venerdì 11 luglio 2014

La radice di consolida nelle fratture ossee


Come rimedio per le fratture delle ossa la consolida, Symphytum officinalis L, ha un' antichissima e documentata tradizione. Si utilizzano le radici, sia internamente che esternamente. Ha una notevole azione non solo nelle fratture ossee, ma anche nel caso di altri traumatismi: distorsioni, lussazioni, stiramenti, contusioni, ferite, ecc. Riduce velocemente l'infiammazione e l'edema, come “l'acqua spegne il fuoco” (1) e ha un potere cicatrizzante incomparabile.

Nel caso delle fratture ossee, la sua fama era tale che scherzosamente si diceva che messa in una pentola a bollire con delle ossa spezzate le avrebbe certamente riattaccate (2).

Posso testimoniarne la notevole efficacia per averla usata spesso con i miei pazienti. Ricordo il caso di una brutta frattura scomposta ulna-radio che stentava a guarire dopo vari mesi. Una dieta adeguata, alcuni rimedi omeopatici e soprattutto l'applicazione giornaliera di un impacco di radice di consolida ha portato in breve tempo alla guarigione, pienamente confermata dai successivi controlli radiografici.

Il grande Plinio affermava che la consolida “si usa nelle lussazioni, nelle contusioni, nelle ferite e nelle ulcere, che porta prestissimo (celerrime) a cicatrice” (3).


Secondo l'attuale scienza, le virtù di questa pianta sarebbero imputabili all'allantoina, sostanza che ha la proprietà di accelerare la guarigione delle ferite, stimolando la rigenerazione cellulare. Per altro, l'allantoina è in grado di diffondere attraverso la cute e così influenzare la risoluzione di una frattura ossea.

Da un altro punto vista decisamente meno analitico, ma non meno efficace, l'effetto della consolida si spiega con la sua appartenenza alla serie delle piante saturnine, che hanno qualità astringenti e cicatrizzanti, e inoltre è dominata dal segno del Capricorno, simbolo delle ossa (4).

Uso esterno
Si applica la poltiglia di radice sottoposta a breve decozione, oppure delle fasciature imbevute sempre di decotto. Decotto: 3 cucchiai di droga secca in due tazze di acqua. Portare ad ebollizione per due minuti, spegnere e lasciare raffreddare. Filtrare ed utilizzare il decotto e/o la radice.

Uso interno
La via interna, utilizzata vantaggiosamente e senza effetti collaterali per millenni, è stata di recente messa in discussione dalla recente scoperta nella pianta degli alcaloidi pirrazolidinici, che hanno mostrato tossicità epatica nei topi. Sta di fatto che in alcuni studi clinici condotti sull'uomo la somministrazione della pianta intera non ha causato danni di nessuno tipo (5). Ad ogni buon conto, per l'uso interno è preferibile consultare un medico.

ControindicazioniNon deve essere utilizzata in gravidanza, nel'allattamento e in caso di epatopatie.


Scritto da Dr Francesco Perugini Billi    

Bibliografia
1) Ellingwood F. MD The American Materia Medica, Therapeutics and Pharmacognosy, 1919
2) Culpeper's Complete Herbal London 1814 R. Evans ed.
3) Plinio citato in Antonelli G Le piante che ridanno la salute. Az. Libr. Cattolica Italiana, 1950 Roma
4) Gentili A Il volo dei sette ibis. Ed Kemi, 1980 Milano
5) Perugini Billi F. Manuale di Fitoterapia.  Ed. Junior, 2004, Azzano S.Paolo


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