I politici occidentali, i media e il regime turco ne sono pieni. L’ultima ondata di profughi al confine turco-siriano sono, ci dicono, civili terrorizzati che fuggono dagli attacchi aerei russi.
Nessun
dubbio che i civili in questa guerra siano presi in mezzo, ma molti di
quelli ritratti come rifugiati in fuga da Aleppo, città al nord della
Siria, sono in realtà miliziani in ritirata, che si arrendono a causa
del successo militare russo e siriano nella repressione della loro
insurrezione.
Come al solito distorcendo la realtà, i
media occidentali sono lo strumento di una classica operazione di guerra
psicologica per il modo in cui raccontano l’ultima fase di quella che in effetti è una guerra di aggressione da parte di potenze straniere alla Siria.
Incredibilmente, la Russia e l’Esercito
Arabo Siriano sono dipinti come “i cattivi”, e a sua volta questa
narrativa viene usata per costruire il pretesto di una “responsabilità
di proteggere” – la falsa copertura umanitaria per consentire un
ingiustificato intervento straniero.
Quest’intervento potrà avere la forma o di un’invasione militare del territorio siriano condotta dagli USA; o la forma di pressioni politiche e legali su Russia e Siria affinché interrompano la loro altresì molto efficace offensiva contro formazioni armate illegali.
Si deve sottolineare che questi gruppi,
che possono essere obiettivamente definiti come “terroristi“, hanno
provato a rovesciare il governo eletto siriano per conto di potenze
straniere, tra cui USA, Gran Bretagna, Francia, e i regimi loro clienti
nella regione, Arabia Saudita, Qatar e Turchia.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel è
stata in Turchia questa settimana, e lì ha detto alla stampa di essere
“inorridita dalla crisi umanitaria provocata principalmente dagli
attacchi aerei russi” nei dintorni della città di Aleppo, nella Siria del nord.
La Merkel ha detto che lei e il Primo
Ministro Turco Ahmet Davutoglu avrebbero urgentemente fatto pressioni
per una “soluzione diplomatica” per fermare l’offensiva militare
russo-siriana. La leader tedesca ha citato erroneamente la risoluzione
2554 delle Nazioni Unite formulata a dicembre come espressione del suo
pensiero. La risoluzione in effetti dà come mandato prioritario la
sconfitta dei gruppi terroristici, che è proprio ciò per cui si stanno
adoperando l’esercito siriano e la Russia.
Nel frattempo, Voice of America,
l’agenzia di stampa del governo USA, riferisce la situazione nella Siria
del nord come segue: “La travolgente offensiva sostenuta dai Russi da
parte dell’esercito
del Presidente Bashar al-Assad e dei foreign fighters provenienti da
Iran, Libano e Afghanistan sta causando una crisi umanitaria,
costringendo migliaia di civili a fuggire verso il confine turco,
secondo quanto dicono attivisti politici e i comandanti ribelli.”
Se leggete l’articolo di VOA, viene
fuori che i suoi “attivisti politici e comandanti militari” sono
integrati con la milizia radicale jihadista, collegata ad al-Qaeda. Difficile che siano fonti affidabili.
Altre agenzie di stampa occidentali
hanno fatto un quadro degli eventi in termini simili, indicando la
Russia come una potenza malvagia che infligge sofferenze ai civili
siriani e che “causa una crisi umanitaria”.
Questa narrativa sta contribuendo alla
costruzione di un “imperativo morale” finalizzato a giustificare una
coalizione militare a guida USA che metta gli scarponi sul terreno. La
scorsa settimana, è stato riferito che le forze armate turche e saudite
fossero pronte a mandare truppe di terra in Siria, apparentemente per
combattere gli estremisti islamici.
Il Segretario della Difesa USA Ashton
Carter si dovrà incontrare a Bruxelles con membri della coalizione nel
corso della settimana, per discutere i piani per un intervento di terra
in Siria. Non è difficile immaginare come la presunta crisi umanitaria
al confine turco-siriano possa essere invocata come pretesto aggiuntivo
per la “responsabilità di proteggere”.
Non si è ancora spenta l’eco dell’intervento NATO in Libia nel 2011, che portò all’assassinio di Muammar Gheddafi, al rovesciamento del regime, e che condusse il paese ad essere devastato da reti terroristiche dello stesso genere di al-Qaeda.
In Siria ciò è amaramente ironico, visto
il ruolo sistematico che gli USA e si suoi alleati della NATO nella
regione hanno giocato da marzo 2011 nell’infiltrazione e
destabilizzazione di un paese un tempo pacifico, con mercenari e armi
per realizzare il loro piano illecito di sovversione contro Assad e il
suo governo.
