- L’Argentina non accetta più la proposta di “strategie d’allineamento della difesa e della sicurezza“, che dovrebbe sostenere la JID.
- In riferimento agli strumenti che compongono il sistema di difesa inter-americano, il piano della JID assegna la funzione di cooperazione con altre organizzazioni inter-americane, mentre è autorizzata a farlo solo nel processo di revisione del sistema, sostenuta dall’Argentina e di cui la JID dovrebbe prendere atto.
La JID assume come “compiti impliciti” ruoli che superano i suoi compiti
e missioni, menzionando tra essi la richiesta di certe informazioni che
non sono di competenza della JID, come ad esempio dati su tecnologia e
industria. Le conclusioni della JID non menzionano il mandato
aggiuntivo della Conferenza dei ministri della Difesa e dell’Assemblea
generale dell’OSA, che costringono alla revisione di tutti gli strumenti
e i componenti del sistema di difesa inter-americano, includendo
soprattutto la stessa JID. Il conflitto viene definito in termini
chiari. Mentre l’Argentina sostiene che il sistema politico
rappresentato dai ministri della Difesa e dall’Assemblea Generale
guiderà la revisione della Giunta Inter-Americana, la JID, che ha sede a
Washington e il cui finanziamento è statunitense, si oppone alla
revisione del suo ruolo e avanza nuove richieste agli organismi
rappresentativi della volontà popolare.
Durante l’ultimo incontro
informale, non solo l’Argentina ha contestato la pretesa degli Stati
Uniti che vorrebbe che il Comando Sud raccomandasse alla JID di
partecipare alla sicurezza energetica e ambientale, creando nuovi
rapporti topici tra le forze armate della regione sulla base dei modelli
applicati da Nazioni Unite e NATO. Il Canada ha sostenuto che la
creazione di un comando operativo richiede maggiori discussioni e
dubitava del fatto che la commissione fosse competente in materia. Gli
Stati Uniti hanno negato di aver proposto un ruolo operativo al
Consiglio. Oltre a queste concordanze con il Canada, il Messico ha
ricordato che ogni Paese ha servizi specializzati nella sicurezza
energetica e ambientale, materie per le quali i militari, nel migliore
dei casi, hanno una competenza sussidiaria, suggerendo che i Paesi
d’accordo con la proposta possano partecipare in modo bilaterale al
Comando Sud.
Questa è la logica che presiede da anni le proposte degli Stati Uniti avanzate nella regione: una proposizione generale che l’OSA non accetta e che poi s’impone nelle relazioni bilaterali con vari Paesi, a partire dai più deboli, sia con le minacce descritto, o di fronte al Pentagono e al Comando Sud, vero fautore e direttore delle politiche del suo Paese in Sud America. L’Argentina ribadisce alcune proposte fatte in occasione della riunione ordinaria della JID ad ottobre. In questa occasione, ha detto che, come gli altri Paesi sudamericani, dà priorità alla cooperazione in questi settori nel quadro sub-regionale dell’UNASUR, e che non sia opportuno mescolare la JID con soggetti lontani dalla difesa.
La deriva delle frontiere
La netta separazione tra la difesa nazionale e la sicurezza interna, è uno degli accordi fondamentali della democrazia argentina, cristallizzata da tre atti e un decreto sanzionati da quattro diversi governi. La legge sulla Difesa Nazionale emanata nel 1988 dal presidente Raul Alfonsin; quella sulla sicurezza interna del 1992 del presidente Carlos Menem; quella sull’intelligence nazionale nel 2001 del presidente Fernando de la Rua, e il decreto che disciplina la legge sulla difesa del presidente Kirchner, del 2006. L’articolo 4 della legge sulla Difesa afferma che “si terrà conto costantemente della fondamentale differenza tra sicurezza nazionale e difesa della Patria“.
La netta separazione tra la difesa nazionale e la sicurezza interna, è uno degli accordi fondamentali della democrazia argentina, cristallizzata da tre atti e un decreto sanzionati da quattro diversi governi. La legge sulla Difesa Nazionale emanata nel 1988 dal presidente Raul Alfonsin; quella sulla sicurezza interna del 1992 del presidente Carlos Menem; quella sull’intelligence nazionale nel 2001 del presidente Fernando de la Rua, e il decreto che disciplina la legge sulla difesa del presidente Kirchner, del 2006. L’articolo 4 della legge sulla Difesa afferma che “si terrà conto costantemente della fondamentale differenza tra sicurezza nazionale e difesa della Patria“.
