martedì 18 agosto 2015

Come elettroni...

Mentre tu vai da una (p)arte, alimenti qualcosa che procede nel verso opposto: ecco l'(Anti)sistema.
Pietro somministra al farmacista un intruglio di sostanze che dovrebbero stordirlo al punto da "cancellargli la memoria"…
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Si può fare!”.

Il corpo umano è un “arte(fatto)”, frutto dell’opera di una (ri)costruzione (la “creazione” è altro, e riguarda qualcosa che è avvenuta “prima di ora”) che non (ri)cordi più.
Non solo non hai memoria della “tua” creazione ma, anche, della sopraggiunta (ri)creazione/(ri)costruzione (riprogrammazione).
La creazione av(viene) dal “nulla”; da una situazione di impellente desiderio/necessità di
La (ri)creazione av(viene) a “partire da una situazione già manifesta/esistente, alla quale si applica un… impellente desiderio/necessità di
Ovvia(mente), le due “origini” sono distanti fra loro, così come lo sono i relativi “Punti di Dominio”.
SPS allude, dunque, a fenomeni di intelligenza che sono alla base della “tua (f)orma attuale”. Non a te facenti capo, bensì, proprietari di consapevolezze umane che non esistono solo perché sei stato addestrato/a programmato/a a… non (ri)cordare e ad ignorare (pensando e facendo sempre altro).
Il gio(g)o è perfetta(mente) umano.
E gli alieni? Sono ancora umani, ma d’altre fattezze in termini di “spessore” (consapevolezza e grado di appartenenza). Come puoi rendertene conto? Mediante l’apporto della rilevazione frattale:
quante e quali “differenze” umane, contraddistinguono il genere umano?
Non fai fatica a capire che esistono, allo stesso tempo, sul Pianeta… persone del tutto identiche, che vivono ferme in epoche temporali (di)verse:
le “minoranze” cosa (in)segnano?
E le specie umane estinte?
La "morale" è che... il processo umano è del tutto e solo… umano. Dio è un fattore di protezione e controllo:
  • qualcosa del quale pensi di avere necessità
  • perché hai dimenticato “chi/che cosa sei” e hai paura (una forma di... elettricità addosso).
  
Come “farti un’idea” che... tutto quello che sai corrisponde all’esatta proporzione di quello che la scienza deviata “(ri)cerca”, in qualcosa che (s)fugge e tende a non (ri)velarsi:

la gran (p)arte della materia, (d/n)ell’universo, è “oscura” e, dunque, “sembra mancare” (e tu "non sai" nella medesima misura).
Ci sono analogie esatte tra tutto quello che succede e che non succede, perché di mezzo c’è un controllo che ha scelto di rimanere nell’ombra e per rimanere in una simile “zona/situazione”, oc(corre) che ci siano, dunque, molte situazioni “naturali/di sfondo” che permettano di condizionare tutto, gettando molta ombra nella quale nascondersi in virtù della propria strategia.
Da “qua, il così”
Il corpo umano è al pari di un computer, (ri)programmabile all’occorrenza.
Mediante la funzione frattale espansa (legge, strumento, memoria) nella sua accezione di “memoria”, tu hai l’assicurazione che la “verità di ordine superiore” sia sempre per te disponibile e “tutta attorno e (d)entro ad ogni situazione che ti interessa sempre e, certa(mente), mai per caso”.
Tutto è pianificato, ossia, è gerarchico e appartenente ad infrastrutture a “livelli (piani)”.
Così come un grattacielo sopra al suolo, oppure, una base sotterranea che si es(tende) come una costruzione “negativa” verso il centro del Mondo fisico, tutto (ri)conosce l’appartenenza al livello di competenza, frutto di proprietà legate al bagaglio di conoscenza/esperienza/consapevolezza/abilità/mansione… assegnate a monte e/o (riguadagnate) a valle.
Se tutto ciò che osservi nel reale manifesto, ha una certa (f)orma, questa (di)pende esclusiva(mente) dal “come sei abituato/a ad averci a che fare”.
Ossia, puoi giocare con/in un aereo caduto al suolo, molti anni prima di te, in un’epoca che non sa più costruire nè (ri)conoscere aerei… e non avere, quindi, nemmeno l’idea di che cosa sia quel “rottame”, che hai (ri)configurato in te come una possibilità di giocare (scenario utile e dilettevole).

