L'accordo
sul gas della Russa Gazprom con la Cina, della durata di 30 anni e dal
valore 400 miliardi di dollari, è destinata a incidere geo-politicamente
in maniera globale e profonda. Per capire il futuro impatto della
transazione, è importante prima comprendere le condizioni geopolitiche
su cui si poggiano sia la Russia che la Cina di oggi e che ha
contribuito a sigillare l'accordo.
L'imperativo Russo
Per la Russia, diversificare i suoi mercati fuori dall'Unione europea è di vitale importanza. Il persistente declino economico dell'occidente blocca la domanda, mentre gli interessi particolari all'interno dell'UE sono diventati sempre più belligerante verso la Russia in quanto il conglomerato sovranazionale cerca di espandersi in ambiti tradizionalmente sotto la sfera di influenza Russa.
L'UE e l'insistenza della NATO, in continua espansione verso est, e l'integrazione della nazioni periferiche della Russia sono tutte manovre chiaramente finalizzate all'accerchiamento della Russia.
L'attuale crisi in Ucraina, e il breve conflitto del 2008 sul confine russo-georgiano sono entrambi risultati diretti di questa espansione. Le sanzioni USA e UE rivolte alla Russia, e la risposta della Russia, che sfrutta la dipendenza dell'UE dal suo gas naturale, hanno ricordato a tutto l'ambiente UE di questa vulnerabilità energetica.
Per la Russia, sarà difficile trovare un altro mercato in cui vendere i 160 miliardi di metri cubi di gas naturale esportato in Europa l'anno scorso. Il nuovo accordo con la Cina prevede di iniziare con 38 miliardi di metri cubi di gas all'anno, pari a circa un quarto di quello che esporta in Europa. Ulteriori gasdotti sono in lavorazione, e la quantità di gas indirizzato verso la Cina può sicuramente essere ampliato per soddisfare la domanda futura.
Mentre il nuovo accordo non sarà un sostituto per i mercati europei, la possibilità per la Russia di inviare 40 miliardi di metri cubi in una zona che non sia l'UE sarà un grosso metodo di pressione contro Bruxelles e una enorme leva rispetto al progetto americano di compensare queste mancanze con la farsa dello shale gas.
Il nuovo accordo entrerà in vigore nel 2018, quindi non potrà immediatamente compensare le sanzioni USA-UE mosse contro la Russia. Tuttavia, molte di queste sanzioni hanno avuto sia effetti deludenti, o del tutto inutili. Le sanzioni volte all'industria aerospaziale della Russia, per esempio sono state un flop sia perché la Russia è indispensabile per gli Stati Uniti (i suoi astronauti dipendono interamente sui sistemi di lancio russi ) e anche perché le alternative occidentali sono ad anni dalla realizzazione.
Occorrerà attendere ancora molti anni per vedere un barlume di effetto delle sanzioni contro la Russia, ma quando si arriverà a quel momento il gas russo starà già scorrendo in quantità in Cina, e la capitale cinese sarà un soccorso vitale per l'economia della Russia.
L'imperativo cinese
Per la Cina e la sua enorme popolazione vi sono esigenze energetiche altrettanto immense. È il più grande importatore di petrolio al mondo, le sue fonti in Medio Oriente e Nord Africa (MENA) richiedono una lunga e vulnerabile linea logistica nota a molti analisti geopolitici e pianificatori della politica come String of Pearls (stringhe di perle) della Cina. Gli Stati Uniti, nel tentativo di riaffermarsi nel Pacifico e mantenere l'egemonia sia regionale che globale, è impegnata ad anni nell'interruzione dell'ancora di salvezza della Cina ovvero il petrolio e, quindi in teoria, causare uno strangolamento della crescita della Cina.
