Mentre
Stati Uniti ed Europa acuiscono le sanzioni contro la Russia,
un’intrigante guerra economica prende forma ed avrà notevoli
ripercussioni negli anni a venire. Mentre Washington e Bruxelles cercano
di dividere la Russia dall’Europa per mantenere l’egemonia occidentale,
bloccando l’integrazione eurasiatica, Mosca contrasta tale strategia
facendo leva sulla sua potenza economica, sotto forma di esportazioni
energetiche e cooperazione.
Anche se la maggior parte delle
macchinazioni economiche è occulta, essendo meno eclatanti del conflitto
per l’Ucraina, sanzioni e rafforzamento militare della NATO in realtà
sono ugualmente importanti. Il colosso energetico russo Gazprom ha
stipulato accordi economicamente e strategicamente cruciali con le
principali compagnie occidentali, esattamente nello stesso momento in
cui l’occidente cerca d’isolare economicamente la Russia.
Allo stesso
tempo, i gasdotti russi nel Nord e Sud d’Europa (oltre che in Europa
centrale e orientale) complicano le cose per coloro che cercano di
allontanare la Russia dal mercato europeo e dal potenziale potere
politico ed economico che l’accesso a tale mercato comporta. Da una
prospettiva geopolitica e strategica, il conflitto tra Russia e Stati
Uniti e subalterni europei si manifesta tanto nei consigli di
amministrazione, che nei parlamenti; tanto sotto il Mar Baltico e Mar
Nero, che nelle sale operative di Pentagono e Cremlino.
E’ l’economia, stupido
Tra seminari e discussioni sullo sviluppo dei BRICS, integrazione eurasiatica, e Nuova Via della Seta al St. Petersburg International Economic Forum, un enorme accordo di cooperazione energetica è stato firmato, e dovrebbe essere visto come un gran colpo di Mosca. Un accordo tra il primo produttore mondiale di gas, Gazprom, e Royal Dutch Shell, per costruire due nuovi gasdotti Nord Stream per la Germania avrà importanti implicazioni sul futuro della cooperazione economica tra Russia e imprese energetiche europee. Inoltre, consoliderà ulteriormente la Russia quale partner fondamentale per l’industria tedesca, cuore dell’economia tedesca.
Tra seminari e discussioni sullo sviluppo dei BRICS, integrazione eurasiatica, e Nuova Via della Seta al St. Petersburg International Economic Forum, un enorme accordo di cooperazione energetica è stato firmato, e dovrebbe essere visto come un gran colpo di Mosca. Un accordo tra il primo produttore mondiale di gas, Gazprom, e Royal Dutch Shell, per costruire due nuovi gasdotti Nord Stream per la Germania avrà importanti implicazioni sul futuro della cooperazione economica tra Russia e imprese energetiche europee. Inoltre, consoliderà ulteriormente la Russia quale partner fondamentale per l’industria tedesca, cuore dell’economia tedesca.
I dettagli dell’accordo non sono ancora del tutto
chiari ma le basi sono note, e sono chiaramente significative. Non solo
Royal Dutch Shell e partner minori come E.ON tedesca e OMV austriaca,
fanno parte di un consorzio per l’ampliamento del Nord Stream, ma si
estenderà ad asset swap e partnership in vari altri progetti, in Europa e
altrove. Come Aleksej Miller, amministratore delegato di Gazprom, ha spiegato:
“Documenti di tale importanza sono firmati solo una volta ogni cinque anni o forse anche 10… Molti dei nostri partner tradizionali si pongono da forti attori regionali… Shell è un attore globale. E mentre i mercati mondiali del gas si sviluppano… creeremo una partnership strategica globale… conosciamo i mercati di Brasile, Australia e Asia, permettendoci di parlare di partenariato globale… Il nostro livello di preparazione è molto alto”.
E’ chiaro che, dal punto di vista puramente economico, la partnership tra Gazprom e Shell e partner avrà implicazioni globali, consentendo l’espansione del progetto offshore GNL Gazprom-Shell di Sakhalin-2
che ha raggiunto la piena capacità solo nel 2014. Tale espansione del
progetto già riuscito ne farà un attore fondamentale nel fornire la
tanto necessaria energia alle economie in crescita della regione
Asia-Pacifico, così come a clienti in Nord America.
Considerando gli
alti costi di trasporto del GNL, la posizione strategica del progetto
così come l’espansione recentemente decisa della joint venture Gazprom-Shell Sakhalin-2,
è pronta a fare della Russia la futuro fornitrice fondamentale di GNL
della regione. L’accordo riguarda anche i principali asset swap a monte,
termine che indica la cooperazione in esplorazione, fattibilità,
perforazione preliminare e test, ed altri processi iniziali. In
sostanza, ciò farà di Gazprom e Shell partner
interconnessi in numerosi aspetti chiave, non solo nella produzione ed
esportazione di energia.
