martedì 7 luglio 2015

Germania. Colpirne uno per educarne cento


Ieri il popolo greco ha finalmente liberato quel no che, per Kriton Athanasulis, poeta greco del novecento, qualche decennio fa era ancora dischiuso all’interno dello spirito umano.
 "Ti lascio accampamenti / d'una città con tanti prigionieri: / dicono sempre sì, ma dentro loro mugghia / l'imprigionato no dell'uomo libero"
Ore cruciali, quindi, non solo per il futuro della Grecia ma anche dell’Unione europea.
 
Con una differenza di 1 milione e 300mila voti, il 61,3% dei greci ieri, nella consultazione referendaria indetta dal governo Tsipras, si è espresso nettamente contro il programma proposto dai creditori internazionali per risolvere la drammatica crisi finanziaria che sta soffocando il paese in una morsa sempre più stretta. A esprimersi a favore della linea del governo ellenico, anche il 70% dei giovani.

 Una delegazione di politici italiani, tra i quali il leader di Sel, Nichi Vendola, l'esponente della minoranza dem, Alfredo D'Attorre, l'ex Pd Stefano Fassina, il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, la senatrice di Sel Loredana De Petris, il capogruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto, il coordinatore del partito Nicola Fratoianni, erano ad Atene in questi giorni "perché la causa del No è anche la nostra". Sputnik Italia ha raggiunto, al rientro a Roma, la senatrice Loredana De Petris, per conoscere a caldo le impressioni riportate dal viaggio.

  Ore cruciali, quindi, non solo per il futuro della Grecia ma anche dell’Unione europea.

— Cosa significa la vittoria del no oggi, e in Grecia e in Europa?
— Questo è stato un referendum contro le politiche sbagliate dell'Europa dell'austerity. Non è stato un referendum contro l'Europa. Chi ha sostenuto trattarsi di un referendum tra dracma ed euro ha detto delle cose assolutamente stupide perché in realtà in Grecia un popolo oggi ha chiesto un altro tipo di Europa, un'Europa sociale che riprenda il cammino politico dei valori politici che aveva un tempo e che ora ha perso.
 - Quali le conseguenze del voto possibili domani?
— Adesso la Germania cercherà, come faceva un tempo, di "colpirne uno per educarne cento", tenterà una rappresaglia perché è evidente che ha paura di un contagio. Un contagio che può partire dal popolo greco sino ad arrivare alle altre genti europee. Ora la Germania teme di perdere l'egemonia che ha sull'Europa stessa. Perciò in questa fase ci sarà ancora una reazione d'irrigidimento. Tuttavia penso che Tsipras abbia molta più forza per riaprire le trattative perché ha avuto un risultato politico straordinario. Certamente le pressioni a livello internazionale sono e saranno serie, e anche le pressioni di Obama riprenderanno più forza.
— Cosa dovrebbe fare l'Italia?
— L'Italia dovrebbe guardare al proprio interesse nazionale, cioè appoggiare Tsipras nell'idea della ristrutturazione del debito perché di questo avrebbe da guadagnare anche l'Italia. Purtroppo Renzi ha scelto di accodarsi senza alcun peso ai tedeschi, la via dell'inessenzialità in Europa. Infatti, oggi la Merkel vola a Parigi per incontrare Hollande. L'Italia, che ha scelto una posizione di mero asservimento, non è assolutamente considerata.

Margherita Furlan 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento