Negli ultimi anni parlare
di alimentazione è diventato un fatto talmente frequente da rasentare
l’ossessione. Esperti in materia si alternano in televisione il cui chiodo fisso
è trovare la soluzione per far continuare a mangiare ciò che piace alla gente
senza rischiare malattie o obesità. Ognuno propone una sua teoria. Ma tutti
stanno molto attenti a considerare prodotti animali alimenti da abolire dalla
dieta.
Anche le persone più
informate in fatto nutrizionale dimostrano di non avere le idee chiare su quale
sia la giusta alimentazione per noi umani e tutta la loro scienza si limita alla
riduzione dei quantitativi di quello che viene convenzionalmente consumato,
convinti che occorre mangiare un po’ di tutto (ma con moderazione) perché
l’essere umano è, considerato, onnivoro.
Le soluzioni proposte
dalle infinite diete in circolazione creano confusione da indurre anche i più
ben intenzionati al rifiuto di qualunque regola e a continuare a mangiare
seguendo il proprio gusto. E così c’è la dieta Atkins che propone il consumo
illimitato di proteine e grassi; la dieta Banting, che favorisce le proteine e
bandisce i grassi e gli zuccheri; la dieta Fletcher, che dà importanza ad una
lunghissima masticazione; la dieta Hay, che propone una dieta dissociata; la
dieta Mayo, che fa grande uso di uova e frutta escludendo i carboidrati; la
dieta Messeguè, ipocalorica e ricca di tisane depurative disintossicanti; la
dieta Pritikin, con il consumo di carboidrati complessi; la dieta a Punti, con
riduzione drastica di carboidrati; la dieta a Zona e poi le diete
ipocolesterolemizzanti, la dieta rotazionale, la dieta ipocalorica, la dieta
iposodica, la dieta disintossicante, la dieta dei gruppi sanguigni, la dieta
South Beach Diet, ecc. ecc.
A tutto questo si aggiunge
la considerazione di molti che tutto inquinato: aria, terra, mare, verdura,
frutta ecc. e che tanto vale mangiare quello che si desidera. Secondo me proprio
da questo deriva la necessità di indirizzare le proprie scelte per favorire la
produzione di alimenti biologici. In ogni caso è bene ricordare che la peggiore
frutta è mille volte migliore della migliore bistecca. C’è una differenza
abissale tra il tipo ed il quantitativo di inquinanti tra prodotti vegetali e
animali.
Studi effettuati in tal senso riportano un livello di inquinamento
della carne circa 14 volte più dei vegetali. Inoltre, i vegetali, per il loro
alto contenuto di acqua e fibra facilitano la veloce espulsione delle sostanze
nocive. Mentre i prodotti di derivazione animale (oltre ad essere privi di
fibre) contengono non solo gli inquinanti degli alimenti somministrati agli
animali, ma le malattie dell’animale stesso, lo stress, la disperazione,
l’adrenalina della mattazione, oltre le sostanze tipiche degli organismi in
putrefazione: indoli, fenoli, istamina, ammoniaca, putrescina, cadaverina ecc.
sostanze riconosciute cancerogene ecc.
Tutto questo genera tra la
gente comune una totale confusione perché si trascura l’aspetto più semplice
quanto importante del problema: quello di capire per quale “carburante” è
progettata la macchina umana. L’unico vero strumento, chiaro, inconfutabile che
ci consente di capire quale è la dieta adatta a noi è quella stabilita
dell’anatomia comparata: gli esseri umani sono frugivori, come le scimmie
antropoidi la cui dieta ideale è di frutta, germogli, radici e semi,
praticamente la dieta vegan tendenzialmente crudista.
Il resto è fumo negli
occhi, perdita di tempo e di salute. Di questo ho conferma ogni giorno.
Qualunque altro alimento è estraneo al nostro organismo e quindi dannoso.
Ridurre il quantitativo delle sostanze inadatte e non previste per noi dalla
natura non è sufficiente a scongiurare le molte patologie dovute ad un’errata
alimentazione.
In natura i mammiferi si
dividono in carnivori, erbivori e frugivori. I carnivori hanno denti, stomaco,
succhi gastrici e intestini adatti a consumare fondamentalmente carnami, gli
esseri umani no. Gli erbivori hanno denti, stomaco e intestini adatti a
consumare fondamentalmente erba, gli esseri umani no. I frugivori hanno, come
noi, denti, stomaco e intestini adatti a consumare fondamentalmente frutta.
La struttura anatomica
stabilisce chiaramente l’alimentazione cui è programmata ogni specie.
L’essere
umano, copia dei suoi cugini gorilla, scimpanzé, bonobo e orango, non può essere
considerato onnivoro solo perché le circostanze lo hanno obbligato a mangiare di
tutto: è come considerare onnivora la mucca costretta negli allevamenti a
consumare cereali e farine di animali.
Franco Libero Manco
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