Cos’è la paura?
Ho provato spesso a rispondere a questa domanda.
Credo che la paura, per me, sia sentire quel dolore che ti leva il fiato, dolore scaturito da un momento o da un pensiero che non lascia scampo a ciò che di bello c’è nel mondo.
Quando provo dolore, il mondo smette di essere importante e, per autodifesa, smetto di essere importante anche io e se io non sono importante, neppure il mio dolore lo è.
Questa sera ho letto una frase molto bella di Charlotte Beck che recita:
«Dobbiamo affrontare il dolore da cui siamo scappati e da cui stiamo scappando. In effetti, dobbiamo imparare a essere in pace e lasciare che il suo violento potere ci trasformi».
Mi ha fatto riflettere molto. Pensare a come la paura e il dolore hanno condizionato la mia vita
mi colpisce: la paura di non sentirsi accettata, da me stessa e dagli
altri, mi ha trasformato? Ma soprattutto, senza tutto il dolore che da
questa paura ha avuto origine, che tipo di persona sarei ora?
Chi non conosce l’esperienza della paura?
La
paura è svegliarsi di notte, terrificati dal fatto di non poter andare
avanti. La paura è l’ansiosa sensazione per il nostro corpo, la stretta e
la pressione al cuore, la strangolante presa alla gola. La paura è il battere furioso del nostro cuore,
le pulsazioni del nostro battito. La paura ci rende più difficile il
respiro, accelerandolo e affannandolo.
La paura ci dice che siamo in
pericolo e poi spinge con urgenza a dare un senso a ciò che sta
succedendo e a capire cosa fare. La paura si appropria della nostra mente con storie su ciò che andrà storto. La paura ci dice che perderemo il nostro corpo, la nostra mente, i nostri amici, la nostra famiglia, anche la terra. La paura è l’anticipazione del dolore futuro.
L’influenza della paura
Per ogni animale, finché il pericolo persiste, viene mantenuta l’attenzione sull’autoconservazione.
Solo nei mammiferi la cognizione e il ricordo interagiscono con l’influenza per creare l’emozione della paura.
Parte del nostro bagaglio di sopravvivenza, l’emozione della paura è formata dalle esperienze accumulate
circa la nostra storia personale. L’influenza della paura che nasce in
risposta alla nostra esperienza immediata si combina con il ricordo di
eventi passati associati e degli effetti che provocano. Ecco perché
alcuni di noi sono terrorizzati da cose che non hanno alcun senso di
paura per altri. Mentre l’influenza della paura in se stessa dura solo
qualche secondo, l’emozione della paura persiste finché l’influenza continua a essere stimolata da pensieri e ricordi spaventosi.
Sentirsi inadeguati ci fa paura
Sentirsi inadeguati va a braccetto con il sentirsi separati dagli altri, separati dalla vita.
Se ci manca qualcosa, come possiamo trovare il nostro posto? Se non
abbiamo da offrire niente di valore, non ci meritiamo di essere amati. È
un circolo vizioso: più sentiamo che ci manca qualcosa, più ci sentiamo
distanziati e la solitudine e l’ansia che accompagnano il senso di non
appartenenza rinforzano solo la nostra percezione di essere fondamentale
difettosi.
Convinti di non essere abbastanza bravi, non possiamo mai rilassarci. Stiamo in guardia, controllando le nostre mancanze. Quando inevitabilmente le troviamo, ci sentiamo ancora più insicuri e immeritevoli.
Obiettivo: accettarsi!
Per molti di noi, la sensazione d’inadeguatezza è proprio dietro l’angolo.
Non
serve molto, basta vedere i traguardi degli altri, essere criticati,
litigare, fare un errore al lavoro, per farci sentire che non andiamo
bene.
La volontà di sperimentare noi stessi e
la nostra vita così com’è, è l’antidoto necessario agli anni in cui non
ci siamo presi cura di noi stessi, anni di giudizi e di duri
trattamenti, anni di rifiuto della “esperienza del momento”, anni in cui
non siamo riusciti a essere felici.
Iniziare semplicemente a riconoscere i nostri talenti e i nostri punti di forza, senza la necessità costante di rassicurazioni per sentirci speciali o superiori, è il primo passo verso l’accettazione di noi stessi. La strada è lunga, è vero, ma la meta vale la fatica.
Estratto da “Il potere dell’accettazione totale”
Valentina Balestri
Guarda attentamente.
Fai attenzione, nota.
Continua a guardare, sii curioso.
Non si finisce mai di guardare…
Tutto è vivo:
le conchiglie, gli edifici, le persone pesci.
Le montagne, gli alberi. Il bosco è vivo.
L’acqua è viva.
Ogni cosa ha la sua vita.
Tutto vive dentro di noi.
Vivi con il mondo dentro di te…
Importa che tu ci tenga.
Importa che tu senta.
Importa che tu noti.
Importa che la vita viva in te…
Guarda, senti, lascia che la vita ti prenda per mano.
Lascia che la vita viva in te.
Hokusai
Nessun commento:
Posta un commento