martedì 29 settembre 2015

"Assad combatte il terrorismo, nell'ISIS guerriglieri supportati dagli USA"


Alla vigilia della sua partecipazione alla 70esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente Vladimir Putin ha rilasciato un'intervista al giornalista americano Charlie Rose per i canali televisivi CBS e PBS.


— Interverrà alle Nazioni Unite con un discorso che è fortemente atteso. Parlerà alle Nazioni Unite per la prima volta dopo molti anni. Che dirà all'ONU, all'America e a tutto il mondo?
— Dal momento che la nostra intervista avviene prima del mio discorso, penso che sarebbe inopportuno raccontare tutto quello che dirò. Ma in termini generali, naturalmente, ricorderò la storia delle Nazioni Unite, già ora posso dire che la decisione di istituire le Nazioni Unite è stata presa proprio nel nostro Paese, in Unione Sovietica durante la Conferenza di Yalta. L'Unione Sovietica, la Russia in quanto successore legale dell'Unione Sovietica, è un Paese fondatore delle Nazioni Unite e membro permanente del Consiglio di Sicurezza.
Certo, occorrerà parlare del presente, su come oggi si articoli la vita internazionale e su come le Nazioni Unite rappresentino oggi l'unica organizzazione internazionale universale con lo scopo di mantenere la pace nel mondo. In questo senso oggi non ci sono alternative.
È anche chiaro che le Nazioni Unite devono adattarsi al mondo che cambia, lo discutiamo costantemente: come deve cambiare e con quali ritmi deve cambiare in qualità.
Sicuramente serve dire, anche se non c'è ne bisogno, che occorrerà approfittare di questa vetrina internazionale per dare la visione russa delle relazioni internazionali di oggi, del futuro di questa organizzazione e della comunità internazionale.
Vladimir Putin intervistato dalla CBS
Vladimir Putin intervistato dalla CBS - © CBSNews
 
— Ci aspettiamo che parlerà della minaccia dello "Stato Islamico" e della vostra presenza in Siria, perché proprio la vostra presenza è relazionata con questo. Qual è il vostro obiettivo della presenza in Siria e come si rapporta con la lotta contro l'ISIS?
— Penso e non ho dubbi sul fatto che quasi tutti gli interventi delle Nazioni Unite riguarderanno il problema della lotta al terrorismo e la necessità di combatterlo, perciò anch'io non andrò fuori da questo tema. È una cosa naturale, perché rappresenta una grave minaccia comune per tutti noi, è una sfida per tutti noi. Oggi il terrorismo è una minaccia per molti Paesi del mondo, dei suoi atti criminali soffre molta gente: centinaia di migliaia, milioni di persone. Un compito sta innanzi a tutti noi: unire gli sforzi nella lotta contro questo male comune.
Per quanto riguarda la nostra presenza in Siria, come ha detto lei, si manifesta oggi nelle consegne di armi al governo siriano, nell'addestramento e nell'assistenza umanitaria al popolo siriano.
Ci atteniamo alla Carta delle Nazioni Unite, cioè ai principi fondamentali del diritto internazionale moderno, secondo cui qualsiasi tipo di assistenza, compresi gli aiuti militari, può e deve essere fornita solo al governo legittimo di un Paese, o con il loro consenso o tramite una loro richiesta o per decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
In questo caso abbiamo a che fare con la richiesta del governo siriano di ricevere assistenza militare e forniture d'armi, lo facciamo assolutamente nell'ambito di contratti internazionali legittimi.
— Il Segretario di Stato John Kerry ha detto di accogliere con favore il vostro sostegno nella lotta contro ISIS. Altri credono che si tratti di aerei e lanciamissili, che vengono utilizzati contro un esercito convenzionale e non contro gli estremisti.
— In Siria c'è solo un esercito regolare legittimo. È l'esercito del presidente siriano Bashar Assad. Gli resiste l'opposizione, in base alle interpretazioni di alcuni dei nostri partner internazionali. Ma di fatto, nella vita reale, l'esercito di Assad combatte contro le organizzazioni terroristiche. Sa meglio di me le audizioni che si sono appena svolte nel Senato degli Stati Uniti, dove dei militari, rappresentanti del Pentagono, se non mi sbaglio, hanno riferito ai senatori quello che è stato fatto dagli USA per l'addestramento delle forze dell'opposizione armata. Inizialmente era stato fissato l'obbiettivo di addestrare 5-6mila combattenti, poi 12mila. I risultati hanno mostrato che sono stati addestrati in 60, con le armi in mano combattono solo 4 o 5 uomini, mentre tutti gli altri con le armi americane sono passati dalla parte di ISIS. Questa è la prima cosa. In secondo luogo, a mio parere, fornire appoggio militare a strutture illegittime non soddisfa i principi del diritto internazionale moderno e della Carta delle Nazioni Unite. Noi  sosteniamo solo le strutture governative legittime.
Per questo proponiamo la cooperazione con i Paesi della regione, stiamo cercando di creare una sorta di struttura di coordinamento. Ho personalmente informato il presidente della Turchia e i sovrani di Giordania e Arabia Saudita. Abbiamo informato gli Stati Uniti e Kerry, che lei ha citato, ha avuto una discussione approfondita su questo tema con il nostro ministro degli Esteri Lavrov, inoltre anche i nostri militari sono in contatto tra di loro per discutere questo argomento. Saremo felici se troveremo un terreno comune per un'azione condivisa contro il terrorismo.
 Un frammento dell'intervista di Putin alla CBS
Un frammento dell'intervista di Putin alla CBS - © CBSNews

