«E’ cambiata la dottrina di guerra
degli Stati Uniti: le armi nucleari americane non sono più limitate
alla controffensiva, ma sono state elevate al ruolo di attacco
preventivo». Lo sostiene Paul Craig Roberts, editorialista e già
viceministro di Reagan, citando un recente servizio di Eric Zuesse su
“Op-Ed News”: Washington sta mettendo a punto i piani per un primo
attacco nucleare contro la Russia di Putin, come se non sapesse che
anche un attacco atomico “limitato”, secondo in maggiori esperti,
porterebbe a sconvolgimenti planetari capaci di causare la morte di non
meno di 2 miliardi di persone nel mondo. Craig Roberts accusa l’America
di Obama: si è tirata fuori dai trattati anti-balistici e sta
sviluppando il suo “scudo anti-missile” in Europa
con l’obiettivo di intercettare l’eventuale reazione russa a un attacco
contro Mosca. Attacco che non avverrebbe comunque a freddo: «Washington
sta demonizzando la Russia e il suo presidente con una vergognosa
propaganda diffamatoria, preparando la popolazione statunitense e i suoi
Stati-sudditi alla guerra contro la Russia».
Secondo Roberts, la Casa Bianca si è fatta convincere dai
neo-conservatori che le forze nucleari russe sono ferme e impreparate,
quindi un ottimo bersaglio per un attacco. «Questa falsa opinione – scrive l’analista, in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”
– si basa su informazioni vecchie di dieci anni», prima cioè del
poderoso riarmo difensivo promosso da Putin, che ha permesso alla Russia
di giocare un ruolo-chiave per impedire che la Siria diventasse la
scintilla della possibile Terza Guerra
Mondiale. In ogni caso, «indipendentemente dalle reali condizioni delle
forze nucleari russe, dal successo del “primo attacco” di Washington e
dal livello di protezione dello “shield” americano», uno studioso come
Steven Starr conferma che «il carattere letale delle armi nucleari» non è
arginabile: un conflitto atomico non avrebbe vincitori, perché tutti
soccomberebbero nella catastrofe.
Lo ribadiscono autorevoli scienziati atmosferici, in studi come
quello pubblicato già nel 2008 da “Physics Today”: nonostante la
riduzione degli arsenali nucleari programmata con Gorbaciov nel lontano
1986 (ridurre a circa 2.000 entro il 2012 le 70.000 testate dell’epoca)
non si è ancora ridotta la minaccia che una guerra
nucleare rappresenta per la vita umana sulla Terra. E’ scontata la
distruzione simultanea di centinaia di milioni di persone, mentre il
fumo atomico emanato dalle esplosioni nella stratosfera «causerebbe
l’inverno nucleare e il collasso dell’agricoltura». Sicché, «gli esseri
umani scampati alla morte e alle radiazioni morirebbero comunque di
fame». Reagan e Gorbaciov l’avevano ben compreso, ma «purtroppo non c’e’
stato un degno successore tra i governi americani che seguirono»,
sostiene Craig Roberts. Secondo lo Stockholm International Peace
Research Institute, i 9 paesi dotati di armi nucleari ancora possiedono un totale di 16.300 testate atomiche.
E il maggior pericolo viene proprio dagli Usa: «E’ ormai appurato che a Washington ci siano dei politici che pensano, erroneamente, che la guerra nucleare sia una guerra
che si può vincere, e che sia un valido strumento per arrestare
l’ascesa di Russia e Cina che mette a repentaglio l’egemonia americana
nel mondo». Il governo degli Stati Uniti, indipendentemente dal partito
in carica, è «una grossa minaccia per la vita sulla Terra», accusa
Roberts. E i governi europei, «che si reputano civilizzati», in realtà
«non lo sono affatto, poiché permettono a Washington di perseverare
nella sua sete di egemonia». E’ quello il problema: «L’ideologia che
concede all’eccezionale e indispensabile America questa supremazia è
un’enorme minaccia per il mondo».
