Cina
e India sono due superpotenze in rapido sviluppo legati da relazioni
piuttosto complesse. Formalmente parlando, entrambe le nazioni hanno lo
status di grandi nazioni in via di sviluppo regionali, ciascuna
concentrata sulla “propria” regione: l’India è focalizzata sull’Asia
meridionale, dov’è uno dei principali membri dell’Associazione dell’Asia
meridionale per la cooperazione regionale (SAARC) mentre la Cina guarda
verso l’Est asiatico. A questo proposito, relazioni bilaterali
attivamente sviluppate tra Cina e India si sono osservate nelle ultime
settimane, avviate a una crescita stabile e dinamica senza
effettivamente accrescere l’attenzione su se stesse.
Negli anni la Cina è
diventata il principale partner commerciale dell’India e il volume
degli scambi tra questi Paesi cresce annualmente ad una velocità
pazzesca. I Paesi hanno deciso di aumentare gli scambi dagli attuali 80
miliardi di dollari a 100 miliardi entro il 2015. Le imprese cinesi
svolgono un ruolo importante nel miglioramento delle infrastrutture
indiane e hanno una posizione stabile sul mercato indiano in settori
come elettricità, comunicazioni e metallurgia.
Negli ultimi anni,
attraverso BRICS, BASIC, G20 e altre associazioni, Cina e India hanno
perseguito una cooperazione efficace in settori come la lotta alla crisi
finanziaria e al cambiamento climatico, sostegno al mondo multipolare,
democratizzazione delle comunicazioni internazionali, nonché tutela dei
diritti dei Paesi in via di sviluppo. Questi due Paesi sono le
potenziali superpotenze di domani, e si contenderanno la leadership
globale. Le fondamenta di questa rivalità sono già visibili in molti
settori, in particolare nei mercati degli idrocarburi così come delle
materie prime e degli investimenti. Oltre l’economia, reciproca rivalità
e cautela accresciuta sono esibite negli ambiti militari e politici, in
gran parte dovute alle conseguenze della guerra sino-indiana del 1962.
L’India a lungo era allarmata dal costante sviluppo e riarmo dell’Esercito di liberazione del popolo cinese, dai piani di sviluppo della flotta oceanica cinese e dalla creazione del “filo di perle”, la serie di basi militari dell’Esercito di liberazione del popolo cinese nell’Oceano Indiano, che numerosi strateghi della difesa indiani vedono come escalation ulteriore della superiorità militare cinese sull’India. Per certi ambienti politici indiani contrastare la Cina è più importante che opporsi al nemico secolare pakistano. Tale atteggiamento prudente viene periodicamente intensificato dalla partecipazione attiva della Cina nella modernizzazione delle forze armate pakistane, spingendo la corsa agli armamenti e costringendo il Paese a concentrare un folto gruppo militare ai confini. Tuttavia, negli ultimi 15 anni, la Cina ha avuto una posizione neutrale sul conflitto indo-pakistano sul Kashmir, proponendo un dialogo costruttivo con l’India. A sua volta, la Cina è preoccupata dalla cooperazione militare tra India e Paesi che temono l’ascesa della Cina, mirando a creare un sufficiente contrappeso geopolitico al regno celeste.
Tuttavia, nonostante la presenza di alcuni
problemi e contrasti nelle relazioni sino-indiane, ciò che dovrebbe
essere notato è l’assenza della predisposizione ad essere nemici. Oggi,
lo sviluppo del contesto economico e politico globale dipende in modo
significativo dalle relazioni tra questi due Paesi, ancora basate sulla
rivalità regionale e internazionale. L’attuale battaglia ha visto un
certo vantaggio di Pechino, che non solo è avanti New Delhi con un PIL
superiore di 4,5 volte, ma che dimostra anche una totale indipendenza da
Washington e dall’occidente. Un segno di ciò è stata la prima visita
ufficiale all’estero della nuova amministrazione cinese, svoltasi non
negli Stati Uniti ma a Mosca, portando alla conclusione di una serie di
contratti impressionanti tra Cina e Russia su energia, commercio,
economia e difesa.
