Tuttavia la Russa già ora sta provvedendo a riorientare
i suoi flussi energetici verso l’Asia. I contratti più recenti, stretti
con la Cina e l’India, offrono grandi possibilità alle Società per
l'estrazione di idrocarburi russe.
Sebbene ciò non sia
apertamente dichiarato, tutto il senso della strategia europea per la
sicurezza energetica si riduce all’idea di diminuire la dipendenza da un
fornitore concreto – ossia dalla Russia. Ciò è prevedibile nel contesto
degli attuali avvenimenti in Ucraina. Oltre all’inasprimento delle
contraddizioni politiche tra Bruxelles e Mosca per la soluzione della
crisi ucraina, l’Ue ha anche un reale motivo di essere preoccupata per
la sua sicurezza energetica. Oggigiorno la maggiore parte del gas russo
(il riferimento è proprio ad esso poiché in seno all’Ue si preferisce
non sollevare la questione delle forniture di petrolio dalla Russia)
viene trasportato verso l’Europa attraverso il territorio ucraino. Ma
Kiev per l’ennesima volta si rivela partner estremamente inaffidabile:
non solo ritarda i pagamenti ma anche minaccia di sottrarre gas europeo
di transito per i suoi bisogni.
Quando una simile cosa
era avvenuta nell’inverno 2008-2009, la Russia aveva avviato con impegno
i lavori per la realizzazione di nuovi gasdotti. I progetti South
Stream (attraverso il Mar Nero verso l’Europa Meridionale e Centrale) e
Nord Stream (sul fondale del Mar Baltico verso la Germania ed altri
paesi) sono studiati per ridurre la dipendenza delle forniture del gas
naturale russo verso i consumatori europei dai rischi di transito.
Contestualmente le Società per l’estrazione di idrocarburi russe hanno
prestato attenzione anche ad altri mercati di sbocco. Nel 2009 la Russia
ha iniziato ad esportare il gas verso l’Asia dal complesso d’estrazione
Sakhalin-2. Da allora la quota degli idrocarburi russi nella regione
asiatica è notevolmente aumentata,- dice Alexey Gromov, direttore per la
direzione energetica dell’Istituto di Energia e Finanze.
Dopo
che giorni fa è stato firmato il contratto di portata storica per la
forniture di gas naturale russo verso la Cina per un periodo di 30 anni,
si è chiaramente delineato il fatto che la Russia provvederà a
sviluppare in modo intenso la cooperazione con i paesi dell’Asia. In
prospettiva per la Russia sarà un mercato in sviluppo altrettante
poderoso, innanzitutto nel campo del GNL, anche l’India dove entro il
2020 è attesa una forte crescita del consumo del gas naturale. Al
momento l’India non ha altri mezzi di suo ottenimento se non quello
sotto forma di GNL, perciò ci prepariamo in anticipo ad una simile
crescita sul mercato indiano. Contattiamo le Società indiane e,
relativamente, le invitiamo ad inserirsi in progetti russi.
Quanto
al petrolio russo, va detto che entro il 2020 si prevede di aumentare
fino a 80 milioni di tonnellate i volumi che si trasportano verso l’Asia
attraverso il sistema di metanodotti “Siberia Orientale – Pacifico”.
Giorni fa è stato stretto anche il contratto per la fornitura di 6
milioni di tonnellate di petrolio all’anno verso il Vietnam. Per
aumentare l’esportazione del petrolio verso l’India s’intende realizzare
un apposito oleodotto. Considerato che praticamente tutte le risorse di
petrolio e di gas russe sono concentrate nella zona asiatica del Paese,
la decisione della Russia di riorientare le forniture da Ovest verso
Sud-Est appare del tutto logica.
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