lunedì 14 marzo 2016

Ecco perché i farmaci naturali in commercio non funzionano come dovrebbero


Negli ultimi mesi mi sono documentato sulle cure naturali, e su come il sistema delle big pharma, che hanno il controllo assoluto della sanità, della medicina, della ricerca, riescono a mettere fuori gioco le cure naturali. E’ un tema così vasto, che meriterebbe la scrittura di un libro di 1.000 pagine, pertanto in questo articolo cercherò di riassumere i punti essenziali, fornendovi spunti per approfondire le ricerche, se vi interessa l’argomento.

LE CURE PROIBITE
Un ottimo modo per togliere di mezzo piante medicinali, è farle proibire. Farle mettere “fuori legge”, impedendone la diffusione. Per indurre i governi a proibire una determinata pianta, è sufficiente che questa sia ritenuta pericolosa per la salute. Ci sono potenti alcaloidi naturali che hanno spiccate doti curative. Ma che se assunti in modo scorretto, possono nuocere. E’ una cosa “normale”, ovvia. Ma la pericolosità viene strumentalizzata per eliminare la pianta. Sarebbe come vietare il caffè, perché se ne bevi due litri rischi di morire. Un medico ha analizzato numerose “piante proibite”, scoprendo che quasi tutte avevano spiccate proprietà terapeutiche.

IL CASO MELATONINA

La melatonina è ampiamente diffusa come integratore per gestire il jet lag e per coadiuvare e migliorare il sonno. Ma alcuni scienziati, tra cui Di Bella, ma non solo lui, si sono accorti che la melatonina possiede anche proprietà anti-cancro, e sono stati duramente contrastati, salvo poi dargli ragione dopo molti anni.

Il consumo di Melatonina è cresciuto molto negli anni, e le big pharma si sono inserite nel business iniziando a produrla e commerciarla, e nel 2014 con una vera e propria truffa, se ne sono impadronite, limitatando la vendita alle compresse da 2mg, mentre fino a quel momento si trovava anche in pastiglie da 10mg o persino maggiori. Sarà un caso che la dose utile anti-cancro della Melatonina, sia molto alta? Secondo questo interessante dossier, addirittura 40-700mg?

FARMACI NATURALI CHE NON FUNZIONANO

Gli scaffali delle farmacie e anche dei supermercati sono pieni di prodotti naturali. Che non funzionano, o se funzionano, in modo molto blando, nettamente inferiore ai farmaci chimici. E costano il doppio. Io stesso, alcuni anni fa dopo aver provato un decongestionante nasale che non funzionava (e lo pagai 14€, contro i 6-7 del farmaco chimico) e una pomata all’arnica che non mi produsse praticamente nessun miglioramento al ginocchio, decisi di non acquistare più prodotti di questo tipo. Quando mi venivano proposti, ero preclusivo e diffidente, dopo aver buttato via soldi per nulla per due volte. 


Mettere in commercio “farmaci naturali” che non funzionano, oltre a consentire alle big pharma di entrare nel mercato dei prodotti naturali, ed intercettare anche questa categoria di consumatori, è un ottimo metodo per denigrare e disincentivare le cure naturali. Che invece esistono e funzionano. Non solo: molte specialità medicinali, non sono altro repliche chimiche di principi attivi presenti in natura. Ma essendo chimici, sono brevettabili e ben controllabili.

CENSURA ED ESCLUSIONE DAL MERCATO

Dei rimedi naturali fino a qualche anno fa, non parlava nessuno. Non c’era nessuna ricerca sulla materia, non c’era informazione. In questo modo non si crea mercato. Se tuttavia un prodotto dovesse emergere – perché il suo utilizzo è tradizionale, oppure perché gli effetti benefici emergono anche con il semplice “passaparola tra amici”, ovviamente nel giro di molti anni – a quel punto le big pharma non esitano a mettere le mani sul prodotto. Un caso di questi, è l’aloe vera. Una pianta che ha realmente numerose proprietà benefiche. Ormai si trova persino ai supermercati, in confezioni industriali, spesso con l’aggiunta di coloranti, conservanti, aromi artificiali e una buona dose di zucchero per rendere “appetibile” una pianta che ha un sapore vicino alla cipolla, non proprio gradevole per uso ricreativo.  

In questo modo, hanno denaturato e condotto sul binario del business e del consumismo pure l’aloe vera. Che funziona, ma ci vuole il gel fresco, oppure preparati che ne rispettino la natura, e senza additivi nocivi. Per non parlare delle creme all’aloe piene di paraffina e altre sostanze chimiche, nelle quali l’unico aloe è quello disegnato sulle confezioni. Molte persone che assumono aloe, lo fanno con prodotti che di naturale, e magari di benefico, hanno ben poco.
Fonte: veritanwo

Avevo notato questo problema tempo fa quando riguardo la vitamina D mi ritrovo medici che, dopo anni di ricerche e sperimentazioni, consigliavano 5000 UI di principio attivo al giorno mentre in commercio si trovano solo con 300UI, quindi praticamente neanche un decimo della quantità curativa. Oppure lo zenzero così curativo eppure commercializzano solo quello cinese coltivato con l’uso pesante di composti chimici. E c’è da dire che purtroppo molte formulazioni erboristiche sono scomparse o cambiate a seguito della proibizione di centinaia di erbe curative negli ultimi anni da parte dell’Unione Europea.

Ad esempio sono state “bandite” (si esatto le piante prodotte dalla natura che hanno preceduto la comparsa dell’uomo sulla Terra sono state criminalizzate) le piante medicinali utilizzate dalla medicina tradizionale cinese, ayurvedica, tibetana e altre che, pur rientrando in una tradizione d’uso MILLENARIA, non rispondevano ai requisiti richiesti dall’UE (ovvero curavano…). Ah per chi voleva fare ricorso e proteggere una pianta doveva pagare una licenza di 100.000€.

L’aziende farmaceutiche fatturano centinaia di miliardi di euro l’anno, ed è normale che controllano la politica in una società dove l’interesse principale è il profitto e certamente non la salute.


Riccardo Lautizi

fonte: http://www.dionidream.com/farmaci-naturali-big-pharma/

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