giovedì 29 maggio 2014

Preokkupazione rurale

Navarra, Spagna, siamo a Uli alto, 700 mt sul livello del mare ma circondato da montagne molto piú alte. Questo insediamento rurale é nato 30 anni fa ed é abitato da allora da una comunitá. Attualmente i fissi del posto sono solo 5 ma sempre c’é un via vai di ospiti.  Si respira una atmosfera circense, caravane da circo come case permanenti, giocolieri, trapezzisti, musicisti garantiscono una buona atmosfera. C’é un officina meccanica attrezzatissima e si puó lavorare il legno, la pietra e i metalli. Ho assistito ad un corso tenuto da un fabbro che in meno di 20 minuti ha trasformato una parte di un ammortizzatore di un camion in un coltello, senza usare energia elettrica. 

Attualmente tutti stanno aiutando alla costruzione di un mulino che porterá l’acqua a Uli alto dal fiume. Il mulino funzionera con la forza dell’acqua e con un sistema simile a quello dell’ariete idraulico porterá l’acqua 150 metri piú in alto. In questa zona pre-pireneica ci sono molti invasi per centrali idroelettriche fatte costruire da Franco il dittatore. Negli anni 60 l’inondazione dei campi costrinse la gente del luogo ad abbandonare le proprie terre.

Durante questo periodo vennero tagliate le quercie e al loro posto vennero piantati i pini (gli aghi di pino rendono il terreno acido e inadatto alla coltivazione) per far si che la gente non restasse. Molti villaggi vennero distrutti,  altri vennero abbandonati. A partire dagli anni dopo la morte di Franco questi posti in rovina vennero okkupati  e poco a poco vennero restrutturati.  Si crearono nuove comunitá rurali il cui principale obbiettivo era di vivere una vita pacifica, senza stress e in simbiosi con la natura. Sul blog Pueblos abandonados c’é una Mappa interattiva di pueblos abandonados in Spagna. Con gli anni le relazioni tra loro si sono intensificate e al giorno d’oggi esiste una fitta rete di villaggi okkupati che cooperano tra di loro.  La cosa piú assurda é che l’autoritá locali non vogliono gli hippies nemmeno tra le montagne.  Gli occupanti dei villaggi vengono puntualmente multati dalla guardia civil. Mi hanno raccontato che hanno multato per okkupazione anche Ganimede, un bimbo di tre anni…  I villaggi che sono stati dati in concessione dallo stato dopo l’okkupazione, sono pochissimi rispetto al numero di villaggi attualmente okkupati.  L’autoritá locale, preferisce vendere a ricchi investitori piuttosto che dare in concessione a povere comunitá rurali…..

In questi giorni é in corso una movimentazione di vari pueblos okkupati e in Uli alto sono arrivati molti volontari da altri pueblos che aiuteranno nella costruzione del mulino. L’atmosfera di lavoro é molto interessante, non ci sono né capi né orari, chiunque apporta le sue braccia e la sua conoscenza e nonostante nessuno guadagni un centesimo lo spirito di collaborazione é altissimo. Ci sono conferenze e corsi nei vari pueblos della zona e dopo una settimana si riuniranno tutti in Lakabe, il primo pueblo okkupato della zona, che attualmente conta 50 abitanti fissi. Questa mobilitazione si collega al movimento di protesta chiamato 15-M nato a Barcellona a maggio.

Ci sono docenti universitari che appoggiano la protesta e vengono quí a dare conferenze su costruzioni, bioclimatica, ingegneria, aiutano a risolvere i problemi del posto con le loro conoscenze, donando libri agli abitanti. È una strana coincidenza, sono tra punk e hippies e ci sono Filosofi che parlano della crisi del sistema capitalistico e di come il mondo rurale sia fondamentale nello svolgere la funzione di esempio per il mondo cittadino. Ci parlano di come la condivisione dei beni nelle comunitá aiuti a liberarsi dall’idea di possessione di cose materiali che ci viene imposta dalla societá consumista. Un ingegniere ha aiutato il meccanico del villaggio nei calcoli del progetto del mulino e ne risulta che solo con la forza della acqua che fará girare una ruota verranno portati a Uli 2000 litri di acqua al giorno.

I pueblos okkupati sono una realtá. Esistono e funzionano. Alcuni sono completamente autosufficienti dal punto di vista energetico ed alimentare come Lakabe dove l’ingresso economico principale deriva dalla produzione di pane. Altri non completamente autosufficienti dedicano una parte dell’anno a lavori esterni. É evidente che le cittá ci fanno ammalare. Lo stress cittadino é la prima causa delle malattie piú comuni. Sotto stress il corpo umano si debilita le difese si abbassano e l’aria inquinata, l’acqua con cloro e il cibo transgenico non tardano a farsi sentire con problemi di salute. La gente di quá si ammala di meno e sa che nelle piante c’é la risposta medica per qualsiasi problema.


Dopo 4 giorni a Uli siamo andati a visitare Rala, un altro pueblos okkupato a circa un’ora di cammino al lato del fiume. A rala c’é una piazzetta pricipale con fuoco e cucina a legna. Un paio di case sono state ristrutturate ma la maggior parte degli abitanti, circa 25, vive in tende o case sugli alberi. Dopo aver assistito a una conferenza sugli obbiettivi di questa ultima mobilitazione rurale ci mettiamo in marcia per Lakabe dove arriviamo in tempo per la cena. Un grande spazio centrale adibito a mensa ospita moltissima gente. Ci sono tutti gli abitanti dei pueblos della zona.

Dopo cena inizia la festa di benvenuto. Un gruppo di percussionisti inizia a suonare e come nella favola del pifferaio magico portano dietro di loro una marea di gente. Il tragitto nell’oscurita del bosco fa un certo effetto, al buio completo guidati dal suono dei tamburi dopo poco ci troviamo davanti a un enorme fuoco nella zona adibita a camping per i visitatori. 

Dopo una sosta di un paio di ore davanti al fuoco il pifferaio magico si e rimesso in marcia e tutti l’hanno seguito di nuovo nell’oscuritá fino al prossimo prato dove c’era il seguente concerto. Lakabe é un pueblo molto organizzato. Allevano animali, coltivano, panificano hanno abbastanza acqua per prodursi la birra e gli ortaggi, l’energia elettrica é fornita da un mulino a vento e da pannelli solari, le case sono state ristrutturate seguendo i principi della bioclimatica e del riscaldamento passivo, mentre che il trattore si muove con biodiesel autoprodotto. 

Questo pueblo é un punto di riferimento per tutti gli altri e la collaborazione fra i vari pueblos e fortissima. Lakabe prova che si puo vivere a impatto ecologico estremamente ridotto. Prova che i limiti che ci poniamo sono solo mentali. L’ammassamento umano nei grandi centri urbani é totalmente controproducente, é antisalutare ed é ecologicamente insostenibile.









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