Gli Stati Uniti hanno seminato il caos in tutta la zona del MENA e hanno tentato di ritagliarsi per se la provincia del pakistana del Baluchistan. Questo è un tentativo di distruggere i piani della Cina per stabilire un porto a Gwadar per ricevere il petrolio dal Medio Oriente, e costruire un oleodotto attraverso il territorio pakistano sino in Cina per consegnarlo ai mercati cinesi. Simili ingerenze si stanno verificando a Myanmar dove l'obbiettivo è interrompere un porto cinese e la costruzione di un gasdotto nello stato del Rakhine.
Mentre il carbone resta la maggior fonte della produzione di energia della Cina, con l'olio in seconda fila, la Cina sta progettando di sostituire questi processi e altre fonti di idrocarburi con gas naturale nel prossimo futuro. Quando il gas russo comincerà a scorrere in Cina, non solo si consentirà l'espansione dei mercati in cui è attualmente in uso, ma permetterà alla Cina di iniziare a ridurre la propria dipendenza dal petrolio attraverso le sue lunghe linee logisticamente vulnerabili del MENA, e ridurrà l'importazione del carbone dall'Australia.
L'impatto netto
A partire dal 2018, la Russia avrà un mercato alternativo in Cina per il suo gas naturale, che crescerà in modo costante e forse arriverà anche ad eclissare i mercati attuali in Europa. Questo permetterà alla Russia di meglio contrastare i tentativi da parte dell'UE e della NATO di espandersi e allungare le sue tradizionali sfere di influenza, e prevenire l'accerchiamento geopolitico del suo territorio da parte dell'Occidente. Con i gasdotti della Russia a est, che attraversano regioni relativamente stabili del suo territorio, la vulnerabilità rispetto al terrorismo sostenuto dagli Stati Uniti (come è presente nella regione del Caucaso russo) e la destabilizzazione USA-UE, nei paesi in cui passa il gas russo, sarà inesistente, fornendo una fonte stabile e affidabile di crescita economica per i decenni a venire.
Anche la Cina trarrà un beneficio dalla vicinanza con la quale verrà consegnato il gas russo. I separatisti appoggiati dagli USA in Cina nelle province occidentali, e i tentativi di destabilizzare le nazioni in cui le infrastrutture logistiche della Cina sono situate garantendo un flusso costante di olio per i mercati, non subiranno alcun effetto su questo accordo e sull'espansione delle fonti di energia.
L'impatto netto è l'elusione di decenni di manovre geopolitiche, di alleanze e conflitti causati dagli Stati Uniti, Regno Unito e Unione europea che hanno tentato in ogni modo di abbattere la legittimità politica e le risorse di Russia e Cina. Attraverso una partnership energetica diretta che aprirà la strada per una futura espansione, la Russia e la Cina si stanno coprendo dai rischi che corrono a causa di una dipendenza diretta di entrambi dai rapporti con l'Occidente, e nelle regioni in cui l'occidente è in grado di proiettare un'influenza militare, economica e politica.
Nel breve termine, il significato della transazione sarà essenzialmente politico, rendendo le sanzioni USA-UE mosse contro la Russia, praticamente discutibile e quindi, prive di senso. Gli stati membri dell'UE inizieranno a comprendere gli effetti dell'influenza Russa nel loro calcolo politico quando considereranno quanto sia controproducente prestare attenzione alle imposizione di Washington, Londra e Bruxelles e al loro sostegno ai filo-occidentali di Kiev.
Per la Cina, l'affare si mischia nella questione riguardante il “pivot in Asia”, ovvero la strategia di circondare e contenere la Cina da parte americana e di come Pechino stia aprendo corridoi energetici immuni dalle ingerenza di Washington.
Infine, la collaborazione energetica della Russia e della Cina, conclusa senza integrazione territoriale, economica o giuridica, si presta a creare un'ulteriore leva di credibilità verso un futuro ordine multipolare globale. Questo permetterà, allo stesso tempo, l'esposizione delle carenze, ma anche delle follie, del sistema unipolare occidentale e del suo obbiettivo di perseguire l'egemonia attraverso costose e spesso fallimentari politiche globali di integrazione.
