lunedì 17 agosto 2015

Shaolin


Le origini
Tradizionalmente si fanno risalire le prime notizie storiche dell'esistenza di una vera disciplina di combattimento ai tempi di Huangdi l'imperatore giallo (2697 a.C.) noto tra l’altro per aver lasciato ai posteri il "Neijing " (Canone di medicina interna).

Si narra in quel tempo di una forma di combattimento molto violenta, in cui i contendenti indossando copricapi cornuti cercavano di trafiggersi, sopravvissuta fino a tempi recenti in forma rituale, risalgono invece al 1700 a.C. circa i primi reperti indicanti scene di combattimenti a mani nude. Nel periodo tra il 1100 e 300 a.C., sotto il dominio della dinastia Chou, iniziarono a comparire le prime vere testimonianze storiche sulle Arti Marziali: pugilato, lotta, scherma o tiro con l'arco.

I grandi saggi che popolavano la Cina in quel periodo diedero un notevole contributo al fiorire di tutte le arti, comprese quelle Marziali influenzando in maniera determinante tutto il pensiero cinese (Confucio, Lao Tze), tra questi il maestro Mo Ti che fu un grande guerriero a capo di un gruppo di cavalieri chiamati "Yu Hsie" (cavalieri erranti) particolarmente abili nelle Arti Marziali.

Siamo nel periodo degli Stati Combattenti (500-300 a.C.) e questi mercenari erano molto richiesti dai nobili perennemente in lotta. Quando l'esercito di cui un gruppo di yu hsie faceva parte veniva sconfitto, questi si rifugiavano in villaggi isolati, sulle montagne o in templi ove potevano creare scuole marziali, contribuendo sempre più alla commistione tra abilità marziali e ricerca filosofico-esoterica (che era parte integrante della loro vita).



Il periodo dei tre regni.

Iniziò poi il "Periodo dei tre regni" (220-280 d.C.), durante il quale le Arti Marziali vennero notevolmente raffinate. A quest’epoca si fanno risalire le prime notizie circa l’evoluzione zoomorfica dell’Arte Marziale, divenuta poi caratteristica costante, quando Hua To, medico taoista, inventò il "Gioco dei Cinque Animali", una serie di esercizi fisici che prendeva spunto dai movimenti della tigre, l'orso, il cervo, la scimmia e la gru. 

Per assistere alla vera e propria divisione tra stili interni ed esterni, bisognerà aspettare la dinastia Ching (1644-1911), altro punto importantissimo della storia del Kung-Fu: in questo periodo, infatti, la Cina fu dominata dai Manchu, una popolazione barbara del nord che strappò con la forza il trono all'ultimo imperatore Ming. 

 
Da subito sorsero focolai di rivolta e resistenza allo straniero. Gli ordini religiosi si schierarono in prima fila e i monasteri divennero rifugi e centri di addestramento dei rivoltosi. L'esercito invasore proibì, pena la morte, la pratica di Arti Marziali e l'uso di armi, e nel 1736 distrusse il monastero di Shaolin.

I monaci scampati si dispersero per tutta la Cina, dandosi ad addestrare il popolo in segreto in vista della ribellione contro i Manchu. I principali effetti della diaspora dei monaci furono due: la diffusione tra la popolazione civile delle Arti Marziali che nei secoli precedenti erano appannaggio esclusivo di individui scelti e la dispersione dei monaci su territorio vastissimo, determinando un'ulteriore frammentazione di conoscenze e stili. Contemporaneamente, vi fu un rigoglioso fiorire di società segrete nate per opporsi ai dominatori e prendersi cura del popolo oppresso. Queste furono le precorritrici delle moderne triadi, degenerate allo status di organizzazioni criminali.

Comunque, molti stili del nord poterono raggiungere la parte meridionale della Cina; su quest'argomento c'è una storia diffusa negli ambienti del Kung-Fu, secondo la quale i monaci scampati alla distruzione di Shaolin si rifugiarono nella regione del Fuchien (Cina del sud) e lì costruirono un secondo tempio dove crearono la scuola Shaolin del sud che però seguì la stessa sorte del primo non molti anni dopo e riuscirono a sopravvivere solo cinque monaci, che a loro volta svilupparono a nuovi stili. 

