Navarra,
Spagna, siamo a Uli alto, 700 mt sul livello del mare ma circondato da
montagne molto piú alte. Questo insediamento rurale é nato 30 anni fa ed
é abitato da allora da una comunitá. Attualmente i fissi del posto sono
solo 5 ma sempre c’é un via vai di ospiti. Si respira una atmosfera
circense, caravane da circo come case permanenti, giocolieri,
trapezzisti, musicisti garantiscono una buona atmosfera. C’é un officina
meccanica attrezzatissima e si puó lavorare il legno, la pietra e i
metalli. Ho assistito ad un corso tenuto da un fabbro che in meno di 20
minuti ha trasformato una parte di un ammortizzatore di un camion in un
coltello, senza usare energia elettrica.
Attualmente tutti stanno
aiutando alla costruzione di un mulino che porterá l’acqua a Uli alto
dal fiume. Il mulino funzionera con la forza dell’acqua e con un
sistema simile a quello dell’ariete idraulico porterá l’acqua 150 metri
piú in alto. In questa zona pre-pireneica ci sono molti invasi
per centrali idroelettriche fatte costruire da Franco il dittatore.
Negli anni 60 l’inondazione dei campi costrinse la gente del luogo ad
abbandonare le proprie terre.
Durante
questo periodo vennero tagliate le quercie e al loro posto vennero
piantati i pini (gli aghi di pino rendono il terreno acido e inadatto
alla coltivazione) per far si che la gente non restasse. Molti villaggi
vennero distrutti, altri vennero abbandonati. A partire dagli anni dopo
la morte di Franco questi posti in rovina vennero okkupati e poco a
poco vennero restrutturati. Si crearono nuove comunitá rurali il cui
principale obbiettivo era di vivere una vita pacifica, senza stress e in
simbiosi con la natura. Sul blog Pueblos abandonados c’é una Mappa interattiva
di pueblos abandonados in Spagna. Con gli anni le relazioni tra loro si
sono intensificate e al giorno d’oggi esiste una fitta rete di villaggi
okkupati che cooperano tra di loro. La cosa piú assurda é che
l’autoritá locali non vogliono gli hippies nemmeno tra le montagne. Gli
occupanti dei villaggi vengono puntualmente multati dalla guardia
civil. Mi hanno raccontato che hanno multato per okkupazione
anche Ganimede, un bimbo di tre anni… I villaggi che sono stati dati in
concessione dallo stato dopo l’okkupazione, sono pochissimi rispetto al
numero di villaggi attualmente okkupati. L’autoritá locale, preferisce
vendere a ricchi investitori piuttosto che dare in concessione a povere
comunitá rurali…..
In
questi giorni é in corso una movimentazione di vari pueblos okkupati e
in Uli alto sono arrivati molti volontari da altri pueblos che
aiuteranno nella costruzione del mulino. L’atmosfera di lavoro é molto
interessante, non ci sono né capi né orari, chiunque apporta le sue
braccia e la sua conoscenza e nonostante nessuno guadagni un centesimo
lo spirito di collaborazione é altissimo. Ci sono conferenze e corsi nei
vari pueblos della zona e dopo una settimana si riuniranno tutti in Lakabe,
il primo pueblo okkupato della zona, che attualmente conta 50 abitanti
fissi. Questa mobilitazione si collega al movimento di protesta chiamato
15-M nato a Barcellona a maggio.
Ci
sono docenti universitari che appoggiano la protesta e vengono quí a
dare conferenze su costruzioni, bioclimatica, ingegneria, aiutano a
risolvere i problemi del posto con le loro conoscenze, donando libri
agli abitanti. È una strana coincidenza, sono tra punk e hippies e ci
sono Filosofi che parlano della crisi del sistema capitalistico e di come il mondo rurale sia fondamentale nello svolgere la funzione di esempio per il mondo cittadino.
Ci parlano di come la condivisione dei beni nelle comunitá aiuti a
liberarsi dall’idea di possessione di cose materiali che ci viene
imposta dalla societá consumista. Un ingegniere ha aiutato il meccanico
del villaggio nei calcoli del progetto del mulino e ne risulta che solo
con la forza della acqua che fará girare una ruota verranno portati a Uli 2000 litri di acqua al giorno.
I
pueblos okkupati sono una realtá. Esistono e funzionano. Alcuni sono
completamente autosufficienti dal punto di vista energetico ed
alimentare come Lakabe
dove l’ingresso economico principale deriva dalla produzione di pane.
Altri non completamente autosufficienti dedicano una parte dell’anno a
lavori esterni. É evidente che le cittá ci fanno ammalare. Lo stress
cittadino é la prima causa delle malattie piú comuni. Sotto stress il
corpo umano si debilita le difese si abbassano e l’aria inquinata,
l’acqua con cloro e il cibo transgenico non tardano a farsi sentire con
problemi di salute. La gente di quá si ammala di meno e sa che nelle
piante c’é la risposta medica per qualsiasi problema.
Dopo
4 giorni a Uli siamo andati a visitare Rala, un altro pueblos okkupato a
circa un’ora di cammino al lato del fiume. A rala c’é una piazzetta
pricipale con fuoco e cucina a legna. Un paio di case sono state
ristrutturate ma la maggior parte degli abitanti, circa 25, vive in
tende o case sugli alberi. Dopo aver assistito a una conferenza sugli
obbiettivi di questa ultima mobilitazione rurale ci mettiamo in marcia
per Lakabe dove arriviamo in tempo per la cena. Un grande spazio
centrale adibito a mensa ospita moltissima gente. Ci sono tutti gli
abitanti dei pueblos della zona.
Dopo
cena inizia la festa di benvenuto. Un gruppo di percussionisti inizia a
suonare e come nella favola del pifferaio magico portano dietro di loro
una marea di gente. Il tragitto nell’oscurita del bosco fa un certo
effetto, al buio completo guidati dal suono dei tamburi dopo poco ci
troviamo davanti a un enorme fuoco nella zona adibita a camping per i
visitatori.
Dopo una sosta di un paio di ore davanti al fuoco il
pifferaio magico si e rimesso in marcia e tutti l’hanno seguito di nuovo
nell’oscuritá fino al prossimo prato dove
c’era il seguente concerto. Lakabe é un pueblo molto organizzato.
Allevano animali, coltivano, panificano hanno abbastanza acqua per
prodursi la birra e gli ortaggi, l’energia elettrica é fornita da un
mulino a vento e da pannelli solari, le case sono state ristrutturate
seguendo i principi della bioclimatica e del riscaldamento passivo,
mentre che il trattore si muove con biodiesel autoprodotto.
Questo
pueblo é un punto di riferimento per tutti gli altri e la collaborazione
fra i vari pueblos e fortissima. Lakabe prova che si puo vivere a
impatto ecologico estremamente ridotto. Prova che i limiti che ci poniamo sono solo mentali. L’ammassamento umano nei grandi centri urbani é totalmente controproducente, é antisalutare ed é ecologicamente insostenibile.
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