(Immagine presa dal web) |
Una storia illuminante parla di un uomo che muore e va in paradiso. Ha
vissuto a lungo e, dopo la morte, si ritrova a camminare verso questi
grandi cancelli ornati di perle, di fronte al paradiso. All'ingresso
vede numerose persone che rappresentano lo spirito: Buddha, Cristo, la
Vergine Maria, San Pietro, Maometto, Krishna, Mosè ed altri, che stanno
in piedi davanti al cancello e fanno entrare la gente. Mentre si
avvicina al cancello, nota che ci sono due file per entrare in paradiso.
Si accorge che in una fila ci sono tre o quattro persone, mentra
l'altra sembra essere lunga chilometri. L'uomo ne rimane stupito.
Si
chiede: "Perchè ci sono due file?". Così si avvicina a San Pietro e
domanda: "Mi puoi aiutare? Ho visto che una coda è molto breve, l'altra è
lunghissima; non so in quale delle due andare. Perchè alcuni sono nella
coda breve e altri in quella lunga?". San Pietro risponde:"Allora,
quelli della fila breve vorrebbero sperimentare il paradiso e stanno
attendendo di entrare". L'uomo chiede: " E quelle della fila lunga?".
San Pietro dice: "Oh, a quelle interessa studiare il paradiso. Vogliono
imparare cose che riguardano il paradiso.
Ho voluto cominciare oggi il mio nuovo articolo con questa storiella
divertente, nella quale è, tuttavia, racchiuso un significato molto
profondo che vi spiegherò dopo aver finito di riderci sopra con voi. In
realtà, c'è una differenza profonda, insondabile, fra lo sperimentare le
cose e il semplice conoscerle.
Com'è ovvio, la via della sperimentazione porterà a risultati ben
diversi da quella volta alla semplice conoscenza dei fenomeni. La
sperimentazione è fatta SEMPRE E SOLO IN PRIMA PERSONA ed ha effetti
molto profondi sul sistema psicofisico dell'individuo. Quando si vivono
determinate esperienze, si esce trasformati, diversi, con un approccio
diverso nei confronti della Vita e le sue dinamiche.
Il conoscere, viceversa, sortisce degli effetti che, il più delle volte,
restano a livello superficiale in quanto si tratta di EVENTI NON
VISSUTI IN PRIMA PERSONA ma conosciuti attraverso le parole o gli
scritti di chi, invece, ha avuto modo di sperimentarle in prima persona.
Al giorno d'oggi c'è tanta gente che lavora su di Sè e cerca quel
qualcosa in più in grado di affrancarla da quella condizione di
isolamento dal Tutto.
Accade però che, il più delle volte, si sia disposti a seguire più
corsi, leggere migliaia di libri, cambiare tanti guru quanti sono i
nostri calzini senza, peraltro, venire a capo di nulla. Mi spiego
meglio: non è che non s'impara nulla e, di conseguenza, non si viene a
capo di nulla. La cosa è diversa: si è disposti ad imparare tanto ma non
si applica nulla e, di conseguenza è come se non si fosse seguito
nessun corso, guru o letto alcun libro.
Proprio per distinguere chi sperimenta da chi, semplicemente, conosce,
ho coniato il termine di pratici applicatori in riferimento a chi ha la
forza di sperimentare e teorici conoscitori riferendomi, invece, a chi
ha solo conoscenze teoriche ed ostenta erudizione. Di ciò, però, ne ho
già parlato nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, dedicandogli un
capitolo intero.
In ogni caso, il semplice conoscere non porta da nessuna parte se non ad
un arido nozionismo. Solo lo sperimentare permette di EVOLVERE IN
MANIERA DEFINITIVA E CONCRETA. Il resto rischia di rimanere solo un
mucchio di belle parole con le quali incantare un pubblico di uditori.
La sperimentazione è collegata all'AMORE. La conoscenza, invece, alla
PAURA. Solo chi prova amore, infatti, è in grado di trasformare le sue
conoscenze in applicazioni pratiche e, quindi, sperimentarne gli
effetti. Chi si limita a conoscere, di solito lo fa perchè ha paura di
andare oltre le proprie conoscenze, probabilmente perchè non è sicuro
che possano sortire gli effetti desiderati.
Tutto ciò che ci separa dall'applicare ciò che GIA' CONOSCIAMO è la
paura di fallire. Se riusciremo a superare questa paura, trasformandola
in amore per la sperimentazione, solo allora potremo far sorgere le
nostre vere potenzialità per poter usufruire della fila breve come via
di accesso rapido al paradiso delle nostre infinite potenzialità.
Vincenzo Bilotta
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