Se ad uno smartphone manca l’energia, perché la batteria è scarica… e viene proiettato in avanti nel tempo, in un epoca che ha perso la memoria di ciò che è venuto prima, eb(bene) quell’intelligente strumento sensorio, informativo ed utile (in chiave convenzionale), se preso nella mani di un umano senza memoria, costituirà poco più di una valenza da “soprammobile”.
Ignorando il livello della tecnologia con(tenuta), ignori la “funzionalità” di qualsiasi “cosa”.
Puoi, allora, usare uno smartphone come “utile” ferma(porta), credendolo un oggetto “senza Vita”, ma… se in un improvviso impeto di (ri)torno energetico, lo strumento desse improvvisa presenza di sé? Se si accendesse per un momento il display?
Se emettesse il motivetto iniziale di benvenuto?
Che cosa potresti pensare? Nella “tua” ignoranza, potresti (ri)correre alla figura protettiva (auto isolante) di Dio, lasciando esatta(mente) “dove si (ri)trova” la tecnologia umana alla base del dispositivo creduto un “sasso”.
Che cosa sai? Quello che interessa al Dominio, che tu sappia… al fine di aderire perfetta(mente) al “qua, così” (paradigma, status quo).


La pillola dell’oblio: quel lato inquietante della scienza.
Le ricerche degli ultimi anni hanno chiarito, anche dal punto di vista chimico, il funzionamento della memoria, tanto da far balenare la possibilità della creazione di una futura pillola per dimenticare, in grado di cancellare i ricordi in modo selettivo.
Entusiasmi e inquietudini di una scoperta scientifica.
Solo ieri, la Giornata della Memoria. Quel 27 gennaio che ogni anno ci obbliga a ricordare ciò che è necessario non dimenticare.
L’obbligo è quello sancito dalla legge del 20 luglio 2000, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio, con cui la Repubblica italiana ha deciso di ricordare pubblicamente la Shoah, affinché conservando “nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, … simili eventi non possano mai più accadere”.
Ma i ricordi, soprattutto alcuni, che sono indispensabili all’autoconservazione della specie e della natura ultima di questa, non partecipano tanto dell’essenza dell’obbligo, del dovere, quanto di quella della necessità biologica.
Sì, i ricordi, soprattutto alcuni, sono necessari.
E così mette un po’ di inquietudine pensare che negli ultimi anni la scienza è arrivata a comprendere talmente bene il modo in cui funziona la memoria umana, da poter già essere in grado, se si volesse, di cancellare, di rimuovere attraverso un farmaco un singolo ricordo traumatico e doloroso.
L’orrore di una guerra, i ricordi  di un attentato, le immagini di una tragedia, i postumi di una violenza:
grazie ad una pillola o ad un’iniezione potrebbero sparire in un attimo, con tutto il loro bagaglio di emozioni e di dolore, cancellati con nonchalance come con un colpo di spugna.
Gli studi sulla sintesi di una “futura” pillola dell’oblio hanno fatto negli anni novanta grandi passi avanti:
sono stati scienziati come Karim Nader e Joseph LeDoux ad effettuare i primi esperimenti sulla memoria dei ratti, affinché, in seguito alla somministrazione di un farmaco, non ricordassero più gli effetti devastanti di un evento spiacevole.
Negli ultimi decenni, infatti, la conoscenza del meccanismo con cui la memoria umana raccoglie i propri ricordi, in particolare quelli a lungo termine, “ben radicati”, si è parecchio estesa.
Come molte reazioni che avvengono all’interno del nostro tessuto cerebrale, si è scoperto che alla base di tutto vi sono delle proteine, che è tutta una questione di enzimi.
Sono gli enzimi, a tenere insieme i ricordi.
Enzimi vengono sintetizzati dal nostro cervello quando un ricordo viene fissato per la prima volta. Altri enzimi vengono secreti quando richiamiamo alla mente quello stesso ricordo, ovvero quando non “visualizziamo” semplicemente il materiale fissato in precedenza, ma letteralmente “ricreiamo” un frammento di memoria.
Così che i nostri ricordi, da un punto di vista strettamente chimico, lungi dall’essere qualcosa di immutabile che viene immagazzinato una volta per tutte all’interno della memoria, sono sempre diversi da se stessi, perché “ricreati”.
Sulla base di questi presupposti, quindi, si è capito che sarebbero bastate delle molecole in grado di inibire il funzionamento degli enzimi della memoria per evitare la fissazione di un ricordo o indurne la sua cancellazione.
Gli scienziati hanno provato, sempre negli anni novanta, con i betabloccanti:
in questi esperimenti i ricordi  restavano, ma le emozioni negative scomparivano.
Si acquisiva cioè una sorta di memoria leggera, limitata alla sua parte visiva, ma ovattata e attutita nella sua componente drammatica ed emotiva.
Ma per far compiere alla scienza il passo decisivo verso la pillola dell’oblio ci sono voluti gli studi di Todd Sacktor, il neurologo americano che qualche hanno fa ha individuato nel PKMZeta l’enzima responsabile della fissazione dei ricordi.
Todd, professore di farmacologia, fisiologia e neurologia al Suny Downstate Medical Center di New York, da sempre appassionato dei meccanismi mnemonici, ha scoperto con la sua equipe che il PKMZeta è l’enzima che interagisce con i neuroni aiutando a ricreare i ricordi nella loro interezza. Di conseguenza, la sua inibizione consentirebbe finalmente un’opera di cancellazione selettiva della memoria
Cosa succederebbe se questa “futura” pillola dell’oblio finisse nelle mani sbagliate? Chi dovrebbe decidere cosa è giusto e cosa non è giusto dimenticare?
Esistono davvero ricordi non necessari?...
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Si acquisiva cioè una sorta di memoria leggera, limitata alla sua parte visiva, ma ovattata e attutita nella sua componente drammatica ed emotiva (ossia, l'esatta "forma" che hai assunto, nel tempo sociale e deviato del "qua, così". Quella disconnesione da te, che scambi per "normalità")...