L’importanza di questo punto non va
sottovalutata perché, a differenza dei semplici contratti di fornitura
che possono essere rinegoziati, rescissi o terminati, questo tipo di
cooperazione è un processo a lungo termine con enormi investimenti di
capitale in attività di base, che renderebbe le modifiche sostanziali
per circostanze politiche assai meno probabili. In breve, la Russia avrà
un partner seriamente garantito; un’assicurazione contro sviluppi
politici negativi. Naturalmente l’accordo con la Shell non è l’unico
grande sviluppo economico energetico degli ultimi mesi. Il tanto
pubblicizzato accordo sul gas Russia-Cina, annunciato un anno fa,
comincia a dare frutti oltre l’ovvio colpo propagandistico.
Il Vicepresidente di Gazprom Aleksandr Medvedev ha recentemente annunciato che la Cina inizierà la costruzione del suo ramo del gasdotto Potenza della Siberia, il 29 giugno 2015. Con la Russia che ha già iniziato la costruzione del gasdotto sul suo territorio, nel settembre 2014, il progetto sembra sarà terminato a fine 2017. Il significato di questo sviluppo non va sottovalutato; un rapido sguardo alla cartina dei progetti di gasdotti orientali di Gazprom dimostra chiaramente che Potenza della Siberia, insieme ad altri gasdotti già attivi, farà della Russia uno dei principali fornitori di energia, sia della Cina tramite gli impianti di trattamento del gas e chimici che sono in costruzione a Blagoveshensk, al confine tra Russia e Cina, che di altri Paesi dell’Asia orientale. Oltre a questi importanti sviluppi energetici orientali, costruzione e avvio del gasdotto Altaj potrebbe fare della cooperazione energetica tra Russia e Cina un’alleanza energetica in piena regola. Progettato per fornire 30-38 mld di metri cubi di gas russo dalla Siberia occidentale alla Cina, il gasdotto consoliderà la Russia a primo partner economico energetico della Cina.
Non solo
l’enorme volume di gas sarà fornito dalla Russia, ma facendolo passare a
sud, ad Urumqi, la capitale della provincia cinese dello Xinjiang sarà
il fulcro di molti piani della Nuova Via della Seta cinese. Così
l’energia russa diverrà il motore principale di sviluppo ed espansione
economico cinese. In generale, il gas russo e la produzione cinese
diverranno le forze motrici gemelle dell’integrazione eurasiatica.
Naturalmente l’importanza politica di tale interdipendenza è piuttosto
evidente, con partenariati economici che molto spesso si traducono in
politici e strategici. Ed è la politica dove questi accordi economici
sono particolarmente vitali per la Russia.
La dimensione politica e strategica
L’imperativo strategico della Russia verso l’Europa è chiaro: fare tutto il necessario per evitare che gli Stati Uniti scavino efficacemente un solco tra Russia e Europa. Come Washington ha dimostrato negli ultimi 18 mesi, non si fermerà davanti a nulla per recidere qualsiasi forma di cooperazione tra Mosca e partner europei. Fomentando la guerra in Ucraina, imponendo sanzioni e accrescendo le forze NATO, gli Stati Uniti fanno chiaramente tutto il possibile per staccare l’Europa orientale, nel tentativo di creare una “cortina di ferro” che separi la Russia dalle partnership politiche ed economiche in Europa. Visto da qui l’accordo con la Shell è una chiara contromossa.
L’imperativo strategico della Russia verso l’Europa è chiaro: fare tutto il necessario per evitare che gli Stati Uniti scavino efficacemente un solco tra Russia e Europa. Come Washington ha dimostrato negli ultimi 18 mesi, non si fermerà davanti a nulla per recidere qualsiasi forma di cooperazione tra Mosca e partner europei. Fomentando la guerra in Ucraina, imponendo sanzioni e accrescendo le forze NATO, gli Stati Uniti fanno chiaramente tutto il possibile per staccare l’Europa orientale, nel tentativo di creare una “cortina di ferro” che separi la Russia dalle partnership politiche ed economiche in Europa. Visto da qui l’accordo con la Shell è una chiara contromossa.
Piuttosto che
accontentarsi semplicemente delle controsanzioni, Mosca s’incunea in
Europa diventando il partner importante della Royal Dutch Shell, una
delle più potenti e influenti compagnie europee. Mentre gli Stati Uniti
creano un cuneo geografico, la Russia ovviamente ne crea uno economico;
l’accordo divide i capi politici europei legati al diktat statunitense
dagli imprenditori europei legati a profitto ed investitori.
Data la
redditività del commercio con la Russia, sarà molto più politicamente
irrealizzabile per l’istituzione europea continuare i passi contro la
Russia, mettendosi ulteriormente in conflitto con le élite economiche.