Iraq e Afghanistan, Libia e Siria, Yemen e Somalia, per non parlare
della Jugoslavia. «La distruzione parziale o totale di sette paesi del
mondo operata dall’Occidente nel 21° secolo, con l’appoggio di altre
“civiltà e mezzi d’informazione occidentali”, è la prova lampante che la
leadership del mondo occidentale è completamente svuotata di coscienza
morale e di compassione per il genere umano», dichiara Craig Roberts.
«Ora che Washington è armata della sua falsa dottrina di “supremazia
nucleare”, si prospetta un triste futuro per l’umanità». Secondo l’ex consigliere di Reagan, infatti, «Washington ha dato il via alla preparazione di una Terza Guerra
Mondiale, e gli europei sembrano ben disposti a prenderne parte». A
fine 2012, il danese Rasmussen a capo dell’Alleanza Atlantica aveva
detto che la Nato non considerava la Russia come un nemico, ma «ora che
la folle Casa Bianca insieme ai suoi folli vassalli ha dimostrato alla
Russia che l’Occidente è ancora un nemico», Rasmussen ha cambiato
posizione, dichiarando: «Dobbiamo accettare il fatto che la Russia ci considera suoi avversari», per aver sostenuto militarmente l’Ucraina (golpista) insieme agli altri paesi dell’Europa orientale.
L’escalation è ormai avviata: per Alexander Vershbow, ex ambasciatore
statunitense in Russia e attuale vicesegretario Nato, la Russia è «un
nemico». Pertanto, «i contribuenti americani ed europei devono sostenere
l’ammodernamento degli armamenti, non solo per Ucraina ma anche per
Moldova, Georgia, Armenia e Azerbaijan». L’apparato militare americano
sta riesumando la guerra fredda, scrive Roberts, proprio perché ha appena perso la cosiddetta “guerra
al terrore” in Iraq e Afghanistan. «Questo probabilmente è il punto di
vista delle industrie di armamenti e di qualcuno a Washington». Ma i
neocon sono ancora più ambiziosi: «Non perseguono solo il profitto nel
sistema della sicurezza e degli armamenti, il loro scopo è l’egemonia
degli Stati Uniti nel mondo, ovvero azioni sconsiderate come la minaccia
strategica che il regime di Obama, con la complicità dei vassalli
europei, ha lanciato contro la Russia in Ucraina».
Dall’autunno scorso, continua Roberts, il governo americano «non ha
fatto che mentire sull’Ucraina, dando la colpa alla Russia per le
conseguenze delle azioni di Washington e demonizzando Putin nello stesso
modo in cui Washington ha demonizzato Gheddafi, Saddam Hussein, Assad, i
Talebani e l’Iran». Il governo conta su formidabili complici: «La
stampa “prostituita” e le capitali dei paesi europei hanno assecondato
queste menzogne e questa propaganda, ripetendole senza sosta». Così,
l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia è diventato
apertamente negativo. «Come pensate che vedano tutto questo Russia e
Cina? La Russia ha visto la Nato spingersi fino ai suoi confini, una
violazione degli accordi sottoscritti da Reagan e Gorbaciov». Peggio:
Mosca «ha visto gli Stati Uniti violare gli accordi del trattato
“Shield” e costituire un proprio “scudo” da guerre stellari». Se poi
questo “shield” funzioni o meno «è del tutto irrilevante: il suo scopo è
quello di convincere i politici e l’opinione pubblica che gli americani sono al sicuro».
La notizia peggiore, continua Craig Roberts, è che i russi hanno
visto gli Stati Uniti cambiare il ruolo delle armi nucleari, da mezzi
deterrenti a strumenti di attacco preventivo. «E ora la Russia sente
ogni giorno fiumi di menzogne ripetute in Occidente e assiste al
massacro di civili nell’Ucraina russa da parte del vassallo ucraino
degli Stati Uniti». Civili che Washington definisce “terroristi”, e che
invece vengono sterminati «con armi come il fosforo bianco». E tutto
questo «senza alcuna protesta da parte dei paesi dell’Occidente». E’
cronaca, benché oscurata dai media mainstream: «Attacchi massicci di
artiglieria e aerei sulle case dell’Ucraina russa si sono compiuti nel
giorno del 25° anniversario di Piazza Tienanmen, mentre Washington e i
suoi paesi-marionetta hanno condannato la Cina per un evento che non è
mai accaduto». La farsa della presunta “strage” di Pechino è infatti
stata smascherata da fonti diplomatiche Usa: il governo cinese non ha mai sparato sulla folla degli studenti, ma ha contrattato con loro l’abbandono della piazza.
