mercoledì 13 novembre 2013

Le notizie non vengono mai sole: sembrano 3, ma è solo una

I tre articoli sotto riportati sembrano apparentemente slegati, ma non lo sono affatto. Le menti fini che mi seguono non ci metteranno molto a capire che anche la scienza, come sempre piu’ spesso accade, fa da cuscinetto alla perversione verso cui hanno deciso di condurre la razza umana. Siamo al punto che il reato è tale solo se qualcuno nei piani alti decide che lo è. In caso contrario, tutto diventa lecito, sebbene il prezzo – altissimo – venga pagato dagli innocenti.

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L’associazione degli psichiatri americani (Apa) ha scritto nel suo ultimo manuale che la pedofilia, «il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento» come gli altri. La decisione denunciata dall’Associazione della famiglia americana (Afa) va così a completare un lungo percorso di sdoganamento cominciato già negli anni Cinquanta.


DA MALATTIA A ORIENTAMENTO. Dieci anni fa il Dsm-4 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) ha declassato la pedofilia da “malattia” a “disordine”. Ma nel nuovo testo, il Dsm-5 pubblicato quest’anno, l’Apa fa un passo ulteriore come denuncia l’Afa: «Come l’Apa dichiarò negli anni Settanta che l’omosessualità era un orientamento sotto la forte pressione degli attivisti omosessuali, così ora sotto la pressione degli attivisti pedofili ha dichiarato che il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento». L’Apa distingue tra pedofilia e atto pedofilo: se il desiderio sessuale nei confronti dei bambini è un orientamento come gli altri, l’atto sessuale viene considerato “disordinato” per le conseguenze che ha sui bambini.

«SOFFERENZE MODERATE». Già nel Dsm-4 si considerava “disordine mentale” quello di una persona che molestava un bambino, se la sua azione «causa sofferenze clinicamente significative o disagi nelle aree sociali, occupazionali o in altri importanti campi». E già nel 1998 sul Bollettino di Psicologia era stato pubblicato uno studio per dimostrare che gli abusi verso i bambini non causano danni così gravi. Gli autori (Bruce Rand della Temple University, Philip Tromovitch dell’Università della Pennsylvania e Robert Bauserman dell’Università del Michigan) avevano ridefinito l’«abuso sessuale sui bambini», affermando che «le esperienze sofferte da bambini, sia maschi sia femmine, che hanno subito abusi sessuali sembrano abbastanza moderate».

«SITUAZIONE GRAVE». Inoltre, si legge, «l’abuso sessuale su un bambino non necessariamente produce conseguenze negative di lunga durata». E infine si conclude: «Il sesso consensuale tra bambini e adulti, e tra adolescenti e bambini, dovrebbe venire descritto in termini più positivi, come “sesso adulto-bambino” e “sesso adolescente- bambino”». Al tempo, l’attivista ed ex omosessuale Anthony Falzarano aveva commentato così: «Ci troviamo in una grave situazione se l’Apa sta lavorando verso la decriminalizzazione della pedofilia. Il 75 per cento degli omosessuali è stato stuprato o molestato da bambino e suggerire che questo non ha effetti duraturi è ridicolo». Persino il governo americano aveva condannato questo studio, che però l’Apa non ha mai messo in discussione.

Però «Dopo le accuse di aver normalizzato la pedofilia, l’Associazione degli psichiatri ha detto che rettificherà il nuovo manuale, distinguendo stavolta fra “pedofilia e disordine pedofiliaco”. Se la seconda resta una patologia psichiatrica, la prima diventerà “un orientamento normale della sessualità umana”. Il discrimine è nella mano che accarezza? Sofismi da parte di chi per anni, nelle aule dei tribunali e sui media, ha scatenato la caccia alla Chiesa cattolica a suon di psichiatri-testimoni e che adesso considera la pedofilia al pari di ogni altro comportamento sessuale. D’altronde questa è la forza di chi scrive i manuali scientifici: un disturbo psichiatrico non esiste se non c’è nel manuale degli psichiatri americani. È il potere di scrivere, letteralmente, la realtà»

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La pubertà nelle ragazze arriva un anno prima

Le ragazze raggiungono la pubertà sempre prima, un fenomeno deleterio per la salute associato soprattutto a obesità e sovrappeso. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Pediatrics del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, secondo cui sarebbe arrivato il momento di ridefinire i parametri con cui si giudica una pubertà precoce o in ritardo.
Lo studio si basa su più di 1200 bambine tra i sei e gli otto anni all’inizio della ricerca seguite tra il 2004 e il 2011.

L’inizio dello sviluppo del seno, uno degli indici principali di arrivo della pubertà, è risultato per le ragazze bianche non ispaniche anticipato in media di un anno rispetto ad una grande ricerca del 1997 su 14mila bimbe. Anche per altri gruppi etnici l’anticipo e’ risultato simile. Il peso corporeo, spiegano gli autori, è risultato essere il principale predittore di pubertà precoce nelle bambine, con quelle sopra l’85mo percentile, cioè con un indice di massa corporea tale che prese 100 generiche bambine solo 15 l’avrebbero più grande, in cui il fenomeno si presenta addirittura con due anni di anticipo. ”Le ragazze con uno sviluppo precoce vanno incontro a una serie di conseguenze psicofisiche – spiega Frank Biro, l’autore principale – dalla bassa autostima alla depressione all’ipertensione e al maggior rischio per una serie di tumori. Questo studio dimostra che i medici dovrebbero forse ridefinire pubertà precoce o avanzata”.(ANSA).

http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2013/11/04/Puberta-ragazze-arriva-anno-prima-colpa-obesita_9564025.html

Dal 1978 ad oggi 10mila bambini scomparsi in Italia

Di media sono 29 le persone che ogni giorno entrano a far parte del popolo degli scomparsi. Di loro non si sa più nulla. Nessuna traccia. Nessun segnale. Spesso neanche un biglietto lasciato alla famiglia. Se siano vivi o morti questo nessuno lo sa, perché come dicono i dati del ministero degli Interni la motivazione della scomparsa la maggior parte dei casi “non è determinata”.

In Umbria la situazione non è diversa. Sono in tutto 138 le persone di cui non si hanno più notizie. A questi vanno aggiunti quegli 8 cadaveri mai identificati, quattro dei quali ripescati in fiumi o laghi. E se in Italia la maggior parte degli scomparsi sembrano essere stranieri, qui la situazione è del tutto diversa, perché a far perdere le loro tracce sono quasi sempre italiani.

Una voragine che non ha fine e che inghiotte sempre più persone. A finirci dentro anche i bambini, oltre dieci mila dal 1978 ad oggi. E anche se nessuno ne parla c’è chi in una delle aule del Tribunale di Perugia, a suo tempo, denunciò “giri strani” dove venivano venduti bambini per “atti indescrivibili”. Giri strani presenti proprio nella “verde”, in questo caso rossa regione, e riconducibili alle sette sataniche.

C’è anche chi parla di vere e proprie tratte di bambini quindi venduti al mondo perverso della pedofilia, ma nella realtà dei fatti nessuno ha prove concrete per poterlo affermare con certezza. Unica cosa certa è che di questa persone non si sa più nulla.

perugiatoday.it


fonte: http://www.ecohysteria.net/?p=6676

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