Articolo originale: journal-neo.org / Autore: Ulson Gunnar, un analista geopolitico con sede a New York e scrittore soprattutto per la rivista online "New Outlook orientale"
fonte: http://www.ecplanet.com/node/4253
L'imperativo Russo
Per la Russia, diversificare i suoi mercati fuori dall'Unione europea è di vitale importanza. Il persistente declino economico dell'occidente blocca la domanda, mentre gli interessi particolari all'interno dell'UE sono diventati sempre più belligerante verso la Russia in quanto il conglomerato sovranazionale cerca di espandersi in ambiti tradizionalmente sotto la sfera di influenza Russa.
L'UE e l'insistenza della NATO, in continua espansione verso est, e l'integrazione della nazioni periferiche della Russia sono tutte manovre chiaramente finalizzate all'accerchiamento della Russia.
L'attuale crisi in Ucraina, e il breve conflitto del 2008 sul confine russo-georgiano sono entrambi risultati diretti di questa espansione. Le sanzioni USA e UE rivolte alla Russia, e la risposta della Russia, che sfrutta la dipendenza dell'UE dal suo gas naturale, hanno ricordato a tutto l'ambiente UE di questa vulnerabilità energetica.
Per la Russia, sarà difficile trovare un altro mercato in cui vendere i 160 miliardi di metri cubi di gas naturale esportato in Europa l'anno scorso. Il nuovo accordo con la Cina prevede di iniziare con 38 miliardi di metri cubi di gas all'anno, pari a circa un quarto di quello che esporta in Europa. Ulteriori gasdotti sono in lavorazione, e la quantità di gas indirizzato verso la Cina può sicuramente essere ampliato per soddisfare la domanda futura.
Mentre il nuovo accordo non sarà un sostituto per i mercati europei, la possibilità per la Russia di inviare 40 miliardi di metri cubi in una zona che non sia l'UE sarà un grosso metodo di pressione contro Bruxelles e una enorme leva rispetto al progetto americano di compensare queste mancanze con la farsa dello shale gas.
Il nuovo accordo entrerà in vigore nel 2018, quindi non potrà immediatamente compensare le sanzioni USA-UE mosse contro la Russia. Tuttavia, molte di queste sanzioni hanno avuto sia effetti deludenti, o del tutto inutili. Le sanzioni volte all'industria aerospaziale della Russia, per esempio sono state un flop sia perché la Russia è indispensabile per gli Stati Uniti (i suoi astronauti dipendono interamente sui sistemi di lancio russi ) e anche perché le alternative occidentali sono ad anni dalla realizzazione.
Occorrerà attendere ancora molti anni per vedere un barlume di effetto delle sanzioni contro la Russia, ma quando si arriverà a quel momento il gas russo starà già scorrendo in quantità in Cina, e la capitale cinese sarà un soccorso vitale per l'economia della Russia.
L'imperativo cinese
Per la Cina e la sua enorme popolazione vi sono esigenze energetiche altrettanto immense. È il più grande importatore di petrolio al mondo, le sue fonti in Medio Oriente e Nord Africa (MENA) richiedono una lunga e vulnerabile linea logistica nota a molti analisti geopolitici e pianificatori della politica come String of Pearls (stringhe di perle) della Cina. Gli Stati Uniti, nel tentativo di riaffermarsi nel Pacifico e mantenere l'egemonia sia regionale che globale, è impegnata ad anni nell'interruzione dell'ancora di salvezza della Cina ovvero il petrolio e, quindi in teoria, causare uno strangolamento della crescita della Cina.
Gli Stati Uniti hanno seminato il caos in tutta la zona del MENA e hanno tentato di ritagliarsi per se la provincia del pakistana del Baluchistan. Questo è un tentativo di distruggere i piani della Cina per stabilire un porto a Gwadar per ricevere il petrolio dal Medio Oriente, e costruire un oleodotto attraverso il territorio pakistano sino in Cina per consegnarlo ai mercati cinesi. Simili ingerenze si stanno verificando a Myanmar dove l'obbiettivo è interrompere un porto cinese e la costruzione di un gasdotto nello stato del Rakhine.