Per ora, l’India non mostra alcuna indipendenza dall’occidente. Con le varie dichiarazioni sul “corso indipendente”, New Delhi, con un chiaro sguardo verso gli Stati Uniti, sostiene “l’unificazione delle forze democratiche in Asia” sotto l’auspicio di Washington, pur essendo consapevole che tale unificazione “ha chiare motivazioni anticinesi”. Tale ambito giustifica l’accresciuto interesse verso lo sviluppo dei contatti indo-cinesi delle ultime settimane, ben oltre i limiti della comunicazione quotidiana e sempre più dall’importanza globale e concreta, nella regione e altrove. Le comunicazioni tra i due Paesi dimostrano che la Cina è particolarmente attiva in materia.
La Cina
dimostra anche di percepire l’India come partner naturale per la
cooperazione regionale e internazionale, aprendo nuove opportunità ad
entrambe le nazioni, in particolare alla Cina. L’ambasciatore cinese a
New Delhi Wei Wei ha avviato una discussione abbastanza dettagliata
sulla tesi di Pechino per sviluppare i legami con l’India,
nell’intervista al quotidiano indiano Hindi. In particolare, ha rilevato
le seguenti aree di interesse nelle relazioni bilaterali in sviluppo:
Sviluppare attivamente gli scambi in politica estera ai vertici
governativi, come in particolare la visita ufficiale a New Delhi del
ministro degli Esteri cinese Wang Yi, l’8 giugno, inviato speciale di
Pechino per stabilire contatti diretti con la nuova amministrazione
indiana, nonché la riunione dei leader a margine del vertice BRICS in
Brasile.
Promuovere una pragmatica cooperazione bilaterale in tutti i settori, soprattutto nello sviluppo di infrastrutture, produzione, agricoltura, soprattutto sui grandi programmi come i trasporti ferroviari e i parchi industriali.
Pechino promuove l’espansione degli investimenti cinesi in India e l’India promuove ulteriormente l’interesse delle imprese indiane per il mercato cinese.
Sviluppo di scambi culturali e umanitari tra le nazioni, intensificare la cooperazione tra città gemellate.
Promuovere la cooperazione negli affari regionali e internazionali, stretto coordinamento delle posizioni su questioni chiave nell’ambito di BRICS, cooperazione Cina-Russia-India, G20 e East Asia Summit.
Ulteriori sforzi per risolvere le differenze tra i due Paesi per mantenere pace e tranquillità nelle zone di confine, e per risolvere la questione dei confini da definire.
Pechino vede il neoeletto premier indiano Narendra Modi un “manager efficace” che si concentrerà sugli aspetti economici del partenariato e il rispetto degli interessi nazionali approfondendo le riforme, migliorando l’economia e aumentando il benessere della popolazione. Queste aree di cooperazione bilaterale erano al centro dei colloqui di giugno avviati dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi, accuratamente osservati dalle comunità politica ed economica non solo nella regione, ma anche occidentali. La particolare importanza del viaggio del ministro degli Esteri cinese a New Delhi è sottolineata anche dal fatto che è stata la prima visita ufficiale all’estero di un alto funzionario in India, dopo l’elezione di Narendra Modi al governo indiano.
Con palese delusione, la Casa Bianca ha dovuto ammettere che la visita a New Delhi dell’assistente del segretario di Stato per gli affari dell’Asia meridionale e centrale, Nisha Biswal, nello stesso momento, non era paragonabile a quella del ministro cinese, sia in termini di qualità dei contatti che del contenuto della visita. Washington si rende conto che il nuovo governo indiano cerca di affermarsi negli affari interni, soprattutto nella propria regione, avvicinando la posizione di leader del Movimento dei Paesi Non Allineati all’”autonomia strategica” e concentrandosi sulla risoluzione delle questioni relative alla sviluppo interno, principali obiettivi dell’India nella ricerca di partner stranieri per rafforzare la propria leadership regionale e ampliare i contatti sulla scena mondiale.
Lo sviluppo attivo dei legami bilaterali
tra Cina e India, avutosi negli ultimi giorni, può anche essere un
importante elemento di prova affinché Washington rivaluti l’approccio
politico verso Pechino e New Delhi, così come della declinante influenza
statunitense nella regione e, sempre più, in altre regioni, dovuta alla
politica perdente perseguita dalla Casa Bianca negli ultimi anni.
Vladimir Odintsov New Oriental Outlook
Vladimir Odintsov, commentatore politico, in esclusiva per la rivista online “New Oriental Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/07/10/cina-e-india-partnership-e-cooperazione-strategiche/
Nessun commento:
Posta un commento