«Come oggi sappiamo, non c’era stato alcun massacro in piazza
Tienanmen», sottolinea Craig Roberts. «Era solo un’altra bugia di
Washington, come quella del Golfo del Tonchino, come le armi di
distruzione di massa di Saddam Hussein, come l’uso di armi chimiche di
Assad, come le armi nucleari iraniane». Si stupisce, l’ex viceministro
di Reagan: «E’ davvero sorprendente vedere come il mondo stia vivendo
una falsa realtà creata dalle bugie di Washington. Il film “Matrix” è
una fedele rappresentazione della vita in Occidente: la popolazione vive
in una falsa realtà creata dai suoi governanti». L’opinione pubblica è
così assuefatta da non riuscire a distaccarsene, come spiega – in quel
film – Morfeo, il capo dei ribelli “risvegliati”: «La maggior parte
della gente non è pronta a staccare la spina», molti di loro sono «così
completamente schiavi del sistema che lotteranno per proteggerlo».
Confessa Craig Roberts: «Vivo quest’esperienza ogni volta che scrivo
un articolo: ecco che arrivano le proteste di quelli che non sono
disposti a staccare la spina, attraverso e-mail o dai quei siti che
nella sezione dei commenti accusano gli scrittori di calunnia verso i
loro governi-troll». Se non altro, aggiunge l’analista, ad abboccare è
l’Occidente, ma non le popolazioni russe e cinesi, quelle che vedono
benissimo il cappio che si sta stringendo giorno per giorno. «Come
pensate che reagirà la Cina quando Washington dichiarerà che il Mar
Cinese Meridionale è una zona di interesse nazionale degli Stati Uniti, e
invierà il 60% della sua flotta nel Pacifico e costruirà nuove basi
aeree e navali americane dalle Filippine al Vietnam?». Finora, aggiunge
Roberts, russi e cinesi «si sono comportati in modo ragionevole». Sergej
Lavrov, il ministro degli esteri di Putin, è estremamente chiaro: «In
questa fase, vogliamo dare ai nostri partner la possibilità di calmare
gli animi. Vedremo cosa succederà in seguito. Se continueranno le accuse
contro la Russia e i tentativi di pressione su di noi attraverso la
leva economica, allora potremo rivalutare la situazione».
«Se la folle Casa Bianca, le prostitute mediatiche di Washington e i vassalli d’Europa convinceranno la Russia che la guerra è inevitabile, la guerra
diventerà davvero inevitabile», avverte Craig Roberts. «E poiché non
esiste possibilità alcuna che la Nato sia in grado di montare
un’offensiva convenzionale contro la Russia nemmeno lontanamente vicina
alle dimensioni e alla potenza delle forze d’invasione tedesche del
1941, che poi incontrarono la distruzione, la guerra
non potrà che essere nucleare, e questo significa la fine per tutti.
Tenetelo bene a mente, mentre Washington e i suoi canali d’informazione
continuano a far rullare i tamburi di guerra».
La storia è lì a dimostrare che, oltre ogni dubbio, «tutto quello che
Washington e le sue prostitute mediatiche hanno detto e dicono, non sono
che bugie al servizio di un fine non dichiarato». E la cosa, purtroppo,
«non si risolve votando democratico invece che repubblicano». Thomas
Jefferson suggerì una soluzione: «L’albero della libertà di tanto in
tanto si deve bagnare con il sangue dei patrioti e dei tiranni. E’ il
suo concime naturale». Per Roberts, il guaio è che oggi «a Washington ci
sono pochi patrioti e molti tiranni».
fonte: http://www.libreidee.org/2014/07/non-credete-a-obama-e-pronto-a-usare-la-bomba-atomica/
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