Ciò che è accaduto domenica, in
occasione delle elezioni per il parlamento europeo, è troppo poco
definirlo sconcertante. Scioccante potrebbe andare un po’ meglio, ma è
ancora insufficiente.
Verrebbe da dire che gli italiani non
hanno memoria e neppure spina dorsale, che non solo non imparano dai
propri errori, ma ne commettono sempre di peggiori. Il voto a valanga al
pd di Renzi, euroservo e filo-atlantista – impegnato a ridurre l’Italia
a un cumulo di macerie sociali e produttive per conto delle
aristocrazie del denaro e della finanza – lo testimonia nel peggior modo
possibile. Potremmo forse parlare di “Sindrome di Stoccolma”, visto che
il consenso è stato amorevolmente concesso ai carcerieri e kapò
piddini, che si celano dietro l’immagine promozionale di Renzi.
Mentre nel resto d’Europa si moltiplicano
i segnali di ribellione all’unionismo elitista e alle politiche
antisociali, in Italia accade esattamente il contrario e la sinistra
neoliberista, atlantista ed europoide, incarnata perfettamente dal pd,
raggiunge il massimo storico dei consensi. Solo in germania i
governativi tengono, ma sappiamo che la germania beneficia, per ora,
della trappola dell’euro e delle politiche di austerità imposte agli
altri paesi. Per questo vorrebbe prolungare all’infinito, a proprio
vantaggio, l’agonia degli altri popoli europei. Votare come i tedeschi –
anzi, peggio – per chi l’”europa” finanziaria e monetaria la subisce
sulla propria pelle, è degno di un incubo alla Sacher-Masoch, in cui ci
si mette volontariamente alla mercé del carnefice-torturatore.
Evidente che coloro che hanno votato in
massa per il pd non possono essere tutti “patrimonializzati”, membri
della classe globale, ricchi deterritorializzati che plaudono al mercato
senza confini. Nulla di buono ricava, la massa degli elettori del pd,
dalle privatizzazioni e dalla libera circolazione dei capitali, nonché
da una moneta privata sopranazionale che ci toglie l’ossigeno. In molti
casi quelli che hanno votato pd sono semplici impiegati, pubblici e
privati, a rischio “mobilità” e decurtazione delle paghe, pensionati se
non al minimo, in relative ristrettezze, e giovani precarizzati che
nessuno stabilizzerà. Costoro, se non fossero obnubilati o addirittura
lobotomizzati, avrebbero tutto l’interesse ad appoggiare politiche
opposte a quelle che l’”europa” impone al paese. Ironia della sorte,
attraverso i collaborazionisti piddini e renziani, tanto baciati dal
voto di massa.
Ci vorranno altri cinque milioni di
disoccupati e inoccupati, valanghe di “dismissioni” di partecipazioni
azionarie pubbliche a vantaggio dei privati, il collasso della sanità e
dei trasporti, perché costoro “si sveglino” e comincino a capire? Per
come stanno le cose in Italia, forse non basterà neppure quello …
Se i votanti sono il 58,68% degli aventi
diritto e il pd ha avuto il 40,81% dei consensi scrutinati, significa
che ben il 23,95% dell’intero corpo elettorale ha votato per il partito
neoliberista, euroservo e filo-atlantista. Quasi uno su quattro – un
numero enorme – ha votato contro i suoi stessi (e i nostri) interessi
vitali, approvando l’applicazione di tutti i “trattati europei” e la
continuazione del rigore contabile che ci sta distruggendo. Quale
popolume idiotizzato, privo di coscienza politica e sociale, ridotto dai
media e dall’avversa situazione economica a forma di vita subumana, può
arrivare a questo punto? Quello italiano, con tutta evidenza, e non è
più il caso di nasconderlo o di cercare attenuanti.