—  Siete pronti ad unirvi agli Stati Uniti nella lotta contro ISIS, per questo motivo siete in Siria? La conservazione del potere di Assad è un obbiettivo della presenza della Russia in Siria?
— Esatto, è così. Inoltre, secondo le mie convinzioni, agendo nella direzione dello spodestamento delle strutture di potere legittime, potremmo creare una situazione a cui oggi stiamo assistendo in altri Paesi della regione.
— Come sa, alcuni dei partner della coalizione vogliono che prima di tutto Assad  lasci il potere, solo allora saranno pronti a sostenere il governo.
— Vorrei incoraggiarli a presentare questa richiesta al popolo siriano. Solo il popolo siriano ha il diritto di decidere chi e come governare il Paese.
—  Sostenete il presidente Assad. Ma sostenete quello che sta facendo in Siria, quello che succede a milioni di profughi e le centinaia di migliaia di persone che hanno perso la vita, molte delle quali sono state uccisi dai suoi uomini?
— Secondo lei agiscono correttamente quelli che sostengono l'opposizione armata e soprattutto le organizzazioni terroristiche, solo per rovesciare Assad, senza preoccuparsi di cosa ne sara' del paese dopo la piena distruzione delle sue istituzioni statali? Dite sempre, con una tenacia degna della miglior causa, che l'esercito siriano sta combattendo contro il suo popolo. Ma guardi chi controlla il 60% del territorio della Siria: l' ISIS oppure altre organizzazioni terroristiche. 
—  E' pronto ad inviare le truppe russe in Siria, se per la lotta contro ISIS sarà necessario?
— La Russia non parteciperà ad eventuali operazioni militari sul territorio della Siria o negli altri Paesi. Per lo meno, oggi non lo pianifichiamo. Lavoriamo a come intensificare il nostro lavoro con il presidente Assad e con gli altri partner internazionali.
Molti credono che le azioni di Assad giochino a favore di ISIS, che l'intransigenza verso il popolo siriano sia una sorta di aiuto per ISIS. Pertanto, se Assad se ne andrà, il Paese avrà un periodo di transizione che contribuirà alla lotta contro ISIS.
— Usando il gergo dei servizi segreti, posso dire che tale valutazione è propaganda antisiriana. Più di 2mila combattenti provenienti dall'ex Unione Sovietica si trovano nel territorio della Siria. C'è il rischio che ritorneranno da noi. Quindi, piuttosto che aspettare di ritrovarceli da noi, è meglio aiutare Assad per combatterli lì, in Siria.
—  E' orgoglioso della Russia, questo significa che vuole che la Russia ricopra un ruolo più incisivo nel mondo.
— Non è un obbiettivo fine a sé stesso. Sono orgoglioso della Russia. Abbiamo qualcosa di cui essere orgogliosi. Ma non nutriamo un feticismo verso l'idea della superpotenza russa sulla scena mondiale.
—  Però la Russia è uno dei Paesi leader, perché dispone di armi nucleari. Siete una potenza con cui fare i conti.
— Lo spero, altrimenti perché abbiamo queste armi? L'Ucraina è una grande capitolo a parte, anche per noi. E' il Paese più vicino a noi. E' il più vicino al popolo russo: la lingua è simile, la cultura, la storia e la religione sono comuni. Che cosa ritengo sia inaccettabile per noi? La soluzione dei problemi, tra cui quelli interni, nelle Repubbliche dell'ex Unione Sovietica tramite le rivoluzioni "colorate", tramite colpi di stato e mezzi anticostituzionali per cambiare i governi legittimi in carica. Negli Stati Uniti i nostri partner non nascondono di aver sostenuto gli oppositori del presidente Yanukovych.
—  Pensa che gli Stati Uniti siano coinvolti nel rovesciamento di Yanukovych?
— Lo so con certezza. Con le persone che vivono in Ucraina, abbiamo migliaia di contatti e rapporti di vario genere. Sappiamo chi, dove, e quando ha incontrato e lavorato con le persone che hanno rovesciato Yanukovych, come li sostenevano, quanto li pagavano, come li preparavano. Sappiamo tutto. Anche i nostri partner americani non lo nascondono più.
Victoria Nuland sfama i manifestanti del Maidan di Kiev nell'inverno 2014
Victoria Nuland "sfama" i manifestanti del Maidan di Kiev nell'inverno 2014- © AP Photo/ Andrew Kravchenko, Pool

