La
Cina deve non solo di diversificare rotte e fonti di energia, ma non è
un segreto che deve diversificare le rotte per i prodotti finiti. Qual è
il problema? Vi sono le vecchie rotte marittime che collegano le coste
della Cina attraverso stretto di Malacca, Oceano Indiano, stretto di
Suez, Mar Mediterraneo e stretto di Gibilterra all’Europa, uno dei
principali partner commerciali della Cina. È qui che il commercio della
Cina si svolge, ad esempio con la Germania, attraverso il porto di
Amburgo. Quest’ultimo è uno dei più grandi porti del mondo e il secondo
in Europa per carico. La rotta del Mediterraneo al Mar Nero, attraverso
gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, arriva al primo porto di
carico ucraino, Odessa, ma qui una domanda piuttosto banale sorge
spontanea: perché il presidente Janukovuch dovette recarsi a dicembre
dell’anno scorso a Pechino per negoziare con i cinesi la costruzione
(gli investitori) un porto oceanico in Crimea, che all’epoca era ancora
parte dell’Ucraina? Il 5 dicembre dello scorso anno, il governo
precedente dell’Ucraina firmava a Pechino un memorandum tra le società
Kievgidroinvest e BICIM (RPC).
Poi il 18 dicembre il presidente
Janukovich voleva andare a Mosca, ma la visita fu interrotta a causa
della crescente inquietudine a Kiev, per “Majdan”, che al momento non
era arancione, ma piuttosto bruno acceso russofobo. Poi si ebbero eventi
infami; il colpo di Stato, l’occupazione illegale del potere a Kiev dei
teppisti fascisti e l’incitamento alla guerra civile nell’est. Mentre i
terroristi imperversavano a Kiev esaltando incessantemente la loro
purezza razziale, la repubblica di Crimea si separava dall’Ucraina,
dichiarando l’indipendenza e riunendosi con la Russia. Così, la
questione della costruzione cinese del porto in acque profonde in Crimea
rimase sospesa per via del mutamento di sovranità e dei problemi per a
recente riapertura, dal 1945, del “Fronte Orientale”. Tuttavia, ciò non
elimina la domanda: perché la Cina vuole commerciare attraverso la
Crimea, se la stessa cosa può essere fatta attraverso il porto di
Odessa?
Una spiegazione dei media ucraini, (fonti discutibili), riteneva
che le navi mercantili cinesi avrebbero scaricato merci cinesi in
Crimea e caricato grano ucraino. Cosa impediva all’Ucraina di fare lo
stesso ad Odessa, non è mai stato spiegato. Poi si capì che l’Ucraina
era parte dell’antica Grande Via della Seta che oggi s’è deciso di
ripristinare nel suo “significato storico”. C’è una goccia di verità in
ciò, ai tempi dei khanati mongoli e della Via della Seta, l’Ucraina non
esisteva, ma la Crimea era uno dei terminali marittimi della Via. La
rotta settentrionale della Via della Seta passava dall’Asia Centrale
(Samarcanda, ecc), costeggiando il Mar Caspio, da Malii Sarai alla
Crimea. Qui le merci sulla costa venivano prese dai mercanti genovesi
(accumulando enormi fortune con gli scambi commerciali con le Orde) e
trasportate nei mercati europei.
Il 19 giugno, Kommersant FM informava che una società cinese, la China Communications Construction Company, costruirà il ponte tra Kerch, nella penisola di Crimea e Taman, nella regione di Krasnodar. Un investitore disposto a spendere in rubli e a prendere impegni a lungo termine. La questione è stata discussa durante l’ultima visita di Vladimir Putin a Shanghai, come menzionato dal direttore di Avtodor Sergej Kelbakh. Secondo lui, gli ingegneri cinesi hanno già visitato Kerch, e il 18 giugno la CCC Company ha presentato una proposta alla delegazione russa guidata dal ministro dei Trasporti Maksim Sokolov. L’investitore cinese ha proposto due opzioni: un ponte stradale/ferroviario o un tunnel. Si prevede che in Crimea sarà costruita una ferrovia di 17 chilometri, e circa 10 km di strada; a Taman sarà costruito un sistema stradale e ferroviario di 40 km.
Secondo la corrispondente di Kommersant FM, Jana
Lubnina, un ponte sullo stretto di Kerch è uno dei temi chiave discussi a
Shanghai. Ovviamente, collegherà il futuro porto d’alto mare in Crimea,
attraverso Krasnodar, alla ferrovia Transiberiana. Poi ci sono due
opzioni: una rotta per la Cina attraverso il Kazakistan (membro
dell’Unione doganale) e una rotta lungo il confine con la Mongolia che
termina a Vladivostok. A Shanghai, come sappiamo, è stata presa una
serie di decisioni relative all’incremento delle capacità ferroviarie e
stradali tra Cina e Russia. Russian Railways e China Railway Corporation
hanno deciso di sviluppare le infrastrutture ferroviarie e stradali. Le
aziende prevedono di sviluppare infrastrutture adeguate ai valichi di
frontiera e nei porti per aumentare la capacità delle ferrovie, così
come il volume del traffico internazionale tra i Paesi e del transito
nei loro territori.
Dal 18 al 20 giugno Sochi ha ospitato il Forum
internazionale “Strategic Partnership 1520″. Il programma del Forum si
basava sulla tesi della necessità di sviluppare un mercato equilibrato
tra gli interessi dei Paesi sul perimetro del corridoio Est-Ovest e i
tre pilastri principali del settore ferroviario: trasporti,
infrastrutture e materiale rotabile. L’ordine del giorno della
discussione plenaria comprendeva i problemi sullo sviluppo dei corridoi
internazionali di trasporto UE-1520-Asia-Pacifico. Gli sviluppi del
progetto ferroviario discussi includono Vienna – Bratislava – Kosice –
Kiev – Mosca – Komsomolsk-on-Amur – Nysh – Juzhno-Sakhalinsk – Capo
Crillon – Wakkanai (Giappone), e Rotterdam – Mosca – Kazan – Novosibirsk
– Krasnojarsk – Irkutsk – Khabarovsk – Vladivostok – Busan (Corea del
Sud).
Quindi, il problema principale per il leader industriale di oggi,
la Cina, come già accennato è diversificare le rotte di
approvvigionamento energetico nonché quelle commerciali per esportare i
prodotti finiti. Ahimè, la politica degli Stati Uniti di controllo delle
principali rotte commerciali marittime e degli stretti ora è sempre più
anticinese e meno adeguata. La diversificazione delle forniture
energetiche alla Cina, in molti modi è vicina alla risoluzione, come
dimostrano i numerosi accordi nel settore petrolifero e gasifero
conclusi durante la visita di Putin a Shanghai. Sulla diversificazione
delle rotte commerciali vi sono due opzioni allo studio oggi, la rotta
marittima settentrionale e le rotte stradali e ferroviari basate sulla
Transiberiana. Con queste condizioni, ovvero la costruzione di un porto
in acque profonde in Crimea, il progetto della Transiberiana rientrerà
nel piano di sviluppo.
Konstantin Penzev, New Oriental Outloo
Konstantin Penzev è scrittore, storico ed editorialista della rivista online “New Oriental Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/07/06/crimea-cina-e-rotte-commerciali-alternative/
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