Come la maggior parte di voi, ho passato un’ora ascoltando ieri l’intervista fatta a Bashar al-Assad dai media russi. Dovo dire che sono rimasto impressionato. Ma prima di parlarne più in dettaglio, lasciatemi confessare qualcosa che i lettori da lunga data di questo blog potrebbero ricordare: non mi sono mai piaciuti i nazionalisti secolari arabi, specialmente i Baatisti. Non solo avevo una pessima opinione di Saddam Hussein (che però non mi impedisce di essere disgustato per il modo in cui è stato trattato e ucciso), avevo anche qualche amico siriano che mi aveva parlato molto del padre di Assad, Hafez al-Assad, della corruzione del suo regime, della reale paura che così tanti Siriani avevano dei suoi servizi di sicurezza e della grassa e pigra nomenklatura che lo circondava.
Ritornando a Bashar al-Assad, non
avevo potuto perdonargli il fatto che avesse fatto torturare per conto
della CIA nel cosiddetto “rendition program” [programma di consegna, NdT]
e che lui, o qualcuno a lui molto vicino, avesse chiaramente protetto
gli israeliani che avevano assassinato Imad Mughniyeh. Tutto questo per
dire che difficilmente mi si potrebbe accusare di essere un ammiratore
di Assad.
Ma ora devo dire che sto iniziando a
cambiare il mio modo di pensare. Non solo perché non ci possono essere
più dubbi di sorta che Assad e il suo esercito sono attualmente l’unica
forza che protegge il popolo siriano dalla follia medievale e dalla
barbarie del Daesh, ma francamente perché quest’uomo mi colpisce sempre
di più.
La prima cosa che mi ha impressionato di
lui è che è semplicemente una persona di buon senso. Senza offesa per
nessuno qui, ma la maggior parte dei leaders arabi non lo sono affatto.
Bravissimi con i paroloni ma assai scarsi di comune, razionale buon
senso. Ma non Assad. Chiaramente conosce il suo mestiere e mi sembra un
uomo che crede in quello che sta facendo. Naturalmente non leggo nel
pensiero e non posso provare nulla di tutto ciò, ma questo è ciò che
provo quando lo ascolto.
La mia seconda sensazione, ugualmente
soggettiva, è che, negli ultimi quattro anni, l’uomo è cresciuto di
levatura. Francamente, ascoltandolo prima della guerra, avevo
l’impressione che fosse in qualche modo il tipico playboy arabo, come se
ne possono trovare tutte le estati a Saint Tropez, Marbella o Ginevra.
Non necessariamente una cattiva persona, solo un personaggio
superficiale e viziato. Secondo me non assomigliava di certo ad un uomo
di Stato (certamente no, se paragonato a Saddam Hussein, che, nonostante
tutti i suoi difetti, aveva una personalità carismatica). Però,
ascoltandolo ieri mi sono ritrovato con la sensazione che l’Assad del
2015 non è certamente l’Assad di circa un decennio fa. Ho avuto
l’impressione che questa guerra lo abbia profondamente cambiato.
La mia terza ed ultima supposizione
riguarda il cambio dell’entourage di Assad. Ricorderete come all’inizio
della guerra ci fossero “personalità di regime” di tutti i generi,
compresi generali ed ambasciatori, che di colpo sviluppavano una
“coscienza democratica” e disertavano nell’”Asse della Gentilezza”. La
mia opinione è che tutta la feccia a libro paga della CIA che infestava
il regime di Assad sia fuggita a gambe levate perché convinta che Assad
sarebbe stato rovesciato al più dopo pochi mesi. Però Assad è rimasto e,
sorprendentemente, ha mantenuto la rotta anche nei momenti più bui. Non
lo so per certo, ma credo che la qualità delle persone dell’entourage
più stretto di Assad deve essere notevolmente cambiata in meglio, e che
ora egli sia circondato da dei veri patrioti.
Un altro dei dubbi che avevo in passato
era questo: avrebbe avuto Assad la saggezza di prestare ascolto ai Russi
e agli Iraniani, o era forse un megalomane che non dava retta a
nessuno? Chiaramente ha ascoltato. Se non lo avesse fatto, i Russi non
si sarebbero mai impegnati con i il loro sostegno nel modo in cui lo
stanno facendo adesso. Certamente, i Russi non stanno dicendo che Assad
sia indispensabile, questo lo deve decidere il popolo siriano, ma questo
è anche il modo politicamente corretto di sostenerlo, dal momento che
loro (i Russi) sono convinti che i Siriani lo vogliano.
D’altro canto,
quello che i Russi intendono realmente
quando dicono “deve essere il popolo siriano a decidere” è che NON
devono essere a decidere gli “Amici della Siria” o una qualunque altra
parte dell’”Asse della Gentilezza”. In altre parole: fottetevi,
USA/UE/NATO ecc. Così, nonostante tutti i discorsi in diplomatichese sul
futuro della Siria, la realtà è che Assad ha il completo appoggio del
Cremlino.
Alla fine, quello che io vedo è che i
Russi stanno chiaramente “spingendo” Assad nuovamente in prima fila.
Questo credo sia il vero scopo di questa intervista: presentare Assad
come un uomo con cui si può negoziare, che ascolterà e che è sopratutto
un “pragmatico di sani principi”.
Ecco quello che credo stiano facendo i
Russi ora: stanno facendo uso di una strategia multi-livello che unisce
aiuti militari di un certo tipo con un diluvio di attività diplomatica
con tutte le potenze chiave della regione, allo scopo di convincere il
maggior numero di capi di stato che Assad attualmente è senza dubbio parte di ogni soluzione possibile. Per gli Anglo-Sionisti questo è un ragionamento assolutamente criminoso.
Ma, per tutti quelli che vedono l’incubo creato dal Daesh e che ora
devono fare i conti con le conseguenze di quattro anni di sostegno
anglo-sionista al Daesh, diventa sempre più difficile politicamente
opporsi in maniera così totale ad Assad e non voler neanche parlare con
lui.
Inoltre, nessuna
operazione militare contro il Deash avrebbe qualche senso se non fosse
coordinata con i Siriani. Quello che gli USA e i loro fantocci stanno
facendo in questo momento è non solo illegale, ma anche completamente
inefficace. Al contrario la posizione russa è quella di cercare di
creare una coalizione anti-Daesh che sarebbe legale al 100% (la Siria,
come nazione sovrana può chiamare chiunque ad aiutarla) e valida (ogni
attacco aereo o missilistico sarebbe coordinato con le operazioni
terrestri siriane).
Ieri, ascoltando Assad, mi è sembrato
che avesse fiducia che alla fine, anche la pazzia scatenata dagli Stati
Uniti possa finire e che la maggior parte dei leaders mondiali torni in
sé stessa e capisca che parlare con Assad dovrebbe essere non solo una
“opzione”, ma la priorità N°1
per tutti quelli sinceramente interessati a fermare il marciume del
Daesh prima che spanda orrori sempre più idicibili nel Medio Oriente, e
anche oltre.
Spero che abbia ragione.
The Saker
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Articolo pubblicato su Thesaker.is il 18/09/2015
Traduzione in italiano a cura di Mario per Sakeritalia.it
Articolo pubblicato su Thesaker.is il 18/09/2015
Traduzione in italiano a cura di Mario per Sakeritalia.it
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