—  Come avviene lo spodestamento delle legittime autorità? Qual è il ruolo della Russia nel rinnovamento del potere in Ucraina?
La Russia non ha mai intrapreso e non ha intenzione di partecipare ad azioni volte a rovesciare il governo legittimo.
—  Molti parlano della presenza militare russa ai confini dell'Ucraina.
Avete una presenza militare in Europa?
—  Sì.
— In Europa ci sono le armi nucleari tattiche degli USA. Questo significa che avete occupato la Germania o avete solo trasformato le forze di occupazione nelle truppe della NATO? Se teniamo le nostre truppe nel territorio nazionale vicino al confine di un altro Stato, pensa che si tratti di un crimine?
— Negli Usa parlano tanto di lei, lo sa?
— Non hanno nient'altro da fare?
— Una volta un collaboratore della CIA mi ha detto che possiede straordinarie qualità. E' un trascinatore di folle, le riesce bene. Si fa voler bene.
Beh, se le è stato detto dalla CIA, allora probabilmente è così.
— Credo che la sua popolarità in Russia, sia invidiata da qualsiasi altro politico nel mondo. Che cosa la rende così popolare?
C'è un qualcosa che mi lega agli altri cittadini russi. Noi abbiamo qualcosa in comune che ci unisce ed è l'amore per la patria.
— Durante le celebrazioni del 70° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, quando tutti ricordavano le vittime che ha avuto la Russia, è stata toccante per tutti noi un'immagine: stava in piedi con le lacrime agli occhi con la foto di suo padre.
— Sì, la mia famiglia ha patito gravi perdite durante la Seconda Guerra Mondiale. E' vero. La Russia ha sofferto molto. Naturalmente non possiamo dimenticare e non dobbiamo dimenticare: non per incolpare qualcuno, ma affinchè questo non ricapiti più in futuro.
— Inoltre lei ha detto che la più terribile tragedia del secolo scorso è stato il crollo dell'Unione Sovietica. Alcuni pensano che desidera ricreare la sfera d'influenza che la Russia merita per le relazioni che sono esistite nel corso degli anni?
— Siamo sempre sospettati di avere ogni tipo di ambizione. Ho detto veramente di ritenere il crollo dell'Unione Sovietica una grande tragedia del XX secolo. Prima di tutto perché, improvvisamente, al di là dei confini della Federazione Russa si sono ritrovati 25 milioni di russi. I russi si sono ritrovati ad essere il popolo più frammentato nel mondo d'oggi. Questo non è un problema? Forse per lei no, ma per me si.
— Molti la criticano in Russia, dicendo che la Russia è più autocratica che democratica. I politici e i giornalisti d'opposizione finiscono nelle prigioni russe o vengono uccisi.
— Per quanto riguarda tragedie come l'assassinio di persone, compresi i giornalisti, purtroppo sono cose che accadono in tutto il mondo. Ma se capita da noi, facciamo di tutto per garantire che i colpevoli vengano trovati, smascherati e puniti. Continueremo a lavorare per migliorare il nostro sistema politico, affinchè un cittadino comune comprenda di influenzare la vita dello Stato e della società e affinchè le autorità sentano la responsabilità di fronte alla gente.
Vladimir Putin accoglie Barack Obama al vertice del G20 il 5 settembre 2013
Vladimir Putin accoglie Barack Obama al vertice del G20 a San Pietroburgo il 5 settembre 2013- © AP Photo/ Dmitry Lovetsky