Bodhidarma e la leggenda del Tempio Shaolin.

Tappa successiva nella storia del Kung-Fu è l'evento più famoso in assoluto: si tratta dello stanziamento in Cina, nel 527, del prete indiano Bodhidarma, ventottesimo patriarca del buddismo, che e' stato considerato erroneamente l'iniziatore del Kung-Fu Shaolin. 
 
Shaolin ("monastero della giovane foresta") sorgeva sulle pendici di un monte sacro, il Song Shan, nella provincia di Honan; fu fondato nel 477 dopo Cristo come centro per monaci indiani venuti ad aiutare gli studiosi cinesi a tradurre dal sanscrito i testi sacri del buddismo appena giunto nell’Impero. 

Ciò che con maggior probabilità fece Bodidharma (in cinese Ta Mo) fu l'apporto a Shaolin di tecniche di ispirazione yoga, che aiutassero i monaci a sopportare le estenuanti sedute di meditazione. 

Si attribuiscono a Bodidharma due trattati anatomo-fisiologici,l'"I Chin Ching", trattato sul movimento dei tendini e lo "Hsi Sui Ching", trattato sul lavaggio del midollo osseo. Comunque sia andata, dopo la scomparsa di Ta Mo, cominciò a risuonare per tutta la Cina la fama di combattenti imbattibili dei monaci Shaolin. L'addestramento fisico e mentale dato dall'ascetismo monastico, probabilmente, dava i suoi frutti. Per tutta la sua storia il monastero fu un rifugio per briganti pentiti e guerrieri convertiti; tutti esperti combattenti che ebbero modo di confrontare le proprie conoscenze con ciò che si praticava tra i monaci. In tal modo il bagaglio del Kung-Fu Shaolin cresceva, così come la sua fama, per raggiungere l'apice tra il 1500 e il 1600.

Il generale Yueh Fei creò il Pa Tuan Chin, gli "Otto Pezzi di Broccato", una ginnastica energetica che preparava il corpo alla pratica del Kung-Fu. A questi è attribuita anche la creazione del famoso stile interno Hsing-I. Ma lo stile che più facilmente possiamo ricondurre al monastero è il Wu Hsing Ch'uan, il pugilato delle cinque forme, che si ispirava (come il gioco dei cinque animali di Hua To) al modo di combattere di cinque animali: il drago, con movimenti fluidi e veloci, la tigre, con notevole lavoro da parte delle articolazioni, il leopardo, che privilegia la forza fisica con salti spettacolari, il serpente, il cui Chi penetra in tutto il corpo così che quando tocca qualcosa sembra assorbirne tutta l'energia e la gru, che predilige il lavoro sui tendini e sui nervi mantenedo ben saldo l'equilibrio. Esso venne codificato nel 1500 dal monaco Chueh Yuan. Le 70 tecniche originali di questo particolare esercizio sono andate perdute, e le forme omonime attualmente esistenti, ed attualmente praticate anche all'interno della scuola "La Porta del Drago", sono di costituzione molto posteriore.

Punto di svolta fu il periodo in cui la Cina venne invasa dai Manchu ed i monaci Shaolin si schierarono attivamente contro questi nel tentativo di riportare sul trono la dinastia Ming. Evidentemente questo non sfuggì all'esercito invasore, che proibì, pena la morte, la pratica di Arti Marziali e l'uso di armi, e nel 1736 distrusse il monastero di Shaolin. I monaci scampati si dispersero per tutta la Cina, dandosi ad addestrare il popolo in segreto in vista della ribellione contro i Manchu. Le logiche conseguenze di questo avvenimento furono la diffusione tra la popolazione civile delle Arti Marziali che nei secoli precedenti erano appannaggio esclusivo di individui scelti e la dispersione dei monaci su territorio vastissimo.


Il tempio ad Honan (Cina) e la sua storia
Il tempio SHAOLIN (o SIULAM) dello HONAN, nel Nord della Cina (sulla montagna del SONG SHAN), è il luogo in cui le Arti Marziali Cinesi si sono evolute.

Lo sviluppo dello studio di queste avviene intorno al 520 d.C. con l'arrivo al Tempio Shaolin del monaco indiano BODHIDARMA (o TAT MOH), recatosi lì per divulgare la dottrina CHAN (o ZEN in giapponese).

