Questa è una di quelle notizie che - da sole - danno il senso della distanza abissale tra vecchio e nuovo mondo.
Si tratta di qualcosa che in Europa – e nella maggior parte del mondo civile – sarebbe assolutamente impensabile, mentre oltreoceano non solo è pensabile, ma diviene addirittura legge dello Stato.
Mi riferisco alla legge del Texas, denominata “campus carry”,
approvata il 1 agosto 2015 - che gli atenei statali sono obbligati ad
applicare - secondo cui è consentito a studenti, genitori in visita e
professori portare con sé armi da fuoco nelle aule scolastiche.
La legge è stata approvata in occasione del 50. anniversario di uno dei peggiori massacri in un campus universitario degli USA, quando uno studente, Charles Whitman, massacrò 16 persone sparando dalla torre dell’orologio della University of Texas di Austin.
E ieri, 17 febbraio, il presidente dell’Università del Texas, Greg Fenves, ha approvato lo statuto secondo cui i frequentatori del campus con età superiore ai 21 anni e in possesso di regolare porto d’armi possono andare a lezione debitamente muniti di pistola o fucile.
Il
tutto naturalmente – c’è da dubitarne? – a buon fine, per difendersi da
terroristi, mentecatti, maniaci o assassini di passaggio, che da
qualche anno hanno eletto a proprio poligono di tiro scuole e
università.
Ne è convinto il governatore dello Stato, Greg Abbott,
secondo il quale questa legge potrà prevenire massacri e sparatorie
visto che gli assassini di turno si troveranno di fronte una scolaresca
armata fino ai denti e in grado di reagire.
Una sorta di "sfida all'OK Corral", insomma...
In
realtà il nostro Greg Fenves non è mai stato d’accordo con questa
brillante idea sponsorizzata dallo stato del Texas, ma dopo aver
lungamente resistito, ieri ha dovuto capitolare.
Dura lex, sed lex.
Così, un po' abbattuto ha affermato:
“questa decisione e stata per me la sfida più grande della mia presidenza, dato che non credo che le armi da fuoco siano adatte ad un campus universitario”.
Oddio, veramente?
Ma tranquilli, ci saranno zone di esclusione e… degli obiettori di coscienza, come in ogni ambito democratico che si rispetti.
Per
esempio se nelle classi sarà tranquillamente permesso portare con sé la
propria arma, nelle infermerie, nei dormitori o in certi laboratori
bisognerà, ahimé, lasciare colt, pistole, fucili e mitragliette
all’ingresso.
Bisogna
dire che qualche professore, per la verità, ha manifestato qualche
perplessità sul dover discutere il piano di studi o l’andamento
scolastico con studenti armati come Rambo, come dargli torto?
Ma la soluzione c'è: essere altrettanto ben equipaggiati, no?
Se
vuoi bocciare lo studente e quello mette mano alla pistola, non hai che
da sparargli prima tu, questo sì che sarebbe un confronto, come dire… ad
armi pari…
Piero Cammerinesi
Nessun commento:
Posta un commento