— L'America le interessa in misura maggiore rispetto a qualsiasi altro Stato con cui interagite?
— Certo, ci interessa cosa accade negli Stati Uniti. In generale l'America ha un enorme impatto sul contesto mondiale.
— Mi permetta di chiederle, cosa pensa del presidente Obama?
— Non mi ritengo autorizzato a dare una valutazione del presidente degli Stati Uniti. E' compito del popolo americano.
— Pensa che consideri la Russia e lei alla pari?
— Allora, glielo chieda, è il suo presidente. Come faccio a sapere che cosa pensa?
— In Russia la gente ha paura di lei?
— Non credo. Ipotizzo che la maggior parte delle persone si fidi di me, se mi vota alle elezioni. E' la cosa più importante.
— Come sa, alcune persone la chiamano "zar". Questo soprannome le si addice?
— Non è importante come ti chiamano i  tuoi sostenitori, i tuoi amici o i tuoi avversari politici. E' importante quello che tu stesso pensi riguardo a quello che sei obbligato a fare negli interessi del paese che ti ha affidato questo incarico, il posto di capo dello Stato russo.
La prossima domanda è sulla situazione in Ucraina. Cosa ha intenzione di fare in Ucraina?
Ora glielo dico. Credo che la Russia e gli altri membri della comunità internazionale, compresi quelli del cosiddetto "formato della Normandia", naturalmente con la partecipazione attiva degli Stati Uniti, debbano impegnarsi per la realizzazione piena e incondizionata degli accordi che sono stati raggiunti a Minsk. Occorre rispettare gli accordi di Minsk. Che significa realizzare gli accordi di Minsk? La cosa principale è che occorre fare il necessario per garantire che la situazione in Ucraina cambi radicalmente, ovvero realizzare le riforme politiche. In primo luogo occorre approvare le modifiche della Costituzione, così è scritto negli accordi di Minsk. Ed ora la cosa più importante: negli accordi di Minsk si afferma che questo processo dovrebbe avvenire concordandolo con Donetsk e Lugansk. Si tratta di un punto fondamentale. In Ucraina ora stanno adottando le modifiche costituzionali, ma senza  alcuna intesa con Donetsk e Lugansk, in più nessuno ha intenzione di dialogare con loro.
Ora il secondo punto: serve, è scritto proprio così negli accordi di Minsk, implementare la legge già adottata in Ucraina sullo statuto autonomo in queste regioni. La legge è stata approvata, ma la sua implementazione è stata rinviata. Gli accordi di Minsk non sono rispettati. In terzo luogo, occorre approvare una legge sull'amnistia. Come si può dialogare con le persone del Donbass, di Lugansk e Donetsk, se sono sotto inchiesta? La legge non è stata adottata. Se una parte, le autorità di Kiev, dicono oggi di aver realizzato gli accordi di Minsk, non corrisponde al vero, perché tutto questo deve essere concordato con Donetsk e Lugansk. Non c'è stata alcuna intesa. Pertanto sosteniamo incondizionatamente l'implementazione piena degli accordi di Minsk da entrambe le parti, ma non secondo come viene interpretato da ciascuno, ma così come è scritto.
Angela Merkel, Petr Poroshenko e Vladimir Putin in Normandia
Angela Merkel, Petr Poroshenko e Vladimir Putin in Normandia - © AFP 2015/ REGIS DEVIGNAU

