lunedì 13 maggio 2013

Divieto di sciopero in Grecia

Nella Grecia dilaniata dal memorandum di intesa imposto dalla troika (Banca Centrale Europea, Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale) accade anche questo. Il primo ministro vieta lo sciopero agli insegnanti, ancora prima che questo venga convocato. Una vera e propria misura di repressione preventiva, giustificata con ragioni di ordine e sicurezza pubblica. Peccato che la Costituzione greca preveda la possibilità di vietare gli scioperi solo in caso di disastro, di coscrizione o di guerra.
 



Appunto. Guerra. Anche da questo è oggi possibile vedere che i cittadini greci sono vittime di questa guerra silenziosa dell'Europa condotta delle banche e della grande finanza internazionale. La scuola, l'istruzione, la formazione costituiscono il futuro di un paese e quando vengono fatti a brandelli, con la chiusura di un numero impressionante di istituti (oltre 2000 dall'inizio della crisi), è il segnale evidente che lo Stato sta morendo.

Fra l'altro, giusto per la cronaca, un articolo del 12 maggio sul Messaggero portava questo titolo: "Da settembre altre 485 scuole cancellate". Nel corpo della notizia si leggeva che negli ultimi tre anni in Italia sono stati chiusi ben 2600 istituti, per ottemperare all'obbligo di creare scuole con un minimo di 1000 alunni per ridurre la spesa pubblica. E' l'austerity baby, e un popolo di ignoranti può essere condotto più facilmente al macello dalla dittatura finanziaria globale. L''Italia è sempre più vicina alla Grecia.


Monia Benini

http://testelibere.it/blog/divieto-di-sciopero-grecia 

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Quello che non ci dicono sull'austerity: la Grecia

foto flickr jakuza
Gli aspetti economici li conosciamo già, triti e ritriti in trasmissioni televisive, dibattiti, analisi e chi più ne ha più ne metta.
Ma cosa viene, volutamente, taciuto dal mondo politico ed economico, è veramente agghiacciante. Non parliamo dei dati macro, dei tassi o del rapporto tra pil e deficit, ma dei risvolti umani ed umanitari della tanto pubblicizzata e necessaria austerity.

A pochi chilometri da casa nostra c'è un Paese che l'ha testata, in maniera molto rigida, perchè imposta dall'Unione Europea, per risanare il proprio bilancio e tornare ad essere solvibile ed affidabile. Ma in termini assoluti, il prezzo che la Grecia sta pagando, per compiacere la finanza internazionale, è insopportabile.

Salari ridotti anche del 40%, pensioni tagliate del 20%, i consumi in picchiata con una flessione del 25% e un tasso di disoccupazione di qualche punto sotto il 30%. La Grecia non fa più parte dell'occidente ma è, nei numeri e nei fatti, un Paese del terzo mondo.

Il Fondo monetario internazionale si è recentemente complimentato con la Grecia perchè addirittura avrebbe avuto, nell'ultimo rapporto finanziario, un disavanzo di cassa; l'austerity è una cura che funziona, addirittura la borsa ellenica pare abbia fatto segnare forti rialzi ed una serie infinita di chiusure positive.

Grazie all'austerity poi si è risolto anche il problema del sovraffollamento della aule scolastiche, grazie ai frequenti svenimenti dei piccoli alunni a causa della malnutrizione, cosi come è stata debellata la piaga delle lunghe code al ristorante, qui l'Italia potrebbe prendere spunto: tutti a cenare in mensa o in parrocchia; la Chiesa Ortodossa dichiara di distribuire 250 mila pasti giornalieri.

Ad Atene su 40 bambini visitati dal pediatra, 23 presentano un evidente stato di malnutrizione; cresce la stima dei senza fissa dimora, schizza alle stelle quella dei suicidi, con la media di tre decessi ogni due giorni.

Diminuiscono le cure mediche, almeno quelle prestate dai normali canali ospedalieri pubblici e privati, mentre le Ong si ritrovano a curare quasi il 60% dei propri bacini d'utenza, nuovi poveri che si sono aggiunti agli immigrati, i soli fruitori fino a poco tempo fa.

Aumentano le malattie tipiche dei Paesi sottosviluppati, quali sifilide ed Hiv, cosi come la prostituzione e tutti quegli indicatori che rendono la Grecia un Paese del terzo mondo ed i greci un popolo alla fame, allo stremo delle forze. 

Questa è l'austerity, i risultati eccezionali delle politiche di risparmio e contenimento della spesa pubblica, talmente positive che ormai in Grecia si acquista soprattutto dagli scaffali dei prodotti scaduti.


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