Generatore esistenziale di... "elettricità".
Se, "ora", non (ri)cordi cosa è av(venuto) nel passato (i famosi “anelli mancanti”) è perché “qualcosa è già avvenuto e, dal "sempre successivo", ha predeterminato cosa doveva rimanere vivo o morto in te, relativa(mente) al passato da rendere strategica(mente) mai avvenuto”.
Gli effetti collaterali, in te, sono certi “retro(gusti) sensoriali” che, nonostante tutto, emergono ancora… come effetti indesiderati relativi ad una “operazione logica lontana nel tempo”.
Se l’individuo viene con(vinto) di… allora, la “sua” memoria si adatterà a
Un processo che auto av(viene) sempre in "virtù" di un aggiornamento del “sistema operativo” (in corsa), anche se:
la “sua” memoria originale è stata alterata ed ora è (con)vinto di…
Sono almeno due, le “fasi in gioco”:
  • il già avvenuto (situazione originale e nascosta o “shock beta bloccante”)
e
  • l’avvento (il “dire a caso” in virtù di studi e sensazioni catalogate a partire da una situazione a monte del tutto ignorata):
arrivo, venuta (con un accento enfatico, come di predestinazione)...
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Da questa prospettiva puoi “vedere”:
  • l’origine
  • il loop
  • l’introduzione nel loop
  • il vorticare “per inerzia” susseguente, nel loop.
La “soluzione” esatta per frasi auto impantananti del tipo:
è nato prima l’uovo o la gallina?”.
Una (ri)soluzione che non solo “tarda a manifestarsi” ma, anche, che non può manifestarsi se il “qua, così” si ostina a (man)tenerti distante ed isolato/a da te stesso/a.
Il punto “radio attivo” è... ciò che è già successo:
è da “lì” che si (di)parte il segnale (im)portante del Dominio.