Passiamo alla prossima domanda: gli Stati Baltici e le vostre intenzioni nei loro confronti.
Vorremmo costruire con loro amichevoli rapporti di partnership. Ci vivono  molti russi, anche dopo la fine dell'Unione Sovietica. Lì violano i loro diritti. Sa che in molti degli Stati Baltici è stato inventato qualcosa di inedito del diritto internazionale. Non sono considerati cittadini le persone che vivono da decenni nel territorio degli Stati Baltici e sono privati di una serie di diritti politici. Ma non ne parlano, come se fosse necessario. Per quanto riguarda le relazioni economiche, abbiamo contatti molto ramificati con questi Paesi. Ma ci sono ancora alcune cose che, per usare un eufemismo, mi confondono. Sembra che tutti parlino di riavvicinamento tra Russia e Unione Europea. Ma che cosa  succede realmente in pratica? Dal sistema di approvvigionamento energetico dell'ex Unione Sovietica si pensa di isolare gli Stati Baltici ed integrarli nel sistema europeo. Per noi questo significa che in alcune regioni della Federazione Russa ci saranno zone dove non avremo linee elettriche, perché prima erano allacciate attraverso i tralicci dei Paesi Baltici. Ora dovremo di nuovo, dopo aver speso miliardi di dollari, costruire questo sistema, così come miliardi di dollari dovranno spendere i nostri partner europei, per includere i Paesi Baltici nel loro sistema energetico. Perché tutto questo? Accade in molti settori: dicono una cosa, ma in realtà ne fanno un'altra. Sono estremamente convinto che dobbiamo rifuggire dalle fobie del passato e guardare al futuro e, sulla base del diritto internazionale, costruire relazioni paritarie e di buon vicinato.
Naturalmente dobbiamo revocare le sanzioni
Se a qualcuno piace lavorare con le sanzioni, per carità, si può. Ma è un fattore temporaneo. In primo luogo si contrappone allo stesso diritto internazionale. In secondo luogo, mi dica: dove questa politica di sanzioni si è rivelata efficace? Da nessuna parte, perché rapportate ad un Paese grande come la Russia è difficile che abbiano qualche effetto.
La Russia ce la farà nonostante le sanzioni?
Va da sè che si, su questo non v'è nessun dubbio, non c'è neanche da parlarne. Ci sono anche dei vantaggi, in particolare nei settori ad alta tecnologia: in passato preferivamo semplicemente comprare quello che ci serviva con i petrodollari. Oggi, dal momento che le sanzioni sono in vigore, o non le possiamo comprare o temiamo che ci vengano chiuse le porte, pertanto siamo stati costretti a cambiare tutto il programma di sviluppo dell'economia nazionale nei settori high-tech, manifatturiero, meccanico e nella ricerca. In realtà avremmo dovuto già fare qualcosa, ma avevamo delle difficoltà, perché i nostri mercati nazionali erano pieni di prodotti stranieri e nell'ambito del WTO sarebbe stato molto difficile per noi sostenere l'industria nazionale. Ora che le sanzioni sono state introdotte e i nostri partner se ne sono andati volontariamente dal nostro mercato, si sono create delle interessanti opportunità da sfruttare.

Vorrei farle ancora un paio di domande. Lei è stato presidente, primo ministro e presidente di nuovo. Per quanto tempo vuole rimanere al potere? Cosa vorrebbe lasciare in eredità? Questa è la prima domanda.
Quanto tempo, dipende da due cose. In primo luogo dalle norme previste dalla Costituzione, non saranno violate da parte mia.
Cosa vorrebbe lasciare in eredità alla Russia?
La Russia deve essere efficiente e competitiva, con un'economia stabile, con uno sviluppato sistema sociale e politico e flessibile ai cambiamenti nel Paese e intorno ad essa.
Deve svolgere un ruolo importante nel mondo?
Dovrebbe essere competitiva, come ho detto, dovrebbe essere in grado di  difendere i propri interessi ed esercitare un influenza sui processi che hanno per lei un significato.
Molti dicono che sia onnipotente, che può ottenere tutto quello che vuole. Quindi, che cosa vuole? Dica all'America e al mondo quello che vuole Vladimir Putin.
Vorrei che la Russia fosse come ora l'ho descritta. Questa è la cosa più importante, è il mio desiderio. Vorrei che la gente di qui fosse felice e che i nostri partner di tutto il mondo volessero e cercassero di sviluppare le relazioni con la Russia.

Grazie. Grazie mille.

Grazie.


 

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