Volendo fare un parallelismo, potremmo considerare il nostro corpo alla stessa stregua di un terreno.
Ciascun terreno ha delle caratteristiche particolari, a seconda di una serie di fattori, quali la sua collocazione rispetto al Polo Nord, al Polo Sud e all’equatore, la sua esposizione ai raggi solari, le condizioni climatiche alle quali è sottoposto ed un buon agricoltore non potrà prescindere da questi elementi nella scelta della “tecnica agricola” più idonea a rendere fertile il terreno.
Proprio come il terreno, infatti, il nostro corpo si ammala nel momento in cui vengono violate le Leggi Biologiche Naturali, che ogni organismo vivente dovrebbe rispettare. Stili di vita sbagliati, droghe, alcol, fumo di sigaretta, mancanza di esercizio fisico, preoccupazioni, stress psicofisico, incidono in modo determinante sullo stato di salute del corpo umano rendendolo più o meno vulnerabile ed esposto alle malattie. Virus, batteri e tossine, infatti, trovano terreno fertile non in tutti i soggetti, ma solo in quelli con un sistema immunitario debole caratterizzato da un PH acido anziché alcalino.
Le radiazioni elettromagnetiche, a cui siamo quotidianamente esposti, hanno destato una serie di preoccupazioni per i possibili effetti negativi sulla salute, poiché è risultato che l’esposizione cronica , anche a livelli molto bassi, può favorire l’insorgere e lo sviluppo di tumori e malattie degenerative.
Ed ancora. Secondo i dati forniti dall’OMS, il 60% delle malattie sono iatrogene. I farmaci, infatti, hanno effetti collaterali dannosi per l’organismo umano, soprattutto se usati a sproposito o in dosi diverse da quelle prescritte dal medico, e addirittura provocano più malattie di quante non ne curino. Conclusioni alle quali era giunto fin dai primi dell’800 il Dott. Isaac Jennings, ottenendo una laurea ad honorem dall’Università di Yale, come riconoscimento del grande successo che riuscì ad ottenere sostituendo alle pillole i placebo.
In America la quarta causa di morte sono i medici che prescrivono farmaci potenzialmente dannosi, sbagliano diagnosi, prendono decisioni errate e fatali, eseguono interventi che portano alla morte. Anche il Journal of the American Medical Association, nel numero 284, affronta questa tematica affermando che “Gli interventi chirurgici non necessari, gli errori medici, gli effetti collaterali dei farmaci……causano lo stesso numero di morti delle cardiopatie e dei tumori…”.
La lista continua.
Anche il cibo che ingeriamo è causa di malattie. Si pensi, ad esempio, all’impiego sistematico degli additivi alimentari, come i coloranti, gli aromatizzanti ed i conservanti, che conferiscono al cibo un determinato sapore, colore, odore, o maggiore cremosità, o ne garantiscono la conservazione nel tempo. L’utilizzo di queste sostanze, non a caso, è regolamentato dalle leggi ed è autorizzato limitatamente a quantitativi prestabiliti e sostenibili dal corpo umano.
Esiste, infatti, una stretta correlazione tra il consumo di queste sostanze, che in Europa si aggira intorno alle 170.000 tonnellate all’anno solo per gli aromi, e l’insorgere di allergie e intolleranze varie che colpiscono il 15% degli europei. Pertanto, le rassicurazioni degli industriali circa l’innocuità degli additivi, poiché non fondate su prove scientifiche, risultano poco attendibili.
Nel frattempo le malattie continuano a diffondersi e le lobby dell’industria chimico farmaceutica sono pronte a fornire il loro preziosissimo e disinteressato contributo.
Ciascun terreno ha delle caratteristiche particolari, a seconda di una serie di fattori, quali la sua collocazione rispetto al Polo Nord, al Polo Sud e all’equatore, la sua esposizione ai raggi solari, le condizioni climatiche alle quali è sottoposto ed un buon agricoltore non potrà prescindere da questi elementi nella scelta della “tecnica agricola” più idonea a rendere fertile il terreno.
Proprio come il terreno, infatti, il nostro corpo si ammala nel momento in cui vengono violate le Leggi Biologiche Naturali, che ogni organismo vivente dovrebbe rispettare. Stili di vita sbagliati, droghe, alcol, fumo di sigaretta, mancanza di esercizio fisico, preoccupazioni, stress psicofisico, incidono in modo determinante sullo stato di salute del corpo umano rendendolo più o meno vulnerabile ed esposto alle malattie. Virus, batteri e tossine, infatti, trovano terreno fertile non in tutti i soggetti, ma solo in quelli con un sistema immunitario debole caratterizzato da un PH acido anziché alcalino.
Le radiazioni elettromagnetiche, a cui siamo quotidianamente esposti, hanno destato una serie di preoccupazioni per i possibili effetti negativi sulla salute, poiché è risultato che l’esposizione cronica , anche a livelli molto bassi, può favorire l’insorgere e lo sviluppo di tumori e malattie degenerative.
Ed ancora. Secondo i dati forniti dall’OMS, il 60% delle malattie sono iatrogene. I farmaci, infatti, hanno effetti collaterali dannosi per l’organismo umano, soprattutto se usati a sproposito o in dosi diverse da quelle prescritte dal medico, e addirittura provocano più malattie di quante non ne curino. Conclusioni alle quali era giunto fin dai primi dell’800 il Dott. Isaac Jennings, ottenendo una laurea ad honorem dall’Università di Yale, come riconoscimento del grande successo che riuscì ad ottenere sostituendo alle pillole i placebo.
In America la quarta causa di morte sono i medici che prescrivono farmaci potenzialmente dannosi, sbagliano diagnosi, prendono decisioni errate e fatali, eseguono interventi che portano alla morte. Anche il Journal of the American Medical Association, nel numero 284, affronta questa tematica affermando che “Gli interventi chirurgici non necessari, gli errori medici, gli effetti collaterali dei farmaci……causano lo stesso numero di morti delle cardiopatie e dei tumori…”.
La lista continua.
Anche il cibo che ingeriamo è causa di malattie. Si pensi, ad esempio, all’impiego sistematico degli additivi alimentari, come i coloranti, gli aromatizzanti ed i conservanti, che conferiscono al cibo un determinato sapore, colore, odore, o maggiore cremosità, o ne garantiscono la conservazione nel tempo. L’utilizzo di queste sostanze, non a caso, è regolamentato dalle leggi ed è autorizzato limitatamente a quantitativi prestabiliti e sostenibili dal corpo umano.
Esiste, infatti, una stretta correlazione tra il consumo di queste sostanze, che in Europa si aggira intorno alle 170.000 tonnellate all’anno solo per gli aromi, e l’insorgere di allergie e intolleranze varie che colpiscono il 15% degli europei. Pertanto, le rassicurazioni degli industriali circa l’innocuità degli additivi, poiché non fondate su prove scientifiche, risultano poco attendibili.
Nel frattempo le malattie continuano a diffondersi e le lobby dell’industria chimico farmaceutica sono pronte a fornire il loro preziosissimo e disinteressato contributo.
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