giovedì 24 settembre 2015

Differenza fra lo sperimentare e il conoscere

(Immagine presa dal web)
Una storia illuminante parla di un uomo che muore e va in paradiso. Ha vissuto a lungo e, dopo la morte, si ritrova a camminare verso questi grandi cancelli ornati di perle, di fronte al paradiso. All'ingresso vede numerose persone che rappresentano lo spirito: Buddha, Cristo, la Vergine Maria, San Pietro, Maometto, Krishna, Mosè ed altri, che stanno in piedi davanti al cancello e fanno entrare la gente. Mentre si avvicina al cancello, nota che ci sono due file per entrare in paradiso. Si accorge che in una fila ci sono tre o quattro persone, mentra l'altra sembra essere lunga chilometri. L'uomo ne rimane stupito. 
 
Si chiede: "Perchè ci sono due file?". Così si avvicina a San Pietro e domanda: "Mi puoi aiutare? Ho visto che una coda è molto breve, l'altra è lunghissima; non so in quale delle due andare. Perchè alcuni sono nella coda breve e altri in quella lunga?". San Pietro risponde:"Allora, quelli della fila breve vorrebbero sperimentare il paradiso e stanno attendendo di entrare". L'uomo chiede: " E quelle della fila lunga?". San Pietro dice: "Oh, a quelle interessa studiare il paradiso. Vogliono imparare cose che riguardano il paradiso. 
Vogliono prendere appunti". (Robert McDonald, PNL per lo Spirito)
 
Ho voluto cominciare oggi il mio nuovo articolo con questa storiella divertente, nella quale è, tuttavia, racchiuso un significato molto profondo che vi spiegherò dopo aver finito di riderci sopra con voi. In realtà, c'è una differenza profonda, insondabile, fra lo sperimentare le cose e il semplice conoscerle.

Com'è ovvio, la via della sperimentazione porterà a risultati ben diversi da quella volta alla semplice conoscenza dei fenomeni. La sperimentazione è fatta SEMPRE E SOLO IN PRIMA PERSONA ed ha effetti molto profondi sul sistema psicofisico dell'individuo. Quando si vivono determinate esperienze, si esce trasformati, diversi, con un approccio diverso nei confronti della Vita e le sue dinamiche.

Il conoscere, viceversa, sortisce degli effetti che, il più delle volte, restano a livello superficiale in quanto si tratta di EVENTI NON VISSUTI IN PRIMA PERSONA ma conosciuti attraverso le parole o gli scritti di chi, invece, ha avuto modo di sperimentarle in prima persona. Al giorno d'oggi c'è tanta gente che lavora su di Sè e cerca quel qualcosa in più in grado di affrancarla da quella condizione di isolamento dal Tutto.

Accade però che, il più delle volte, si sia disposti a seguire più corsi, leggere migliaia di libri, cambiare tanti guru quanti sono i nostri calzini senza, peraltro, venire a capo di nulla. Mi spiego meglio: non è che non s'impara nulla e, di conseguenza, non si viene a capo di nulla. La cosa è diversa: si è disposti ad imparare tanto ma non si applica nulla e, di conseguenza è come se non si fosse seguito nessun corso, guru o letto alcun libro.
 
(Immagine presa dal web)

Proprio per distinguere chi sperimenta da chi, semplicemente, conosce, ho coniato il termine di pratici applicatori in riferimento a chi ha la forza di sperimentare e teorici conoscitori riferendomi, invece, a chi ha solo conoscenze teoriche ed ostenta erudizione. Di ciò, però, ne ho già parlato nel mio libro L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, dedicandogli un capitolo intero.

In ogni caso, il semplice conoscere non porta da nessuna parte se non ad un arido nozionismo. Solo lo sperimentare permette di EVOLVERE IN MANIERA DEFINITIVA E CONCRETA. Il resto rischia di rimanere solo un mucchio di belle parole con le quali incantare un pubblico di uditori.

La sperimentazione è collegata all'AMORE. La conoscenza, invece, alla PAURA. Solo chi prova amore, infatti, è in grado di trasformare le sue conoscenze in applicazioni pratiche e, quindi, sperimentarne gli effetti. Chi si limita a conoscere, di solito lo fa perchè ha paura di andare oltre le proprie conoscenze, probabilmente perchè non è sicuro che possano sortire gli effetti desiderati.

Tutto ciò che ci separa dall'applicare ciò che GIA' CONOSCIAMO è la paura di fallire. Se riusciremo a superare questa paura, trasformandola in amore per la sperimentazione, solo allora potremo far sorgere le nostre vere potenzialità per poter usufruire della fila breve come via di accesso rapido al paradiso delle nostre infinite potenzialità.

 
Vincenzo Bilotta 
 

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