Le
imprese statali cinesi hanno avuto l’ordine di rompere le relazioni con
società di consulenza degli Stati Uniti, secondo il quotidiano
britannico The Financial Times, citando fonti anonime. Così, le società di consulenza statunitensi, tra cui McKinsey
e Boston Consulting Group, si sono ritrovate senza clienti cinesi.
Questa decisione del governo cinese sarebbe stata motivata dal fatto che
tali imprese possono raccogliere informazioni per l’intelligence.
Personae non grata nel comparto pubblico cinese sono tutti i dipendenti di società di consulenza statunitensi. Questa informazione è stata svelata pochi giorni dopo l’enorme scandalo spionistico scoppiato tra la Cina e gli Stati Uniti. Questa è la prima volta che Washington accusa personalmente cinque militari cinesi di hackeraggio delle reti informatiche di aziende statunitensi e di un sindacato. Gli hacker cinesi hanno scaricato informazioni riservate dalle reti di aziende come Alcoa, Allegheny Technologies, SolarWorld, US Steel, Westinghouse Electric e United Steelworkers Union. La Cina accusa degli Stati Uniti di fabbricare tali accuse, e non ha esitato a rispondere in modo asimmetrico. Il CEO dell’azienda Infaross Andrej Masalovich ha definito la paranoia nello spionaggio, “vaccino contro l’insolenza” nelle relazioni sino-statunitensi.
“Azioni decisamente insolenti, come spiare, di certi consulenti impiegati da società in un Paese straniero, devono essere punite. È spionaggio. Comunque non credo che tali misure possano cambiare qualcosa. Direi che la decisione cinese di privare i consulenti statunitensi dell’accesso ad aziende pubbliche non sia altro che un “vaccino contro l’insolenza”. L’ascolto dei mezzi di comunicazione da parte dei servizi segreti di diversi Paesi è a tal punto che non ci si può fare nulla. E’ incontrollabile e totale, ed interesserà tutti i partecipanti finché sistemi di prevenzione contro tali attività non saranno attivati o dei controlli speciali creati“.
Meno di un anno fa Cina e Stati Uniti crearono un apposito gruppo di
lavoro per elaborare un “codice di condotta” nel cyberspazio. Tuttavia,
questo gruppo fu sciolto dopo lo scandalo dei cinque hacker militari. Le
autorità cinesi hanno annunciato la settimana scorsa che tutti i
prodotti tecnologici dell’informazione venduti nel Paese saranno
soggetti a nuove procedure di analisi di sicurezza. Qualsiasi azienda,
prodotto o servizio che non le supererà avrà il divieto di
commercializzazione in Cina. Ovviamente, i prodotti utilizzati nei
settori della comunicazione, finanza ed energia saranno i più
severamente testati. Ma il governo cinese si riserva il diritto di
monitorare i prodotti per tutti gli altri settori industriali che
ritiene d’interesse per la sicurezza nazionale. Tali misure potrebbero
portare i loro frutti nella lotta contro gli hacker, dice Andrej
Masalovich.
“Questo è davvero un modo assai efficace“, dice “che sarà introdotto contro qualsiasi dispositivo elettronico che arrivi ai servizi segreti e alle strutture statali competenti per la sicurezza nazionale. Queste procedure sono aumentate in molti Paesi, cosa abbastanza giustificata. È possibile proteggersi in certa misura da programmi maligni e controllo esterno, ma non c’è la garanzia che si sia completamente protetti“.
Le reciproche accuse di furto di informazioni sono diventate un aspetto della politica dei governi cinese e statunitense.
“Lo scandalo continuerà a crescere“, predice Andrej Masalovich. “Ma non dobbiamo associarlo allo spionaggio. Tale scandalo è piuttosto legato alla politica estera in modo tale che ogni parte vuole fare dichiarazioni ed essere ascoltata. Lo scandalo sino-statunitense è una buona scusa possibile da utilizzare in qualsiasi momento, mentre esempi d’interferenza nelle reti potranno essere trovati facilmente ogni giorno. Un uomo apre la bocca se vuole essere ascoltato“.
Cina e
Stati Uniti sono coinvolti in un vero confronto politico, e gli scandali
sullo spionaggio sono una sorta di non banale gioco geopolitico
Reseau International
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/05/29/consulenti-statunitensi-banditi-dalle-aziende-pubbliche-cinesi/
Nessun commento:
Posta un commento