Dopo un lungo periodo di meditazione (alcune fonti parlano di 9 anni in una caverna), si rese conto di quanto fossero deboli i Monaci del tempio e decise così di creare degli esercizi atti a rinforzare sia il fisico che la salute di questi. Creò così una serie di movimenti detti SHI PA SHOU LO HAN (LO HAN era un idolo Buddista), i quali nel tempo si svilupparono sempre più finché non diedero vita ai diversi tipi di Arti Marziali.

Dopo la distruzione del Tempio Shaolin dello Honan, accusato dal governo dittatoriale della dinastia Ching (1644 - 1911) di essere un covo di rivoluzionari, il tempio Siu Lam del Fujian divenne il nuovo centro dove addestrare i rivoltosi per combattere gli oppressori.
 

In passato il Tempio era stato più volte punto centrale per i militanti di diverse associazioni o società segrete. Questo perché le varie società erano sempre legate da ideologie religiose, Buddiste o Taoista (Loto Bianco, Bagua, Sopracciglio Bianco, i Boxer ecc.).
 

L'ingresso dei laici al tempio era molto selettivo. Chi voleva entrare per migliorare le proprio capacità nelle arti marziali veniva sottoposto a dure prove e solo chi riusciva a superarle veniva ammesso al tempio.

Durante il periodo di dittatura della dinastia Ching, tutte le sette erano contro questi oppressori e per tutti il motto fu: "abbattiamo i Ching, restauriamo i Ming (1368 - 1644; periodo di splendore per la Cina)". Proprio da questo motto deriva il saluto dello stile Hung-Ga. Infatti le mani rappresentano il giorno e la notte (o il sole e la luna), i quali caratteri formano il carattere cinese di Ming. Il portare le mani al torace sta ad indicare l'essere contro i dominatori stranieri e avere il cuore per la Cina ("siamo contro i dominatori stranieri e i nostri cuori sono per la Cina). Il portare i pugni ai fianchi, invece, sta ad indicare che con l'unione si può riuscire a liberare il paese ("combattendo insieme possiamo riprendere il nostro paese"). Quindi il saluto stava ad indicare la volontà di rovesciare i Ching (Tenebre) e ripristinare i Ming (Luce).
 
 



Hung Hei Gwoon, che in quel periodo (XVIII sec.) era commerciante di tè, ebbe delle controversie con dei nobili Ching. In seguito a ciò si rifugiò nel Tempio Siu Lam (Siu Lam Ji) del Fujian.

Hung era pratico nelle arti marziali , ma migliorò il suo livello sotto la guida dell'abate Ji Sin, allora a capo del Tempio. Purtroppo anche il secondo Tempio Siu Lam seguì la sorte toccata al primo: fu distrutto e incendiato. Pochi furono i superstiti e fra questi Ji Sin e Hung Hei Gwoon. I due si divisero per rendere difficoltoso il ritrovamento di tracce.

Hung Hei Gwoon continuò gli insegnamenti appresi a Siu Lam nella provincia del Gwuandong, nel Tempio del Grande Budda, per mantenere acceso lo spirito della rivolta. I suoi insegnamenti erano delle elaborazioni e delle modifiche delle tecniche originarie, ma mantenne, nel suo allenamento, molte di queste tecniche e dei loro principi base.

Quando la Cina fu invasa, agli inizi del 1800, dai coloni stranieri Ching, fu riammesso il libero insegnamento delle arti marziali. Hung Hei Gwon aprì una sua scuola nella città di Fat, nella provincia del Gwandong. L'arte marziale da lui insegnata prenderà il nome di HUNG GA KUEN SUT (pugilato della famiglia Hung) o HUNG-GA GUNG FOO (nel Sud della Cina il pugilato cinese veniva anche chiamato GUNG FOO) 


Nel frattempo Ji Sin continuava i suoi insegnamenti. Quando seppe della scuola di Hung nella città di Fat, gli inviò il suo miglior allievo Luk Ah Choi, il quale continuò a divulgare l'Hung Gar nella città di Canton.