Qualcosa che la storia deviata (man)tiene al di là della realizzazione sensoriale/intelligente, che ti è stata lasciata in funzione di quello che è stato giudicato utile “per te” (ri)cordare/disporre.
Cancellare la memoria: istruzioni per l'uso.
Se potessi cancellare i tuoi ricordi, quali sceglieresti?
In quanto neuroscienziato, una delle mie ragion d'essere in un certo senso, è quella di raggiungere, una qualche forma di cancellazione della memoria, soprattutto per gli individui che soffrono di disturbi post traumatici da stress, ansia sociale o tossicodipendenza.
Ciascuna di queste situazioni comporta qualche forma di memoria persistente che interferisce con le funzioni di tutti i giorni.
Allora, cosa si può fare?
La soluzione più ovvia è quella di isolare l'area del cervello in cui è memorizzato il singolo ricordo ed eliminarlo usando l'elettricità o sostanze chimiche.
Questo è esattamente ciò che Michael Fanselow e i suoi colleghi hanno dimostrato nel 2007, ovvero che l'amigdala è un probabile candidato come sito di stoccaggio dei ricordi di paura.
Nell'esperimento di Fanselow, quando i topi sono stati addestrati a temere un suono, hanno mostrato averne paura anche 16 mesi dopo l'addestramento. Lesioni chimiche dell'amigdala, tuttavia, sopprimono qualsiasi espressione di paura per quel tono, cancellando il ricordo della paura.
Il metodo del decadimento.
Un'altra opzione è quella di accelerare il processo di decadimento del ricordo.
Secondo la teoria del decadimento delle tracce, i ricordi scompaiono senza lasciare traccia. In accordo con questa idea, il neuroscienziato Yadin Dudai ha ipotizzato, sempre nel 2007, che lo stoccaggio di un ricordo di gusto richiede delle prove sotto forma di attività chimiche continuative (in particolare, la proteina chinasi M zeta – PKMzeta) nel cervello.
Senza quest'attività, i ricordi possono lentamente scomparire oltre la soglia del recupero.
Egli ha tentato di accelerare questo processo nei topi da una singola iniezione dell'inibitore "Zip" del PKMzeta nella corteccia insulare, una zona del cervello che si pensa sia responsabile dei nostri ricordi gustativi.
Questi topi hanno mostrato un deficit immediato nel richiamare una memoria di gusto, mentre i roditori che non hanno ricevuto lo Zip hanno mostrato un tasso molto più lento di rimozione. Tale accelerazione della dimenticanza è stata definita in questo studio una cancellazione, perché la memoria non poteva essere recuperata nei test successivi.
Il tentativo di cancellazione della memoria attraverso l'accelerazione della dimenticanza è un concetto familiare alla maggior parte di noi. In un precedente articolo sulla rimozione, ho menzionato in che modo, io e i miei colleghi, abbiamo identificato un neurotrasmettitore chiamato acido gamma-amino butirrico (Gaba) che è responsabile, almeno in parte, della dimenticanza.
L'alcol aumenta notevolmente l'attività del Gaba, quindi è possibile che acceleri la rimozione della memoria e provochi anche la cancellazione. Possiamo supporre che l'alcolismo di James Bond miri a cancellare i ricordi di un evento traumatico dell'infanzia...
Il cane di Pavlov.
Per chi vuole ottenere una cancellazione della memoria ma preferisce evitare l'iniezione di sostanze chimiche nel cervello o darsi all'alcolismo, potrebbe esserci una soluzione cognitivo-comportamentale.
Il noto fisiologo russo Ian Pavlov, attraverso un iniziale interesse per il sistema digestivo, notò nel tempo che i suoi cani non salivavano per il cibo, ma per la campana che segnalava i minuti precedenti alla sua distribuzione.
Egli coniò l'espressione "riflessi condizionati" e il processo di abbinare uno stimolo inizialmente neutro (la campana) con uno stimolo biologicamente significativo (il cibo), ora tale condizionamento viene denominato "pavloviano" o "classico".
Inoltre Pavlov ha osservato che, quando suonò il campanello più volte senza distribuire alcuna razione di cibo, la salivazione del cane, in risposta alla campana, scomparve.
Egli chiamò "estinzione" tale riduzione nella risposta e infine vinse il Premio Nobel per la sua ricerca sull'apprendimento associativo.
L'estinzione è un concetto molto importante perché costituisce la base della terapia dell'esposizione per trattamenti di ansia e dipendenza nell'uomo.
Per esempio, qualcuno investito da un camion potrebbe mostrare un estremo nervosismo nel sentire un forte rumore che assomigli al clacson di un auto; un terapeuta potrebbe quindi presentare dei forti rumori in un ambiente protetto fino a quando quella persona impara che un forte rumore non significa un'imminente collisione con un camion e a non aver paura di andare ovunque ci siano forti rumori.
Estinzione.
Purtroppo, in seguito fu ampiamente dimostrato che l'estinzione non provoca la cancellazione — piuttosto è un nuovo apprendimento che si oppone all'apprendimento originale.
Negli animali e nell'uomo, si è visto che al cambiamento dell'ambiente da quello in cui si è verificata l'estinzione, vi è un ritorno della paura o del problema di dipendenza originale.
Questo spiega perché un tossicodipendente può agire bene in un centro di riabilitazione, ma ricade appena ritorna nel mondo reale
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Questo spiega perché un tossicodipendente può agire bene in un centro di riabilitazione, ma ricade appena ritorna nel mondo reale (e dimostra frattalmente il nucleo della sostanza, nella quale non sei. Ossia, il fattore determinante della frattalità espansa, della grande concentrazione di massa, della "giurisdizione", della compresenza non manifesta del Dominio, che "spira unitario al di fuori di un certo 'locale, ripolarizzato ad hoc', all'interno del quale le 'masse agiscono secondo equilibri che, in un certo senso, sono in grado di stabilire rapporti di potere/in(di)pendenza diversi dallo status quo esterno').
Il Dominio è ubiquo, ma... se "isolato in un certo ambito", nel quale tu sei la grande concentrazione di massa, lo puoi "diluire" ad un punto tale da "prenderne le misure, manifestandoti a pieno tale e quale sei nel tuo più profondo intento"...
Tornando alla notizia poco sopra citata, questo tipo di “scienza”, (ri)emersa nel post evento “già accaduto e (ri)mosso”, si (pre)occupa (in)fatti... di isolare qualcosa per elevarlo a testimone del ragionamento logico (metodo scientifico); questa “scienza” è costante(mente) alla (ri)cerca di prove valide per “guadagnare premi Nobel” ed al Dominio sta, ovvia(mente), bene... essendo di fatto, "un nulla di fatto".

Dove "vai"?
Ossia, monumenti alla (de)cadenza umana, che reci(n)tano nuovi solchi attorno alla Massa, che (con)segue senza la minima idea di che cosa significhino, nella sostanza, simili “studi”.
Senza l’idea dell’(e)vento originale (per la Massa uno “shock”, per il Dominio il proprio “anno zero o successo/vittoria”), ciò che giunge dopo, lo fa in eterno... se, non si accorge.
Senza la rimozione dei blocchi e della soluzione bloccante, nella quale sei, tutto risulta deviato... come logica ed unica grande con(seguenza). La “fame”, in ogni sua (f)orma, per(mette) al Dominio di rimanere dove si trova, ment®e tu di(pendi) dalla sua funzione genitoriale di “fornitore di sostanze preparate ad hoc, al fine di (man)tenerti qua, così”.
Il fluido “spinale” della necessità di denaro, ad esempio, ti rende sempre “famelico” e potenzial(mente) sempre “aggressivo/a”.
Saresti disposto/a  tutto, pur di spegnere (sempre temporaneamente) questa “sete senza limite” (possesso).
(In)oltre, qualsiasi idea alternativa, allor(quando) ri(esce) a by passare il firewall interno, risulta sempre insabbiata nel momento in cui necessita della funzione di finanziamento che, regolar(mente), risulta ancora filtrante/bloccante/controllante/deviante/annichilente.
Cosa hai dimenticato?
Cosa non sai?
(Ri)sali a ciò, per mezzo della frattalità espansa (la “memoria” originale, sempre verde).