Mentre il carbone resta la maggior fonte della produzione di energia della Cina, con l'olio in seconda fila, la Cina sta progettando di sostituire questi processi e altre fonti di idrocarburi con gas naturale nel prossimo futuro. Quando il gas russo comincerà a scorrere in Cina, non solo si consentirà l'espansione dei mercati in cui è attualmente in uso, ma permetterà alla Cina di iniziare a ridurre la propria dipendenza dal petrolio attraverso le sue lunghe linee logisticamente vulnerabili del MENA, e ridurrà l'importazione del carbone dall'Australia.
L'impatto netto
A partire dal 2018, la Russia avrà un mercato alternativo in Cina per il suo gas naturale, che crescerà in modo costante e forse arriverà anche ad eclissare i mercati attuali in Europa. Questo permetterà alla Russia di meglio contrastare i tentativi da parte dell'UE e della NATO di espandersi e allungare le sue tradizionali sfere di influenza, e prevenire l'accerchiamento geopolitico del suo territorio da parte dell'Occidente. Con i gasdotti della Russia a est, che attraversano regioni relativamente stabili del suo territorio, la vulnerabilità rispetto al terrorismo sostenuto dagli Stati Uniti (come è presente nella regione del Caucaso russo) e la destabilizzazione USA-UE, nei paesi in cui passa il gas russo, sarà inesistente, fornendo una fonte stabile e affidabile di crescita economica per i decenni a venire.
Anche la Cina trarrà un beneficio dalla vicinanza con la quale verrà consegnato il gas russo. I separatisti appoggiati dagli USA in Cina nelle province occidentali, e i tentativi di destabilizzare le nazioni in cui le infrastrutture logistiche della Cina sono situate garantendo un flusso costante di olio per i mercati, non subiranno alcun effetto su questo accordo e sull'espansione delle fonti di energia.
L'impatto netto è l'elusione di decenni di manovre geopolitiche, di alleanze e conflitti causati dagli Stati Uniti, Regno Unito e Unione europea che hanno tentato in ogni modo di abbattere la legittimità politica e le risorse di Russia e Cina. Attraverso una partnership energetica diretta che aprirà la strada per una futura espansione, la Russia e la Cina si stanno coprendo dai rischi che corrono a causa di una dipendenza diretta di entrambi dai rapporti con l'Occidente, e nelle regioni in cui l'occidente è in grado di proiettare un'influenza militare, economica e politica.
Nel breve termine, il significato della transazione sarà essenzialmente politico, rendendo le sanzioni USA-UE mosse contro la Russia, praticamente discutibile e quindi, prive di senso. Gli stati membri dell'UE inizieranno a comprendere gli effetti dell'influenza Russa nel loro calcolo politico quando considereranno quanto sia controproducente prestare attenzione alle imposizione di Washington, Londra e Bruxelles e al loro sostegno ai filo-occidentali di Kiev.
Per la Cina, l'affare si mischia nella questione riguardante il “pivot in Asia”, ovvero la strategia di circondare e contenere la Cina da parte americana e di come Pechino stia aprendo corridoi energetici immuni dalle ingerenza di Washington.
Infine, la collaborazione energetica della Russia e della Cina, conclusa senza integrazione territoriale, economica o giuridica, si presta a creare un'ulteriore leva di credibilità verso un futuro ordine multipolare globale. Questo permetterà, allo stesso tempo, l'esposizione delle carenze, ma anche delle follie, del sistema unipolare occidentale e del suo obbiettivo di perseguire l'egemonia attraverso costose e spesso fallimentari politiche globali di integrazione.
Articolo originale: journal-neo.org / Autore: Ulson Gunnar, un analista geopolitico con sede a New York e scrittore soprattutto per la rivista online "New Outlook orientale"
fonte: http://www.ecplanet.com/node/4253
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