mercoledì 21 maggio 2014

L'Unione Europea opta per la diversificazione energetica

L'Unione Europea opta per la diversificazione energetica

Il Commissario europeo per l’energia Gunther Oettinger ha proposto all’UE di tenere una riunione per discutere la strategia di lungo termine nel campo energetico, volta a diversificare le forniture delle risorse.
 
Lo scopo dovrebbe essere quello di mantenere i rapporti con la Russia, aumentando nel contempo le forniture da parte di Norvegia, Azerbaigian, Algeria e Qatar.

Sull’orizzonte energetico dell’Europa si è profilata una nuova svolta. Consapevoli dell’impossibilità di rinunciare a breve alle forniture dalla Russia, i dirigenti dell’UE stanno cambiando la loro tattica. Pur dichiarando di voler continuare la cooperazione con Mosca, Bruxelles allo stesso tempo vuole persuadere altri fornitori ad aumentare le vendite all’Europa. “In settembreo terremo una riunione degli Stati membri, alla quale elaboreremo delle proposte per rivedere la nostra strategia energetica per decenni a venire”. Queste parole di Oettinger aprono una nuova pagina dello stratagemma del gas.

Di quali fornitori si tratta? Nelle parole di Oettinger non c’è nulla di nuovo: “Vogliamo che la Russia resti un nostro partner. Tuttavia ci sono anche la Norvegia, l’Algeria, il “Corridoio meridionale del gas” che fra cinque anni comincerà a fornire notevoli quantità dall’Azerbaigian, attraverso la Turchia e la Grecia, in Albania, Italia, Bulgaria e ai mercati europei. In più saranno aumentate le forniture di GNL, in particolare dal Qatar”.

Il significato politico di questa dichiarazione è ovvio: fare un passo incontro agli USA che stanno premendo sull’Europa per obbligarla a ridurre al massimo l’uso del gas russo, senza però guastare i rapporti con Mosca. Fra non molto si terranno le elezioni europee che saranno seguite dal processo, tutt’altro che facile, della formazione della Commissione europea. In questa situazione per i funzionari dell’UE sarebbe un suicidio spaventare gli europei con la prospettiva di restare senza gas russo durante l’inverno. Tuttavia, nelle sue condizioni attuali, l’UE non può neanche rinunciare ai principi della solidarietà euro-atlantica.

Quanto potrà essere efficace la geografia dei fornitori indicati da Oettinger? Cominciamo con il “Corridoio meridionale” che prevede le forniture dal campo di Shah Deniz, in Azerbaigian, attraverso Georgia, Turchia, Grecia e Albania, fino all’Italia meridionale. Questo progetto è nato come un’alternativa al progetto Nabucco che non è stato realizzato proprio perché non c’erano i fornitori, ha fatto ricordare l’analista petrolifero della società “Arbat Capital”, Vitaly Gromadin.
Il gasdotto Nabucco poteva essere costruito se si garantiva lo sfruttamento di oltre la metà della sua capacità. Tuttavia il gas poteva essere fornito soprattutto dall’Azerbaigian. In teoria il gas poteva essere acquistato anche in Iran, ma le sanzioni e la pressione su Teheran, per far chiudere il programma nucleare iraniano, hanno precluso questa possibilità. Alla fine gli investitori non si sono decisi a finanziare il progetto.
Eppure il problema dell’insufficienza del gas azero c’è ancora oggi, e ciò compromette seriamente il potenziale del “Corridoio merdionale del gas”. Il presidente di Eurogas, Jean’Francois Cirelli, riconosce che il gas azero, che dovrebbe essere trasportato da questo gasdotto, non può essere un’alternativa al gas russo e deve essere considerato soltanto come una “fonte supplementare”. Attraverso il “Corridoio meridionale”, che deve entrare in funzione nel 2019, si potranno fornire soltanto 6 miliardi di metri cubi alla Turchia e 10 miliardi all’Europa, mentre già adesso la Gazprom russa fornisce all’UE più di 160 miliardi di metri cubi all’anno. 

La differenza è di 10 volte. Questo squilibrio rende ancora più assurda la riluttanza dell’UE a riconoscere l’importanza strategica del progetto “South Stream”, geograficamente vicino al “Corridoio meridionale”. In sostanza, parlando della diversificazione degli approvvigionamenti, i funzionari UE vedono questo processo senza la partecipazione della Russia, ha rilevato il membro del Cda dell’Istituto di strategia energetica e direttore per l’energia dell’Istituto di energia e finanze, Aleksej Gromov.
La strategia dell’Unione Europea, discussa al primo vertice energetico in febbraio 2011, prevedeva la costruzione del “Corridoio meridionale del gas”. Allora si è parlato anche dell’importanza strategica del progetto Nabucco, mentre di “South Stream” non è stata detta neanche una parola.
Gli altri fornitori nominati da Oettinger suscitano dubbi ancora maggiori. Secondo i dati del primo trimestre, l’Algeria ha ridotto le sue forniture del 2,8%, sino a 9,1 miliardi di metri cubi, mentre quelle del Qatar sono diminuite del 6,2% calando a 4,9 miliardi. Del 2,7% sono diminuite anche le fornitore della Norvegia. Speriamo quindi che in queste condizioni la diversificazione non diventi per l’UE un fine a se stesso, perché altrimenti gli europei rischierebbero di patire il freddo.


Petr Iskenderov

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