Un allievo molto abile di Luc Ah Choi fu Wong Tai che divene suo successore. Anche il figlio di quest'ultimo, Wong Kay Ying, era molto abile nelle arti marziali e grande fu il suo contributo alla sua diffusione dello stile Hung Gar. Fu mandato dal padre nell'istituto di Luk Ah Choi per migliorare lo Hung Gar.

In quel periodo ci fu anche un altro grande maestro di Hung Gar, Tit Kiu Saam. Ma il più famoso maestro che si ricordi , anche grazie ai numerosi film a lui dedicati, è senz'altro Wong Fei Hung. Con lui comincia la storia moderna dello stile Hung Gar. 


Lam Sai Wing fu considerato il successore di wong Fei Hung. Ebbe l'iniziativa di divulgare lo Hung Gar anche tramite pubblicazioni, facendo stampare gli ormai famosi libri su Gung Ji Foo Hok e Tit Sin. Un altro allievo molto importante di Wong Fei Wong fu Tang Fung. I principali successori di Lam Sai Wing furono Lam Jo, Chan Hon Chung e Chiu Kao. 


La disciplina e il "fitness" Shaolin
di Walter Gjergja ( www.shaolin-wushu.it)


La preparazione fisica è una parte fondamentale di quasi tutte le arti marziali. Le arti marziali Cinesi in particolare necessitano di una preparazione fisica che consenta un elevata performance in molteplici aree, quali resistenza aerobica / anaerobica / muscolare, forza esplosiva, agilità, elasticità, coordinazione: senza un’adeguata preparazione non è infatti possibile eseguire la parte tecnica in modo ottimale.
 
I Maestri Cinesi di Arti Marziali, ed i monaci Shaolin in particolare, capirono oltre un millennio fa l'importanza di una preparazione fisica completa, per le arti marziali nonché per il benessere psico-fisico e la salute, e di conseguenza svilupparono un ampio programma specifico, complementare alla tecnica marziale. 

Tale programma si focalizza, con esercizi specifici, su tutte le aree necessarie per raggiungere una completezza ed armonia fisica, che secondo i canoni filosofici Shaolin aiuterà inoltre a raggiungere un'armonia interiore, fisiologica ma anche emotiva e “spirituale”. 

Il programma di preparazione fisica Shaolin è suddiviso nelle seguenti aree di allenamento ed i relativi esercizi di primaria importanza:
• Resistenza aerobica ed anaerobica - jogging, sprint, scale
• Resistenza muscolare - scale, saltelli, posizioni statiche ed in movimento, piegamenti sulle braccia, piegamenti sulle gambe, piegamenti addominali
• Esplosività - balzi, esercizi pliometrici (balzi su ostacolo, caduta e rimbalzo, squat e balzo)
• Forza - squat con pesi, trazioni alla sbarra, verticale e piegamenti, sollevamento pesi (in passato con rudimentali pesi di pietra chiamati “lucchetti di pietra”)
• Elasticità statica - stretching statico e con resistenza
• Elasticità dinamica - stretching in movimento e calci
• Qi (Chi) - esercizi specifici di respirazione, meditazione, concentrazione
Il programma di preparazione fisica Shaolin prevede quindi una focalizzazione omogenea su tutte le aree, verso un’armonia e completezza fisica comune a pochissime altre discipline.

A Shaolin si ritiene che uno sviluppo fisico completo ed armonioso porti si alla massima performance ma anche ad un equilibrio interiore che oggi può tradursi in un ideale di “fitness” e “wellness” ben al di là dei normali canoni forse "superficiali" proposti dalle normali attività da palestra quali aerobica, pesistica, ecc.

Nelle scuole Shaolin cinesi gli studenti locali a tempo pieno ancora oggi dedicano almeno 2-3 ore al giorno alle varie aree di preparazione fisica elencate. 

Per ragioni di tempo e di scarsa conoscenza, questi programmi in Europa vengono proposti raramente e praticati ancor meno, anche se grazie alle moderne scienze motorie esistono modi per periodizzare il programma di preparazione fisica Shaolin tradizionale, 

convertendolo in una routine moderna e flessibile, a beneficio di chiunque voglia fare un “fitness” diverso e completo, anche senza poi necessariamente praticare le arti marziali Shaolin.



fonte: http://www.zenhome.it/shaolin.asp 
 
 

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