Ma 18 anni passarono prima della sua regolamentazione. Jaunarena
Horacio, che fu ministra dei presidenti Raul Alfonsin, Fernando de la
Rua e dell’ex senatore in carica Eduardo Duhalde, disse in un seminario
organizzato da Menem e Eduardo Roberto Dromi, che non l’aveva mai
regolamentato perché non era d’accordo con la lettera e lo spirito della
legge. Le considerazioni sul decreto che la ministra Nilda Garré firmò
insieme a Kirchner, scarta in modo esplicito l’utilizzo dello strumento
militare per operazioni lontane dalla difesa, comunemente note sotto il
nome di “nuove minacce”. In caso contrario, vi sarebbe una “crisi
grave e inesorabile della dottrina, organizzazione e funzionamento di
uno strumento progettato per assumere responsabilità funzionalmente
distinte da quelle tipiche della polizia.”
Con la presidenza di CFK (Cristina Fernandez de Kirchner), tre progetti
sono stati presentati al Congresso, di cui ripercorriamo il cammino:
- Il prima nel 2010, porta la firma di Francisco de Narvez e gli altri membri del peronismo d’opposizione (Dossier della Camera dei Deputati 6657-D-2010. Procedura parlamentare 130 09/09/2010, difesa nazionale contro le minacce aeree.)
- Il secondo del 2011 fu presentato dalla deputata del PRO Gabriela Michetti, con lo stesso de Narvaez e diversi membri dei due partiti (Dossier della Camera dei Rappresentanti, 1791-D-2011. Procedura parlamentare 0028, 13/04/2011. Creazione del Piano Nazionale per la Protezione aerea della frontiera settentrionale).
- La terza volta quest’anno, dal deputato radicale Ricardo Alfonsin e altri legislatori del suo partito (Dossier 4817-D-2013. Processo parlamentare 073, 18/06/2013, Legge per la piena lotta contro il traffico di stupefacenti).
Tutti coincidono nell’ordinare alle Forze Armate la distruzione di
aeromobili che non rispondono ad appelli inviati via radio, segnali di
emergenza visivi o tiro con munizioni traccianti (de Narvaez); la
distruzione deve essere autorizzata dal Presidente della Nazione o dal
delegato del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare o
dall’autorità delegata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica
Militare (Alfonsin) e “in nessun caso le autorità consentiranno agli aeromobili indagati, irregolari od ostili di fuggire in territorio straniero” (Michetti).
Il progetto di Michetti è il più esplicito, “le
ipotesi di un conflitto “nel sub-continente” (sic) sono scomparse e ora
i nemici dello Stato sono terrorismo, narcoguerriglia, movimenti
separatisti, pirateria, ecc”. Queste minacce “sono di tale portata che dovrebbero essere considerati compiti specifici della difesa nazionale.”
A tale gruppo si aggiunse il candidato parlamentare del Fronte
Rinnovatore Sergio Massa, che ha sostenuto fosse urgente emanare una
legislazione per “dirottare gli aerei dei narcos che entrano nel Paese“. La maggioranza governativa si oppone esplicitamente a tale riforma. Infatti, nell’”Operazione Fortin Norte“,
l’esercito non ha ricevuto dal ministero della Difesa regole
d’ingaggio, ma solo norme di comportamento che escludono l’ingaggio al
combattimento, e a Rio Gallegos, il ministro della Difesa Augustin Rossi
ordinò di limitarsi ad occupare parte dei terreni di proprietà
dell’esercito, in modo che non vi fosse alcuna intrusione, e senza
nemmeno portare armi da fuoco.
I progetti di Massa, Michetti, Alfonsin e de Narvaez autorizzano le Forze Armate ad applicare la pena di morte senza processo, sulla base unicamente del sospetto, anche verso chi si starebbe allontanando dal Paese. Fortunatamente, non è certo che queste proposte arrivino al Congresso data la maggioranza governativa.
Horacio Verbitsky, Página 12, Buenos Aires, 10 ottobre 2013 – Global Research
Horacio Verbitsky. Scrittore, ricercatore e giornalista argentino. Attualmente presiede il Centro per gli Studi Legali e Sociali (CELS).
Copyright © 2013 Global Research
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurorahttp://aurorasito.wordpress.com/2013/11/14/gli-usa-offrono-lingerenza-militare-allargentina/
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