Secondo un rapporto dell’Unicef sarebbero quasi 700 mila i bambini greci
costretti a vivere in piena povertà o in esclusione sociale. Le
condizioni alimentari sono allarmanti. Il 74,1% delle famiglie povere
con figli e il 29,5% delle famiglie non povere con figli hanno
dichiarato la loro impossibilità a coprire i costi di una dieta
bilanciata. L’Unione Europea è anche questa.
Nei giorni scorsi, leggendo alcune testate, controllate dai soliti
gruppi editoriali legati a banche e finanza, si era avuta l’impressione
che la Grecia fosse in procinto di uscire dalla crisi. Nulla di più
falso!
La longa mano della Troika è ancora ben visibile
lungo tutto il territorio ellenico e continua a presentare un conto
salatissimo alimentando e consolidando, di contro, il giustificato
livore ed euroscetticismo da parte della popolazione greca.
Le recenti elezioni europee hanno confermato il successo del partito di sinistra Syriza di Alexis Tsipras che ha superato il 26% dei consensi. Ma molto bene ha fatto anche Alba Dorata con il 9,3%. Un paese spaccato sui due opposti estremi del parlamento ellenico ma che nonostante questo resta in mano ad Antonis Samaras
e al suo governo delle larghe intese che lo scorso anno mise assieme i
socialisti del Pasok e i liberal-conservatori di Nuova Democrazia.
Ed è proprio il governo in carica, che sposa le direttive impartite dalla Troika (Ue, Fmi e Bce), ad aver sottoscritto un nuovo accordo per assicurarsi aiuti per 8,8 miliardi di euro.
Come è sempre successo in Grecia, questi aiuti non giungono mai senza
una garanzia o, per meglio dire, senza che il governo greco abbia subito
pressioni per procedere lungo le direttive economiche imposte. Quali?
Ovviamente sempre le stesse: privatizzazioni, disgregazione dello stato
sociale e smantellamento dell’apparato pubblico.
Questa volta per assicurarsi gli 8,8 miliardi il governo di Samaras ha dovuto accettare un condizione: privatizzare ben 110 spiagge greche.
In particolare della costa di Afandou – che sono state messe in vendita
dall’agenzia di privatizzazione Hellenic Republic Asset Development
Fund (Taiped). “Bisogna vendere queste terre – dice un dipendente – ora,
e subito. Dite alla Russia e al Qatar di fare in fretta!”
Se a qualcuno sfuggisse ancora, questa è esattamente la finalità di
questa finanza predatrice: portare uno stato sovrano sull’orlo della
bancarotta per poterlo indurre a dover svendere i gioielli di famiglia,
proprio come una casalinga o un azienda che messa alle strette dalle
banche ai primi segnali di crisi, quindi di rientro sicuro del fido,
manda l’ufficiale giudiziario. Un piano diabolico messo in piedi per
depredare la ricchezza primaria a poco prezzo, utile ai predatori e
completamente inutile ai debitori, che saranno messi sempre di più in
ginocchio. Questo loschi personaggi spolpano una preda di ogni ricchezza
residua, per poi lasciarla moribonda a dover dipendere totalmente dalle
loro elemosine a caro prezzo di usura.
Intanto non passa giorno senza che arrivino tristi notizie dalla Grecia. Una
fonte del ministero delle Finanze ha riportato all’agenzia France
Presse che ben 3.344.246 contribuenti su una popolazione di appena 11
milioni di abitanti ha arretrati con il Fisco per più di 66 miliardi di
euro. Uno su tre, in sostanza, non riesce a pagare le tasse.
Il
baratro verso l’indigenza è stato già aperto e non ci stupirebbe
leggere fra qualche mese di qualche emergenza umanitaria legata
all’alimentazione.
Ha senso tutto questo? Per i predoni delle banche e
della finanza si!
Giuseppe Maneggio
fonte: http://www.ilprimatonazionale.it/2014/05/29/in-grecia-comanda-sempre-e-soltanto-la-troika/
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