Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
mercoledì 1 luglio 2015
Schiavi o uomini liberi?
Uno schiavo deve essere produttivo, economico, ignorante, specializzato, preciso ed efficiente. Deve essere inoltre spietato con i suoi simili e obbediente per accattivarsi gli elogi e le grazie del padrone.
Un essere umano libero, invece, non può che esser saggio, olistico, compassionevole e solidale. Avendo smascherato la frode mentale che si nasconde dietro a concetti da schiavo come "efficienza" e "produttività" vive nell'armonia e nella quiete.
Lo schiavo sopporta le vessazioni a cui è soggetto in nome di un poco d'evasione, talvolta terrena o più spesso ultraterrena. L'uomo libero invece vive celebrando l'esistenza e l'esistenza celebra la vita in lui, in ogni istante.
Lo schiavo è un dio indotto a credersi un povero derelitto, un peccatore, una fedele pecorella, un precario che ringrazia chi gli da un posto in cui farsi sfruttare, umiliare e rapinare della vita.
L'uomo libero è invece un dio consapevole del proprio potenziale, della propria vera natura non-nata e impersonale. L'uomo libero è cosciente di essere un creatore e vive di conseguenza.
Uno schiavo vive nella paura, si pensa come debole, carente e limitato e dunque vive nel debito e nella penuria. Pensandosi povero ha bisogno continuamente di circondarsi di beni per colmare la povertà interiore in cui vive. E pensandosi debole concorre a dare potere a chi lo sfrutta. Possono infatti esistere tiranni e sfruttatori solo in relazione a uomini che si pensano come sottomessi.
Un uomo libero invece, essendo cosciente della propria vera natura illimitata, vive nella ricchezza interiore e per questo dimora nell'abbondanza e nella celebrazione. Può vivere in una grotta con quasi nulla senza per questo sentirsi povero o limitato. O può vivere in una reggia senza per questo sentirsi sostanzialmente diverso chiunque altro. Questo perchè è consapevole che la vera ricchezza dell'essere umano non sta in ciò che "ha", ma in ciò che "è", nella propria vera natura.
Utilizza dunque ciò che la vita gli da per sostenere il corpo ma non lega a questo la sua felicità.
Lo schiavo prega Dio e i padroni per ottenere sempre qualcosa di più e si lamenta continuamente della propria sventura, pochezza e povertà. Lo schiavo pensa di vivere in una "valle di lacrime" e spera di passare "a miglior vita".
L'uomo libero celebra l'abbondanza dell'Esistenza e si meraviglia come un bambino di fronte alla bellezza del mondo. L'uomo libero è cosciente che questo istante è tutto ciò che è.
Lo schiavo mercanteggia e lotta per qualche briciola di sesso e di affetto. L'uomo libero Ama e per questo dimora nella Pienezza.
Lo schiavo teme la morte e per questo vive continuamente nella paura del tempo, dei potenti, delle malattie, dei 2012 di turno, ecc. La paura lo rende ricattabile e per questo si costringe a una vita da vile, ipocrita e sottomesso.
L'uomo libero ha invece realizzato di essere una Realtà non-nata e che ciò che muore è solo il corpo, un veicolo transitorio. Questo gli permette di vincere la paura primigenia, quella della morte, del dissolvimento, dell'estinzione che è alla base di tutte le paure che costringono l'uomo in schiavitù.
L'uomo libero non è più ricattabile perchè ha vinto la paura. Per questo gli uomini liberi hanno sempre fatto paura agli schiavi: la loro esistenza è confutazione continua delle loro ridicole illusioni e tragiche paure.
Una società di schiavi è gerarchica, corrotta, competitiva, repressiva, fondata sulla paura, sulla scarsità, sull'homo homini lupus, sul contratto-ricatto sociale, sull'alternanza fatica/evasione (= bastone/carota), sul sistema monetario.
Una società di uomini liberi invece non può che essere non-gerarchica e solidale, fondata sull'Amore, sull'abbondanza, sul Bene comune, sulla celebrazione della Vita e della natura, in cui non si commercia povertà ma si condivide abbondanza di risorse.
Lo schiavo è tale perchè si pensa come tale. Per questo ha bisogno di governanti, pastori e banchieri che crea e sostiene in relazione all'illusoria immagine di sè in cui vive confortevolmente imprigionato.
L'uomo libero, invece, è tale perchè, avendo realizzato di essere il Supremo, ha cessato di pensare di essere qualcuno in particolare.
In quanto dimora nella coscienza di essere la Totalità non ha più bisogno di nulla. Tutto ciò che arriva non è più un'elemosina, un salario o un soddisfacimento di un bisogno: è un lusso, qualcosa di gradito ma non necessario.
Schiavi o uomini liberi?
A noi la scelta… Non possiamo infatti sperare in una società differente se non realizziamo in noi stessi, innanzitutto a livello mentale, il cambiamento che vorremmo. Siamo infatti dei creatori, non delle vittime sacrificali.
fonte: https://nonduale.wordpress.com/2011/07/29/schiavi-o-uomini-liberi/
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