venerdì 10 gennaio 2014

Venti nuovi casi di danno da vaccino alla settimana per l’avvocato di Rimini

Avviso a a tutti i neogenitori e a tutte le coppie che vogliono o vorranno un bambino: attenzione alla pratica medica più aberrante che l'uomo abbia partorito!
Prima di far inoculare numerosi veleni, acidi e tossine nel corpicino ancora in formazione del proprio figlio, è bene informarsi adeguatamente: la bibliografia, gli studi e le ricerche non mancano.
E' bene sapere che il medico vaccinatore, non solo ci guadagna per ogni vaccino inoculato, ma non risponderà neppure per eventuali danni subìti dalla piccola creatura.
Pensiamoci molto bene prima di rischiare di danneggiare il proprio figlio, magari irrimediabilmente.
E' più serio e pericoloso il morbillo o l'autismo? E' meglio il diabete di tipo I o la pertosse?

 


Ogni settimana mi arrivano venti casi di danni da vaccino. Ho oltre 400 situazioni in mano, al momento. La battaglia è nel momento migliore dal punto di vista giuridico”. L'avvocato di Rimini Luca Ventaloro, in qualità di legale ma anche di rappresentante del Comilva, ha partecipato l'ottobre scorso al convegno “Le vaccinazioni di massa. Prevenzione, diagnosi e terapia dei danni” che si è tenuto al Centro congressi Luciani di Padova. Ed è lì che ha relazionato su alcune cause vinte e sulla pratica dell'obiezione attiva.

“Siamo in un alveo nuovo – ha spiegato Ventaloro – dove i tribunali e le corti d'appello oggi paradossalmente riconoscono i danni da vaccino. La parte sanitaria dimentica che quando il giudice decide non lo fa sulla base della simpatia ma perché si è affidato ad un tecnico molto preparato. Quando l'Asl critica la sentenza, in realtà critica un approfondimento molto certificato. La giustizia, oggi, sopravanza la parte sanitaria“.

La perizia medico-legale è fondamentale, secondo l'avvocato: “È quella in cui si accerta l'esistenza di un nesso causale tra vaccinazione e danno. Come siamo riusciti a far risarcire o indennizzare le persone danneggiate in passato? Grazie alla perizia medico-legale. In Italia abbiamo una ‘pattuglia' di una quindicina di medico-legali, ne stiamo formando altri. Le loro perizie hanno fatto cultura giuridica. Abbiamo una decina di sentenze appena vinte in Italia”.

Chi ha subito un danno da vaccino può rivalersi in tre modi, ha spiegato l'avvocato: “Esiste la tutela penale: va chiesta quando c'è un danno o un decesso immediato. Se siamo tempestivi, facciamo la denuncia-querela. Il denunciato è colui che ha proceduto all'inoculazione vaccinale. 

Abbiamo processi a carico di alcuni infermieri o di alcuni medici”. Poi c'è la tutela civile: “Viene considerata la madre di tutte le cause. Si attiva quando il danneggiato ha ricevuto una “malpractice” medica. Viene citata per danni l'azienda sanitaria locale. Il risarcimento danni in genere è molto corposo, alcune Asl hanno rischiato il commissariamento. La richiesta danni, in questi casi, contempla anche l'assistenza medica al danneggiato. Si parla in realtà di indennizzo: la somma bimestrale viene diluita nel corso della vita”.

Per la tutela amministrativa, invece, la domanda si fa all'Asl: “Non è necessaria la colpa medica. Basta il nesso di causa. Basta che un medico legale riconosca che la vaccinazione ha prodotto quel danno. Sono i casi di cui si sente parlare continuamente. Sentenze storiche come quella dell'autismo di Rimini”. Ma Ventaloro ha citato anche altre sentenze che “hanno fatto storia”: 

Cuneo 2007, Ascoli Piceno 2008, Busto Arsizio 2009, Torino 2010 e Pesaro 2011. “Queste sentenze hanno creato principi diventati molto più solidi. Abbiamo una sentenza del tribunale del lavoro di Rieti sul diabete mellito. Ha creato un precedente. Abbiamo autismo, ritardi psicomotori. L'ultima è la morte in culla di Pesaro, del maggio 2013″.

Ventaloro ha parlato poi dell'obiezione attiva: “È l'aspetto più importante della nostra battaglia. Vi preghiamo di praticare un'obiezione corretta, bisogna uscire allo scoperto. Rifacendomi a quello che il Comilva predica, non rimandate i vaccini, non fate certificati falsi, non fate fughe, non rifugiatevi nel silenzio ma optate per atti chiari”.

L'Emilia Romagna contempla l'obiezione attiva: “Inviate alle Asl raccomandate con ricevuta di ritorno, non dite le cose al telefono, siate genitori che manifestano una responsabilità, partecipate a viso aperto al colloquio con l'Asl. Questo è il modo migliore per creare una buona cultura sanitaria”.


- Silvia Manzani


fonte, romagnamamma.it

 

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