In un articolo pubblicato su Russia Insider il 4 luglio 2015, la giornalista irlandese Danielle Ryan (che lavora anche per il blog Politico.com)
fa un’osservazione interessante. Nell’ultima dichiarazione di Putin al
Consiglio di sicurezza nazionale della Federazione russa, 3 luglio 2015,
ha usato il termine, parlando delle altre potenze, di solito
raggruppate dal nostro concetto di “blocco BAO”, “oppositori
geopolitici” (se non “avversari geopolitici”).
Il termine usato finora
era “i nostri partner occidentali”, usato sistematicamente e con
insistenza, anche a volte (Siria, Ucraina) tra tensioni estreme,
assumendo carattere ironico, a nostro avviso in gran parte
involontariamente, con un piccolo tocco “volontario” di Putin che non è
avverso all’ironia. Ryan ritiene che sia probabile che questo
cambiamento così rigido del punto semantico del discorso, dove spesso
Putin al contrario si prende tutte le libertà nelle osservazioni
personali, anche su verità inquietanti né gratuite né insignificanti.
La
forza di questo “punto semantico così rigido” sarebbe allora
un’indicazione dell’importanza di questa modifica. Ryan spiega come in
un certo senso sia abbastanza giustificata dalla pubblicazione del libro
“Strategia-2015″ del Pentagono, che pone la Russia a nemico N° 1
assieme allo Stato islamico. (In effetti, a differenza di quanto dice
Ryan, che parla di quattro “minacce” sullo stesso piano, Corea
democratica, Cina, SIIL, Russia, altrove si rafforza l’osservazione, in
cui ben si capisce che il documento specificamente mette la Russia
accanto al SIIL mentre verso la Cina è molto più moderato e la Corea
democratica rimane un caso marginale dalle condizioni geopolitiche
particolari). Ecco il succo della osservazioni di Ryan.
“Quando Vladimir Putin ha parlato a una riunione del Consiglio di Sicurezza della Russia ha usato una frase che avrebbe dovuto immediatamente attrarre l’attenzione di tutti coloro che seguono il deterioramento delle relazioni tra Russia e occidente. Facendo riferimento alle sanzioni imposte alla Russia per la crisi in Ucraina, Putin ha detto: “Non possiamo aspettarci un cambiamento nelle politiche ostili di certi nostri avversari geopolitici nell’immediato futuro.” “Avversari geopolitici”. “Una ricerca su Google sulla frase esatta di Putin indica che è la prima volta che l’ha usata pubblicamente in un contesto del genere, almeno nell’ultimo anno, il periodo di ricerca coperto. Perché è importante? Beh, forse non lo è, ma comunque la si guardi, “gli avversari geopolitici” è certamente una bella differenza dalla solita “i nostri partner occidentali”, la frase che Putin utilizza spesso per riferirsi a Stati Uniti e Unione europea, a prescindere da quanto i rapporti siano tesi. Potrebbe essere la prima volta che Putin inquadra la situazione di stallo tra Russia e occidente in termini così forti. E’ anche interessante notare, tuttavia, che la solita frase “i nostri partner occidentali” assume talvolta un tono forse deliberatamente ironico. Riguardo gli “avversari geopolitici”… forse semplicemente un giro di parole che non indica alcun particolare cambio di mentalità. O forse un commento intenzionale, volto ad essere raccolto indicando un cambio di pensiero strategico. E’ impossibile saperlo. Ma in politica, la maggior parte delle cose, dal colore di una cravatta alla precisa formulazione di una frase apparentemente gettata, sono intenzionali. E nel caso di Putin, di solito non rimastica le parole. Va anche notato che il cambio di linguaggio avviene pochi giorni dopo che il Pentagono ha presentato la sua ultima Strategia Militare Nazionale, in cui indica la Russia quale sfida primaria, insieme a SIIL, Corea democratica e Iran. Per essere chiari, ciò non va in alcun modo interpretato come tentativo di partecipare a quel passatempo sempre popolare della lettura della mente di Putin. Ce n’è già troppo, in gran parte più vicino a male interpretare ogni cosa. Probabilmente non dovremmo leggerne ancora, anche se alcuni dubbiosi già costruiscono rifugi nucleari nei loro cortili. Intenzionale o casuale, probabilmente non segnala ancora un qualche mutamento nella pianificazione geopolitica di Putin. Ma se le cose prendono una svolta grave, potremmo poi risalire al momento in cui “i nostri partner occidentali” sono diventati “i nostri avversari geopolitici””.
E’ vero che il documento del Pentagono è stato accolto a Mosca con
parole estremamente dure. (Viene qualificato dal portavoce del
presidente russo come “conflittuale” (2 luglio 2015 su RT). E’ ovvio che il giudizio non proviene certamente dal nostro commento del 5 luglio 2015:
“Questo documento è risibile, demenziale, di una meschinità di giudizio inimmaginabile, incredibile, che pretende che la strategia universale dell'”impero” si basi sulla ‘narrativa’ paurosa di obblighi deterministici che per mille volte hanno dimostrato la loro falsità completa (l'”attacco” russo all’Ucraina, enorme bufala come un cadavere nell’armadio, che però deve rispettare il determinismo narrativo); o le trame degli Stati Uniti che gli sono evidentemente sfuggite (‘SIIL’ il cui destino fin dalla nascita era ampiamente dettagliato nei documenti declassificati della DIA, scopo fabbricato dagli Stati Uniti dall’inizio alla fine, per meglio sfuggirgli di mano). La decrittazione del grottesco pensiero militare negli Stati Uniti è probabilmente il maggiore fallimento (del falso “impero” USA) rimpianto da Engelhardt...”