Per la verità, si dovrebbe considerare
attentamente il dato dell’astensione assieme ai quozienti elettorali dei
partiti, prima di condannare senza appello gli italiani. Assumiamo come
dato il 41,32%, che corrisponde a circa venti milioni di aventi
diritto. Altro numero enorme, molto superiore al voto per il pd. Questo
numero, per quanto grande, non è omogeneo e non indica un’unica
tendenza. C’è l’astensione detta “fisiologica”, che pesa per alcuni
punti percentuali sul totale. C’è l’astensione che possiamo definire “di
lungo periodo”, riguardando coloro che da molti anni si tengono lontani
dalle urne, con varie motivazioni (sono tutti uguali, tanto non cambia
niente, eccetera), la quale pesa percentualmente più di quella
fisiologica. Poi c’è un astensionismo più recente, che riguarda i
neodisgustati e coloro che capiscono di non avere alcuna rappresentanza
dentro il sistema.
Questo astensionismo è cresciuto, non a caso, di pari
passo con la perdita di sovranità politica e monetaria dello stato
nazionale e con lo svuotamento in termini di rappresentanza dei partiti/
cartelli elettorali. Eccezion fatta per sparute minoranze,
l’astensione non esprime – quale esatto contrario del voto al pd – una
chiara coscienza politica, la consapevolezza della questione sociale che
attraversa il paese, una motivata opposizione al sistema e al dominio
del mercato sovrano (che si è fatto un sol boccone della politica). In
questa vastissima area che si tiene lontana dalle urne, sconforto, paura
del futuro, instabilità esistenziale e lavorativa, superficialità e
ignoranza, purtroppo la fanno da padrone.
Per quanto Grillo corra ai ripari,
masticando l’amaro boccone della sconfitta e trasformando il “vinciamo
noi” in un più possibilista e indeterminato “vinciamo poi”, è indubbio
che assieme al pd renziano hanno vinto le forze della sottomissione ai
poteri esterni, della rassegnazione e della sconfitta. L’attivismo di
Renzi, privo di risultati positivi per il popolo, attrae come nella
notte la luce le falene una massa obnubilata, manipolata e diminuita
intellettualmente. Una massa di idiotizzati che scambia le “necessarie
riforme” per una futura, concreta possibilità di rinascita del paese,
mentre altro non sono che manovre neoliberiste imposte all’Italia dal
grande capitale finanziario.
Non ci saranno alternative, anche se si
finge un’alternativa, a uso e consumo del popolume affascinato dalla
loquela e dall’immagine “briosa” di Matteo Renzi. Il programma da
applicare è sempre quello del 5 agosto 2011, contenuto nella lettera bce
di Trichet/ Draghi all’allora governo Berlusconi. Quelli che hanno
votato per il guitto fiorentino non capiscono di aver votato contro se
stessi e il proprio paese. Non sanno che il pd non è un vero partito
nazionale, in rappresentanza di interessi italiani, ma la “longa manus”
degli oligarchi europidi e americano-occidentali che ci tengono in
pugno. Qui sta la grande abilità del marketing politico targato pd, che
opera con il supporto di quasi tutti i media nazionali. Capacità di
imbrogliare, di mentire, di subornare, di alterare la realtà fino alle
estreme conseguenze, fino a rovesciare la prospettiva del male in quella
del bene.
Mai come ora vale ciò che ho scritto un
po’ di tempo fa nel post Perché dobbiamo stare dalla parte della Russia e
del Fronte Nazionale Francese (3 marzo 2014, Pauperclass):
Partiamo dal presupposto che l’Italia, data la situazione di totale subalternità all’unione europoide euronazista, alla nato guerrafondaia e agli usa con velleità imperiali, non può liberarsi da sola ed è, quindi, condannata. A ciò si aggiunge la passività di una popolazione in gran parte, ormai, “individualizzata”, rimbecillita e impaurita dal futuro che l’aspetta. Non è escluso, tuttavia, che accadimenti esterni di una certa importanza potranno influire sul quadro politico interno, risvegliando l’antagonismo nel paese. L’ultima possibilità che resta all’Italia, prima di diventare un cimitero industriale popolato da masse di straccioni disoccupati, è quella della ”scossa” improvvisa determinata da eventi internazionali, dentro e/o fuori del vecchio continente, di portata storica.
Dopo il risultato choc delle europee, non credo che ci rimanga qualche altra speranza …
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