Ma più recentemente un ruolo veramente
nefasto è stato ricoperto dal regime turco del Presidente Recep Tayyip
Erdogan, che sembra aver deliberatamente esacerbato lo scenario di caos
al confine siriano.
È stato la scorsa settimana che le
autorità turche hanno preso la decisione di chiudere i confini a nord di
Aleppo. Questo ha prevedibilmente creato un collo di bottiglia in cui,
secondo le autorità turche, sono rimaste intrappolate fino a 35.000
persone, impossibilitate ad attraversare il confine per arrivare ai
campi profughi. I media occidentali hanno fornito ampia diffusione delle
scene caotiche che si sono verificate.
Però, le persone apparentemente in fuga
da Aleppo, non sono proprio tutti “civili innocenti”, come racconta la
stampa occidentale.
Secondo fonti siriane, la maggior parte
di coloro che lasciano Aleppo, sono combattenti, che portano con sé le
proprie famiglie. Questi militanti appartengono a brigate collegate ad
al-Qaeda, come Jabhat al Nusra, Ahrar al Sham, Jaish al Fateh, e perfino
al famigerato gruppo terroristico Daesh.
Video e reportage fotografici mostrano che tra coloro che scappano da Aleppo verso il confine turco, ci sono uomini che indossano uniformi da combattimento.
In un servizio televisivo di questa settimana, su France 24,
una delle emittenti occidentali che maggiormente pompano la narrativa
di attacchi aerei russi su obiettivi civili, la squadra di reporter ha
intervistato in un ospedale turco, quattro Siriani che erano da poco
fuggiti da Aleppo. Erano tutti ex “combattenti” – o terroristi. France
24 non è quindi riuscita a trovare civili da intervistare?
Dobbiamo tenere a mente anche che Aleppo
ha una popolazione totale di 300.000 persone, quindi il numero di
coloro che hanno lasciato la città verso il confine turco è una piccola
minoranza. Fonti siriane dicono che la grande maggioranza dei residenti
di Aleppo sono sollevati per il fatto che l’esercito siriano, sostenuto
dall’aviazione russa, si sta finalmente muovendo per liberarli.
Negli ultimi cinque anni, i residenti di
Aleppo sono stati tenuti sotto assedio dagli occupanti jihadisti che
hanno imposto un regno del terrore. Gli sfortunati civili sono stati
costretti con la forza a fungere da scudi umani per evitare che
l’avanzante esercito siriano riprendesse la città. Questo stesso
scenario si è verificato in molte altre città e cittadine riconquistate
dalle forze armate siriane, per il grande giubilo dei loro abitanti di
nuovo liberi.
Per sicurezza, i media occidentali non riferiranno di queste situazioni di residenti che festeggiano la liberazione, come nelle cittadine di Madaya, Rabia, Nubbul, Zahraa, Ataman e Sheikh Miskeen la settimana scorsa, e molte altre prima , sin da quando è iniziato l’intervento militare russo il 30 settembre.
La verità pura e semplice è che
l’intervento militare russo in Siria ha permesso all’esercito siriano di
vincere la guerra contro le forze sovversive sostenute dall’estero.
Migliaia di mercenari e altri gruppi illegalmente armati che hanno
seminato violenza in Siria e che adesso sono in rotta.
Ma le potenze occidentali sostengono lo
spin secondo cui la vittoria russo-siriana contro una guerra criminale
clandestina rappresenti in qualche modo una violazione dei diritti
umani.
In effetti il successo della Russia e dei suoi alleati siriani nella repressione delle forze sovversive straniere è tale che l’Occidente sta disperatamente cercando una nuova narrazione con la quale porre in cattiva luce la vittoria russo-siriana.
È per questo che l’Occidente dà un
racconto distorto della crisi umanitaria in Siria, e ne incolpa la
Russia. L’Occidente e i suoi clienti non sono riusciti nel loro progetto
militare clandestino, e nel loro cinico processo politico condotto
Ginevra. Stanno perdendo la loro guerra in Siria, e stanno tirando fuori
vere e proprie menzogne a fini di propaganda contro la Russia.
E purtroppo, politici occidentali idioti
come Angela Merkel stanno spalla a spalla con le stesse persone che
hanno creato la crisi siriana e che stanno causando sempre più guai
all’Europa.
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Articolo di Finian Cunningham pubblicato da SputnikNews il 9 Febbraio 2016
Tradotto in Italiano da Mario B. per SakerItalia.it
Articolo di Finian Cunningham pubblicato da SputnikNews il 9 Febbraio 2016
Tradotto in Italiano da Mario B. per SakerItalia.it
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