«Vedo in questa crisi globale una grande opportunità», perché «la crisi
finanziaria ha fatto il trucco, cioè ha limitato i mezzi che ogni Stato
aveva per affermare i propri interessi». Così Henry Kissinger,
potentissimo profeta del super-potere mondiale, all’occorrenza anche
golpista – ieri coi carri armati, oggi col dominio finanziario di una
ristretta élite. «Non c’è neppure più bisogno d’inventarsi un nuovo
ordine internazionale», dice l’ex segretario di Stato americano in un’intervista.
«Già i problemi esistenti oggi costringono tutti a soluzioni comuni e
globali». Li chiama “interessi comuni”, come fossero accordi amichevoli
tra buoni vicini di casa, ma in realtà intende l’esatto contrario: «I
vicini di casa, cioè gli Stati – scrive Paolo Barnard – vengono prima colonizzati da un unico sistema finanziario, poi sottoposti a crisi
di quel sistema talmente devastanti da incatenarli l’uno all’altro, e
così per salvarsi sono costretti a cedere tutte le sovranità e a trovare
un unico regime politico, o un’unica gestione».
Barnard la chiama “l’era degli interessi comuni”, ma ovviamente
nell’accezione più orwelliana e ipocrita possibile: la nuova epoca «sarà
dettata
dalla nazione egemone, in particolare da una minuta élite di uomini».
Per Kissinger, «uno dei sacerdoti occulti di questo complotto»,
l’attuale amministrazione Obama «deve saper cogliere nella crisi
la scintilla per costruire un nuovo sistema internazionale». Lo
scenario è favorevole: «Ci sono già importanti parallelismi d’interesse
fra le grandi potenze, cioè Usa, Cina, Russia, India ed Europa». E aggiunge: «Conosco l’opinione secondo cui si comincia convertendo l’intero pianeta alla nostra filosofia politica».
Il super-oligarca americano non vede grossi ostacoli: «Ho parlato a
diversi leader mondiali. Ho cercato di capire fino a che punto la crisi finanziaria ha aumentato la loro disponibilità a cooperare con gli Usa».
«Di nuovo: il Complotto è lampante, è di una semplicità diabolica»,
insiste Barnard. «Ripeto: negli scorsi 40 anni il sistema finanziario ha
colonizzato tutti, dall’Iran all’Indonesia, dal Giappone alla Russia,
dal Brasile a Europa, Cina, Africa. Wall Street e Eurozona fanno deflagrare la più potente crisi
in quasi un secolo». L’Eurozona, in particolare, con l’aiuto del Fondo
Monetario Internazionale, «la incancrenisce con le Austerità
dell’Economicidio, che di rimbalzo mandano sempre più in crisi le potenze anche più distanti, come la Cina». Il sistema, aggiunge Barnard, funziona con degli shock che rimbalzano uno
contro l’altro e ri-rimbalzano indietro per ri-sfasciare i paesi da cui
si erano originati, in un domino, o cane che si morde la coda, senza
fine.
«I mezzi sovrani di ogni nazione vegono disabilitati dalle
proporzioni immani di questi shock», come nel caso delle banche “too big
to fail”, troppo grosse da affrontare coi mezzi tradizionali
democratici. «E allora ecco che i cosiddetti leader mondiali vengono
costretti a mettersi nella mani di élite di globocrati che sono gli
unici oggi in possesso delle chiavi per spegnere questa macchina
mostruosa». Interi blocchi continentali, vicini a divenire delle
superpotenze economiche fino a pochi anni fa, «si consegnano a questa
gestione “comune” in mano a pochissimi uomini: i Neofeudali. Ecco il
Complotto». Il vero potere in mano a un’élite esigua, che ormai ha
raggiunto l’obiettivo indicato quarant’anni fa dal memoriale di Lewis
Powell: neutralizzare completamente lo Stato come governatore
democratico del popolo. Togliendoli la linfa vitale: la possibilità di
fare spesa pubblica per sostenere il sistema del benessere diffuso.
fonte: http://www.libreidee.org/2014/05/kissinger-abbiamo-vinto-i-vostri-stati-sono-in-bolletta/
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