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Io credo che il nostro vero problema sia costituito dall’esistenza delle gerarchie di
potere e comando; tutte le gerarchie di potere e comando.
Da quando il dio biblico ‘assumeva’ Abramo e poi Mosè nella conduzione
degli affari
terreni, il problema principale per il fiero popolo ebraico erano i
dignitari, gli intermediari ed i vassalli di un potere al tempo sottile
ed invasivo che lo distoglieva dal suo naturale
cammino.
Le
incredibili vicende di un popolo reso nomade dai voleri di un
personaggio anomalo,
dotato di mezzi persuasivi violenti e perentori, sono la
testimonianza di un percorso naturale interrotto, di un destino
programmato verso un piano a lui alieno.
Le
gerarchie si sono modellate sui protocolli disumani di cui il ‘gregge’
non ha in effetti
assolutamente bisogno. La necessità del comando e della presenza
delle autorità è un concetto inculcato nella mentalità di un’umanità
dolcemente e naturalmente anarchica.
Le strutture di potere generano ingiustizie, clientele, classismo, indifferenza. Lo sa bene
chi vive nella capitale. Più le strutture di comando sono organizzate e verticistiche più hanno l’ossessione del controllo. Il potere si fonda sui desideri immorali di chi sfrutta il
prossimo in modo parassitario. Il potere è sempre usurpato.
In questi ultimi anni bui, assistiamo sempre
più all’allontanamento dei vertici verso un empireo occulto.
Addirittura nel ‘democratico’ e popolare movimento di Beppe Grillo
possiamo notare l’andazzo di questo nostro cupo
zeitgeist.
Nulla come l’anarchia ha suscitato le ire del potere. Nulla come l’anarchia è stata
utilizzata per giustificare eventi delittuosi
ma l’anarchia è incompatibile con la violenza perché è il suo esatto
opposto. L’anarchia vuole solo dire
assenza di tutte le strutture gerarchiche organizzate dall’origine
remota ed incerta. Anarchia vuol dire anche cooperazione e mutuo
soccorso. Non so se sia la panacea di tutti i mali ma è
senz’altro un sogno da tenere ben desto.
L’assenza
di potere è anche l’assenza dei codici occulti, delle simbologie
esoteriche,
delle caste e delle logge. Senza il potere organizzato non
avverrebbe neanche il sacco del territorio, naturalmente predisposto per
accoglierci anche in numero ben maggiore di quanti siamo
oggi.
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