È comprensibile che la Russia non avrà la stessa leggerezza di tono
mentre viene presentato un documento ufficiale che definisce la
strategia della prima potenza mondiale. Quindi sì, sembra molto
probabile che la pubblicazione di Strategia-2015 sia la causa del cambio
semantico da “partner occidentali” ad “avversari geopolitici”, e sembra
anche probabile che il cambio semantico notato da Ryan ha un’importanza
referenziale profonda, quando infatti il giudizio strategico russo sul
periodo attuale è infine passato alla percezione che il blocco BAO
(Stati Uniti) è divenuto il raggruppamento degli avversari dichiarati
della Russia. Questa interpretazione è naturalmente rafforzata da
incongruenze e contraddizioni che accompagnano il discorso di Obama alle
Nazioni Unite nel settembre 2014, precursore e araldo della nuova
strategia degli Stati Uniti, come abbiamo anche riportato nel medesimo
testo di riferimento,
(“Parlando del famoso discorso delle Nazioni Unite e della non meno famosa classifica, Lavrov ha detto ai deputati (russi) che richiesero chiarimenti da Kerry, segretario di Stato, nei loro ultimi incontri: “Cosa significa mettere la Russia quale seconda minaccia globale dopo Ebola e prima del SIIL”, la risposta di Kerry fu secondo Lavrov “non è importante” o anche “non badateci proprio” o “non ha alcun valore o rilevanza”, a seconda dell’umore del momento. ‘Sputnik’ del 19 novembre 2014, riferiva: “(Kerry) ha detto: ‘Non prestatevi alcuna attenzione’”. Russia Today (RT) del 19 novembre 2014
dava un’altra interpretazione ottenendo lo stesso risultato: “(Kerry) ha risposto, ‘non badateci’“.
Si può quindi capire che i russi vedono aggiungersi tradimento e
menzogna, quella di Kerry verso Lavrov, all’aggressività finalmente
decisa dal documento del Pentagono.
…Si sbaglierebbe però. E’ il
disordine, se non casino, che si dovrebbe parlare per tale
concatenazione BHO/ONU-Kerry/Lavrov-Pentagono/Strategia-2015, dove il
determinismo narrativista analizza gli eventi ucraini e il resto sotto
la guida illuminata di George Friedman, profeta perentorio del nuovo
potere americanista. Saremmo della piena convinzione che Kerry non
mentiva a Lavrov quando gli disse ciò che ha detto, e continuiamo
completando la pretesa, senza indebita modestia, che il nostro giudizio
sul documento Strategia-2015 sia molto più appropriato dell’allarme che
ha provocato tra i russi. Ma si comprende la differenza di posizioni e
la direzione di una potenza come la Russia non può considerare mera
carta da confezione tale documento ufficiale del Pentagono. Tuttavia, lo
è davvero (“carta da confezione…”, ecc., ancora rimanendo nell’ambito
della puritana decenza burocratica).
Così continua il nostro famoso determinismo-narrativista, che si applica a tutti essendo la concatenazione imperativa. Forse e anche probabilmente, i russi sospettano qualcosa, cioè come il disordine-casino diriga la non-politica e la strategia da Disneyland degli USA; spesso suggerito da Lavrov o Rogozin; ma non possono fare a meno di prenderla in considerazione. I russi hanno un grande rispetto per l’aspetto formale, come dei principi, e un documento dottrinale rimane un documento ufficiale del Pentagono di cui è fuori questione non considerarlo tale per un solo secondo. Pertanto, prenderanno sul serio tale nuova “strategia” del Pentagono contro Russia e SIIL… (Mentre la “dottrina Obama” del famoso “pivot in Asia”, che difficilmente preoccupa Russia o SIIL, comunque per ora è in accelerazione, ci assicurano…
Ma
sicuramente l’America eccezionalista è ovunque, quindi non è necessario
preoccuparsi di tali sfumature che fanno di una strategia una stella a
mille raggi). La cosa strana, però, se Ryan ha ragione come pensiamo, e
che qualche sentinella sveglia del blocco BAO, la cosiddetta NATO,
finirà con notare qualcosa, leggendo e rileggendo, confrontando le
formule, cadrà in catalessi nel sostenere che Putin sta per attaccare
chi?
I suoi “avversari geopolitici”, finora virtuosi “partner
occidentali” secondo lui stesso, che così si tradisce tradendo la
propria lealtà. E’ evidente che tale scoperta amplificherà nuove
tensioni che ci porteranno ancora una volta sull’orlo del baratro
nucleare e a giustificare ulteriori sanzioni, nonché l’installazione di
nuove forze degli Stati Uniti, in Grecia, per esempio, per monitorare
l’insediamento di TurkStream e il referendum… certamente
ironizziamo, forse pesantemente se non scherziamo, ma in realtà tutto
questo non potrebbe succedere?
Philippe Grasset, Dedefensa 5 luglio 2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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