D'insieme "fa un ritmo, un respiro" (terzo stato).
La memoria originale è un tassello portante nel recupero della tua “identità”.
Qualcosa da unire alla (ri)formazione del “tuo terzo stato, lato proprio”, come una sorta di microprocessore tarato sulle frequenze e funzioni d’onda più adatte per “accorgerti” e da lì… (ri)attivarti in fase con te stesso/a…
Sì, perché, sei tu lo “smartphone, senza energia”, che pensa di essere solo un insieme di componenti organiche, dalle necessità (ri)modulate (alla Frankenstein) per sembrare e credersi sempre altro rispetto a…
Chi ti usa, lo fa per sfruttarti.
Chi ti usa, lo fa in seguito a ciò che è già ac(caduto).

Il (ri)cordo, "quel ri(cordare)" è vivo in ciò che ora ti appare solo come una “strana sensazione senza orientamento”.
Gli enzimi, che sono alla base della memoria, che cosa fanno, come vivono?
E, analoga(mente), il tuo andare per una intera Vita al lavoro, ad esempio, a che cosa può essere agganciato, da una prospettiva degli effetti generati e (ri)lasciati “tutto attorno a te”?
Che cosa si “appoggia” alla tua azione, potendo contare che ogni giorno della tua Vita uscirai di casa al mattino presto, per andare a lavorare? Che cosa (per)metti? Che cosa rendi possibile e... stabile? Quali per(corsi) apri e (man)tieni aperti?
Osserva ciò che ti dicono essere/compiere (lavoro) gli elettroni:
dal loro moto abitudinario “estrai” la corrente.


Mentre loro “vivono” in una certa maniera, tu hai la possibilità di
E… mentre, tu hai una simile possibilità e vivi di (con)seguenza… che cosa il Dominio estrae da te?
Che cosa rap(presenti)? A chi/che cosa “servi… qua, così”?
Morte Bruno. Grasso: sempre equilibrato e aperto al dialogo.
"La scomparsa del senatore Donato Bruno addolora profondamente tutti coloro che lo hanno conosciuto come partecipe e attento protagonista dei lavori del Senato della Repubblica".
È quanto si legge nel messaggio che il presidente Pietro Grasso ha inviato ai familiari del senatore scomparso oggi…
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Laureato in giurisprudenza, avvocato patrocinante in Cassazione, si avvicina a Silvio Berlusconi dal 1978 quando cura gli interessi di un amico d'affari del Cavaliere per un'operazione immobiliare a Roma.
Nel 1996 è candidato nelle liste di Forza Italia con la promessa di una nomina a sottosegretario in caso di vittoria, ma con il successo del centro-sinistra diventa deputato d'opposizione.
Ha ricoperto il ruolo di membro del consiglio direttivo di Forza Italia alla Camera. Nel 2001 presiede la commissione d’indagine sugli eventi del G8 di Genova. Nello stesso anno è eletto Presidente della commissione Affari Costituzionali e riottiene l'incarico nel 2008. Nel 2006 diventa presidente per la Giunta delle elezioni e della Giunta del Regolamento della Camera.
È ritenuto vicino a Cesare Previti
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Donato Bruno è pugliese come Luigi Vitali. Ed è un berlusconiano della gens previtiana, la prima corrente forzista ad avere il proprio leader di riferimento, l’arrogante Cesare, con una condanna definitiva.
Dopo, solo dopo, è toccato a Marcello Dell’Utri, ambasciatore con la mafia, e allo stesso Berlusconi…
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Pezzi d'intonaco che si staccano dalla parete del "palazzo del potere", senza per questo significare nulla di sostanzial(mente) nuovo, nè cambiare nulla di fatto.
  • partecipe e attento protagonista dei lavori del Senato della Repubblica...
  • sempre equilibrato e aperto al dialogo…
Pietro Grasso
Un “equilibrio a/di (p)arte”, che genera status quo, come una fabbrica emana gas di (s)carico.
Che cosa alimenti, allo stesso modo, “tu”?
Di cosa ti alimenti:
il cibo da dove proviene e dove lo (ri)trovi?
In “natura” o sempre di più… al supermercato?
Che cosa rap(presentano) le "forze naturali", che gli "esperti" stanno prov(vedendo) a modificare dall'interno?
Lo "stato d'isolamento" nel quale sei, sino a dove si spinge? Che cosa sono un... elettrone, un enzima, un colpo di vento o il ciclone che spazza la terra di tanto in tanto?
 
 
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com 

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