mercoledì 1 luglio 2015

LA DEMOCRAZIA ATENIESE CONTRO GLI DEI NEOLIBERALI


Il Primo Ministro Alexis Tsipras permetterà ai Greci di decidere il loro destino per mezzo di un referendum democratico. Ciò è sufficiente a mandare la Troika – BCE, Commissione Europea e FMI – ai matti. Ecco, in breve, quesito che serve sapere circa il “sogno” europeo.

Tsipras, ovviamente, ha ragione: ha dovuto indire un referendum perchè la Troika aveva proclamato “un ultimatum nei confronti della democrazia greca e il popolo greco stesso” sicuramente “un ultimatum in disaccordo con i principi fondanti ed i valori dell’Europa”.

Ma perchè? Perchè la rete apparentemente sofisticata delle “istituzioni” europee – CE, Eurogruppo, BCE – avrebbe dovuto prendere una forte decisione politica e principalmente a causa del nocivo mix di avidità e incompetenza, non ne è stata in grado. Almeno ora i cittadini dell’UE cominciano a vedere chi sia il loro nemico in realtà: le “istituzioni” non trasparenti che dovrebbero rappresentarli.

Lo – stimato – bailout della Grecia da 240 miliardi di Euro (il quale si distingue per essere usato per ricilare i bailout delle banche greche e tedesche) ha distrutto un’intera economia nazionale facendola crollare di più del 25%, causando enorme disoccupazione e innalzando la povertà a livelli senza precedenti. Per le “istituzioni” europee – e il FMI – non c’è mai stato un piano B, solo austerità – una sorta di Shock and Awe economico – oppure l’autostrada della disperazione. Il pretesto era “salvare l’Euro”. Ciò che rende il tutto ancora più assurdo è che alla Germania non importa nulla del fatto che la Grecia possa fallire o che il Grexit sia inevitabile.


Anche se l’UE in pratica opera come un colosso goffo e reazionario, lo spettacolo incomprensibile continua ad apparire inscenato da inappuntabili intellettuali, come Jurgen Habermas, che definisce Syriza “nazionalista” ed elogia l’ex golden boy di Goldman Sachs, il presidente della BCE Mario Draghi.

Aspettando Diogene
Il referendum del 5 luglio va ben oltre il fatto che la Grecia possa dichiarare se voglia accettare o meno altre mostruose tassazioni e tagli pensionistici (che colpirebbero molti che già stanno la soglia di povertà ufficiale), poichè questi sono la condicio sine qua non – definita “misure barbariche” da molti ministri greci – per sbloccare altri aiuti.

Un referendum più pertinente da fare il 5 luglio chiederebbe “Qual è la linea rossa per la Grecia affinchè resti nell’Euro?”

Il Primo Ministro Tsipras e il Ministro delle Finanze Varoufakis hanno sovvertito le voci che sostenevano che essi avrebbero accettato qualsiasi umiliazione pur di restare nell’Eurozona. Quelle servivano solo a radicalizzare ancor di più le elite economico-politiche tedesche – dalla lady di ferro Merkel al Ministro delle Finanze Schauble. Il loro non tanto nascosto “segreto” è che vogliono la Grecia fuori dall’Euro immediatamente.

Ciò sta portando un buon numero di Greci – che ancora credevano ai benefici di una supposta casa economica comune – ad accettare il Grexit. A testa alta.

La BCE non ha perso del tutto il senno – ancora – distruggendo tutto il settore bancario greco. Ma di fatto, mettendo un tetto all’Emergency Liquidity Assistance (ELA) lo scorso weekend, si scatenerà l’inferno se milioni di Greci decideranno di ritirare tutti i loro risparmi all’inizio di questa settimana, prima del referendum.

La Banca di Grecia, “come membro del sistema Euro”, come sostiene un comunicato, “prenderà le misure necessarie per garantire stabilità finanziaria per i cittadini greci in questi momenti difficili”. Ciò implica grossi limiti ai prelievi – per permettere alla Grecia di sopravvivere almeno fino al referendum.

Ad oggi nessuno sa cosa succederà dopo il 5 luglio. Il Grexit resta una possibilità concreta. Guardando più in là, e ispirandosi all’Anello di Wagner, sembra chiaro che le “istituzioni” europee stiamo gettando loro stesse benzina sul fuoco che potrebbe consumare del tutto l’Eurozona – una diretta conseguenza del loro zelo nell’immolare i Greci come era stato fatto con Brunhilde.

Ciò che i Greci – i fondatori della cultura occidentale – hanno già mostrato al mondo dovrebbe rendere i loro compatrioti fieri: niente di meglio di un sussulto di democrazia per far perdere la testa agli Dei del Neoliberalismo.

Si potrebbe essere tentati di evocare un Diogene postmoderno, il primo filosofo vagabondo, che con un lanternino cerca un uomo onesto (a Bruxelles? Berlino? Francoforte?) senza trovarne nemmeno uno. Ma invece di incontrare la star dei tempi – Alessandro Magno – immaginiamo di incontrare in qualità del nostro
Diogene postmoderno mentre cammina nel sole di una piazza ateniese.
“Sono Wolfgang Schauble, il signore della finanza tedesca”.
“Io sono Diogene il cinico”.
“C’è qualche tipo di favore di cui posso farle omaggio?”
“Sì, si tolga dalla mia luce”.

PEPE ESCOBAR

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a pepeasia@yahoo.com.

Fonte: http://sputniknews.com/
Link: http://sputniknews.com/columnists/20150629/1023985989.html

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione FA RANCO
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