Diego Marin ha recentemente pubblicato il saggio “Il segreto degli Illuminati”. L’autore è versatile: è un fisico, ma non disdegna discipline quali l’archeologia e la storia, materie in cui ci pare ferrato più di tanti sedicenti specialisti.
Prevengo un’obiezione: come è possibile che una casa editrice del sistema dia alle stampe un volume come questo che, pur non essendo rivoluzionario, è comunque una grossa pietra lanciata nello stagno del “sapere” accademico? La risposta è semplice: nei paesi “democratici” la censura si esercita in modo scaltro, lasciando filtrare qualche verità, con la certezza che un libro come quello scritto dal Dottor Marin resterà confinato nella nicchia dei lettori consapevoli... e sono pochi.
Peccato, perché il Nostro prosegue la sua indagine avviata con “Atlantidi”, un interessante contributo che non abbiamo recensito per carenza di tempo, con questa nuova fatica. E’ un’indagine che potremmo definire ipermetrope: Marin guarda lontano nel passato dell’umanità. Paradossalmente, però, tale approccio ci permette di vedere meglio il presente. Così si scopre che la Confraternita dell’Occhio onniveggente, sin dall’età protostorica, tiene le redini del pianeta. E’ una potenza politica ed economica che, attraverso la linea di sangue del Serpente rosso, mascherata sotto diversi nomi, è giunta fino a noi per portare a compimento il suo progetto, il Novus ordo seclorum.
Non è facile riassumere i contenuti del libro: tanti e tali sono gli spunti che spaziano dalla storia segreta alla glottologia, dall’antropologia all’economia. E’ proprio il capitolo sull’economia il più succoso (ed inquietante): se ne dovrebbe proporre la lettura nelle scuole superiori per mostrare il vero volto della finanza mondiale che trova il suo punto di svolta nella fondazione della Banca d’Inghilterra. Era il fatale 27 luglio del 1694. Gli stati si consegnarono nelle mani avide degli usurai. Il perverso sistema del signoraggio e della moneta-debito è alla base della crisi economica attuale, preludio di un’implosione generalizzata, ma le sue radici attecchiscono nelle epoche trascorse. Ezra Pound docet.
La tesi principale del saggio si sprigiona dall’investigazione circa il popolo noto come Hyksos: in urto con quanto sostenuto da altri studiosi, ad esempio Alessio De Angelis, Marin opina che gli Hyksos fossero indoeuropei. E’ opinione controversa, anche se documentata in maniera plausibile. Anche altre ricostruzioni abbisognano di verifiche e di approfondimenti. Soprattutto, mentre l’autore si ferma nel territorio storico-archeologico, per quanto eretico, siamo propensi a spostare la frontiera della ricerca per includere orizzonti ulteriori, persino metafisici.
Nonostante ciò, “Il segreto degli Illuminati” è un’utile esplorazione della realtà negata: ne affiorano il ruolo ed alcuni scopi della Setta, le connessioni genealogiche fra le stirpi dell’antico Egitto, le dinastie imperiali romane, i Carolingi, fino ai Romanov ed agli odierni governanti.
Marin si chiede se in questo quadro difficilissimo, ormai prossimi al crollo globale, si possa fare assegnamento sui superstiti della Fratellanza bianca. Ce lo chiediamo anche noi.
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