Inoltre, la Russia attua il suo perno in Asia ampliando notevolmente le
relazioni economiche con la Cina in vari settori, tra cui trasferimento
di tecnologia della difesa, come dimostra la notizia che la Russia
venderà il tanto apprezzato sistema missilistico S-400 alla Cina,
divenendo il primo Paese a ricevere questa tecnologia.
Così Russia e
Cina diventano partner energetici e militari. Anche se non possono
utilizzare il termine “alleanza”, si tratta esattamente di questo. Così,
la guerra economica iniziata da Stati Uniti e leccapiedi ha generato il
contraccolpo finale, una piena guerra lampo economica della Russia.
Naturalmente, non era così che la Russia voleva incamerare profitti,
continuando a collaborare con l’Europa pre-crisi ucraina. Ma ora che la
marea s’infrange, i russi dimostrano di non essere disposti ad essere
sul lato sbagliato della guerra economica. Piuttosto, esibiscono i loro
grossi calibri, il tipo di arsenale verso cui Stati Uniti e NATO hanno
poca difesa.
Eric Draitser New Eastern Outlook 02/07/2015
Eric Draitser é analista geopolitico indipendente di New York City e fondatore di StopImperialism.org, ed editorialista di RT, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
La Russia diventa il terzo attore dell’AIIB dopo Cina e India
La Russia ha un voto del 5,92% e una quota del 7,5% nell’Asia Infrastructure Investment Bank. La Cina un voto del 20,06% e una quota del 30,34% e l’India un voto del 7,5% e una quota del 8,52%
RT 2 luglio – Russia Insider
La Russia ha un voto del 5,92% e una quota del 7,5% nell’Asia Infrastructure Investment Bank. La Cina un voto del 20,06% e una quota del 30,34% e l’India un voto del 7,5% e una quota del 8,52%
RT 2 luglio – Russia Insider
La
Russia è il terzo attore della Banca d’investimento infrastrutturale
asiatica (AIIB) della Cina, avendo ricevuto una quota di voto del 5,92
per cento, mentre Cina e India hanno rispettivamente 20,06 per cento e
7,5 per cento. La cerimonia della firma del documento di base per la
creazione dell’AIIB ha avuto luogo a Pechino e vi hanno partecipato 300
delegati provenienti dai 57 Paesi fondatori della nuova banca. I
delegati hanno deciso il capitale sociale complessivo, la quota di voto
di ciascun aderente, struttura della governance, meccanismo decisionale e
procedure aziendali operative.
La Cina non cerca il veto nella banca ha
detto il Viceministro delle Finanze Yaobin Shi, citato da Xinhua News Agency.
Il Ministro delle Finanze cinese Luo Jiwei, a sua volta, ha detto che
la banca opererà secondo i più elevati standard e seguirà le regole
internazionali.
La Cina ha il 30,34 per cento delle azioni della banca;
India e Russia 8,52 e 7,5 per cento rispettivamente. La quota della
Russia nel capitale sociale di AIIB sarà di 6,5 miliardi di dollari, ha
detto il Viceministro delle Finanze russo Sergej Storchak dopo la
cerimonia della firma, secondo la TASS.
“La quota di partecipazione della Russia nell’AIIB ammonterà a 1,3 miliardi dollari in termini monetari e 6,5 miliardi di capitale sociale della banca. Cioè, il capitale versato è pari al 20 per cento. In questo caso, la Russia avrà 65362 azioni della banca“,
ha detto Storchak aggiungendo che la direzione amministrativa della della banca sarà affiancato da un rappresentante russo.
“La Federazione russa parteciperà alla gestione della banca; abbiamo l’opportunità di nominare un direttore da parte russa avendo una quota nel capitale della banca di oltre il 6 per cento“,
ha detto. Il Consiglio di Amministrazione approverà progetti e strategia della banca.
L’AIIB è stata istituita su iniziativa della Cina nell’ottobre 2014. L’accordo è stato firmato da 21 Paesi. I Paesi che partecipano alla banca come soci fondatori erano già 57 ad aprile 2015. Il capitale iniziale sottoscritto dalla banca è di 50 miliardi di dollari che dovrebbero aumentare 100 miliardi. Il capitale autorizzato è suddiviso in 1000000 di azioni da 100000 dollari ciascuno. L’AIIB fornirà fondi per lo sviluppo di sistemi stradali, telecomunicazioni e altri progetti infrastrutturali nelle regioni più povere dell’Asia.
Nella fase
iniziale, AIIB si concentrerà sulla creazione della ‘nuova Via della
Seta’, un sistema di rotte commerciali che collega i mercati di Europa e
Asia. Gli esperti considerano AIIB potenziale rivale di Fondo monetario
internazionale e Banca mondiale. Tuttavia, il capo del Fondo monetario
internazionale, Christine Lagarde, ha detto che FMI e BM sono pronti a
collaborare con l’AIIB.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/07/03/la-guerra-economica-tra-russia-e-stati-uniti-si-accende/
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