venerdì 14 agosto 2015

L’esperienza ordinaria di ciò che sono


Fino all’età di 25 anni circa non ero assolutamente interessato ad argomenti spirituali e tutto quello che sapevo l’avevo imparato nelle lezioni di religione a scuola.

Nel 1985 circa mi sono unito a una confraternita che mi mandava regolarmente ogni mese lezioni di misticismo e di ‘legge universale’.

Dopo un paio d’anni iniziai a trovare tutto quanto un pò pesante e mi interessai agli insegnamenti di un maestro indiano deceduto offerti, ancora una volta, a cadenza mensile e anche una relazione guru-discipelo – anche se era già morto!

Un paio d’anni e diverse tecniche spirituali dopo, mi ero annoiato e mi capitò per le mani un libro di un guru occidentale. Il libro mi diceva che ero già sveglio e non avevo bisogno di alcuna liberazione.

La verità di quello che diceva era ovvia. In ogni caso andò avanti (negli anni successivi e in diversi libri) a proclamarsi il maestro del mondo offrendo una relazione guru-discepolo a tutti coloro fossero interessati.

Beh, in ogni caso non stavo realizzando nulla, sebbene nei successivi cinque anni lessi altri suoi libri e ogni libro spirituale sul quale riuscissi a mettere le mani. Ma niente era tagliato per me come il libro di quel guru occidentale. Da qualche parte dentro di me sapevo che era vero; io ero già sveglio e libero ma ero ancora confuso perché mi sentivo essere solo un normalissimo individuo con i soliti problemi che la gente normale ha.

In ogni caso, mi sono stufato dei lavori di questo tizio e di qualunque altro e ho incontrato il mondo dell’Advaita. Lessi tutto di e su Ramana Maharshi, Jean Klein e Nisargadatta Maharaj e tutto di Ramesh Balseker.

Molta della confusione che avevo sentito prima se ne andò. Capii che tutto quello che esiste è Coscienza, ma come mai mi sentivo ancora un io separato? Qual era il nesso mancante? Se ero già sveglio e libero come mai la mia vita sembrava un ammasso di sterco?

Nel 1997 lessi il primo libro di Tony Parson dal titolo “The Open Secret”. Lo contattai e mi invitò a partecipare ad un incontro in una casa privata di Londra.

Andai e mi sedetti in una stanza affollata. Qui mi divenne subito chiaro quanto misticismo avevo costruito intorno all’intero dramma dell’illuminazione.

Tony sembrava proprio un uomo ordinario. Parlava con humour e pazienza. Ascoltai come rispose alle domande della gente e rimasi impressionato dalla sua semplicità e chiarezza. Mi recai a diversi altri incontri negli anni seguenti e telefonavo a Tony non appena potevo.

Volevo diventasse il mio ‘insegnante’ ma lui spiegava che non aveva nulla da insegnare, nulla da imparare. Sottolineava che esiste solo Coscienza e che lo sono già. Anche se prima lo avessi già accettato, adesso iniziò veramente a entrarmi in profondità. Tony evidenziava che non è necessario che accada alcun ‘evento’ associato con il riconoscimento della tua natura in quanto Coscienza.

Beh, a dire il vero, a settembre del 1998 un evento accadde. Stavo facendo giardinaggio e piovigginava. Guardai verso l’alto e c’era un sottile senso di non esserci. Presi la mia bicicletta e girai in strada ma sembrava proprio di essere in un film di cui facevo parte senza alcuno sforzo da parte mia.

Anche se Tony avesse specificato che nessun evento fosse necessariamente associabile al riconoscimento della propria natura come Coscienza, ovviamente ero rimasto sottilmente ad aspettarne uno in quanto, una volta che questo evento o esperienza fosse successo, mi sarei potuto dare il ‘permesso’ di essere sveglio. Stavo aspettando una conferma.

Chiamai Tony spiegandogli con eccitazione cosa stesse accadendo e, essendomi dato il ‘permesso’ di essere sveglio, mi autorizzai a parlare dalla chiarezza della comprensione che si era già manifestata durante il mio processo di ricerca prima che l’evento succedesse. Non mi stavo riferendo più a Tony dal livello di ricercatore e lui riconobbe che stavo parlando dalla mia natura in quanto Coscienza.

Ora, avendo associato questa esperienza con l’essere sveglio, iniziavo ad attribuirgli valore.

Mi svegliai il giorno dopo. Era ancora lì? Sì! Poi, dopo qualche giorno, notai che l’esperienza stava sfumando leggermente, ma un paio di giorni dopo era ancora lì in tutta la sua forza. Dopo un paio di settimane in cui l’esperienza andava e veniva e io tentavo di trattenerla, andai in uno degli incontri di Tony e l’esperienza sembrò autoricaricarsi stando lì. Ma poi, pochi giorni dopo, l’esperienza scomparì del tutto. Non dissi nulla a Tony e non andai ai suoi incontri per un po’. Mi sentivo confuso, ancora una volta.

Poi mi capitò di leggere un libro intitolato “Collision with the Infinite”di una donna chiamata Suzanne Segal che, negli anni, aveva avuto un’esperienza continuativa e costante. Dopo diversi anni era stato confermato da certi ‘insegnanti’ che si trattava proprio di ‘illuminazione’. In seguito si ammalò e morì e, nella postfazione del libro di Suzanne che era stata scritto da un terapista suo amico, lessi che vicina alla fine era diventata confusa e frustrata perché l’esperienza l’aveva lasciata.

Ecco il punto! Improvvisamente mi era assolutamente chiaro che queste esperienze – io le chiamo eventi o esperienze trascendentali – in realtà non hanno niente a che vedere con la chiarezza. Un’esperienza trascendentale può durare pochi secondi o dieci anni oppure anche per il resto della tua vita, ma un’esperienza trascendentale è questo e niente di più. Un’esperienza. Molte persone hanno avuto queste esperienze però poi, una volta perse, sono rimaste spesso col desiderio di averle ancora. Pensano di avere avuto un assaggio di ‘illuminazione’, quando tutto quello che è successo è stato avere un’esperienza trascendentale. Camminare per la strada è un’esperienza ma, essendo ordinaria, non la si cerca ancora e ancora.

La confusione se n’era andata. Sapevo chi ero senza alcun dubbio ed era ovvio che lo ero stato per tutta la mia vita. Non avevo più bisogno di alcuna esperienza trascendentale per provarmelo.

La somma di tutta la mia ricerca ‘spirituale’ era stata aggiunta a quello che io sono già e ho anche capito perché le persone sono confuse sull’argomento. Perché confondono ‘spiritualità’ con chiarezza. Questo riconoscimento della mia vera natura non era associabile ad alcun evento o esperienza trascendentale. Era chiaro che un’esperienza trascendentale di ogni tipo porta facilmente a confusione se capita prima che tu riconosca con chiarezza la tua natura come Coscienza.

E’ ovvio che l’evento trascendentale sperimentato non avesse nulla a che fare con la chiarezza del riconoscimento. L’accadere dell’evento ha portato la mia confusione in superficie e mi ha permesso di vedere chiaramente come stessi sottilmente aspettando un evento per avere il permesso di essere quello che già sono.

Ora riconosco che nessun evento trascendentale ha alcun significato alla luce della semplice, ordinaria, quotidiana chiarezza di chi tu sei veramente.

Nathan Gill, 
tratto da Already Awake

fonte: http://www.non-dualita.it/lesperienza-ordinario-di-cio-che-sono-nathan-gill/

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