Il presidente degli Stati Uniti
(POTUS) è disperato. Allegato A: il suo articolo con cui difende il
trattato Trans-Pacific Partnership (TPP), la versione asiatica
dell’esteso “fulcro” bicefalo della Commercial-NATO.
POTUS inquadra [in inglese, NdT]
il TPP, così come il TTIP, nei termini di un’espansione benigna delle
esportazioni statunitensi, e di un “colpo giusto” quando le aziende
private (USA) “competono con le imprese statali”. “Giusto”? In realtà,
no. Vediamo come funziona il meccanismo concentrandoci sul gemello
europeo del TPP.
Con impeccabile scelta di tempo, quasi in contemporanea all’articolo di Obama, la sezione olandese di Greenpeace ha diffuso [in inglese, NdT]
248 pagine di documenti riservati del TTIP che erano in ulteriore
discussione fra i negoziatori la settimana scorsa a New York. In quasi
tre anni, ci sono stati finora non meno di tredici incontri per i
negoziati sul TTIP.
I documenti [in inglese, NdT],
discussi in assoluto segreto fin dal 2013, rappresentano all’incirca
due terzi del testo finora negoziato. Una serie di studi dettagliati,
come questo [in inglese,NdT],
ha avvertito sullo stato corrente delle cose. Il velo di segretezza è
risultato essere la ciliegina finale sulla tossicità del TTIP. Prima che
gli olandesi di Greenpeace rilasciassero i documenti segreti, i
rappresentanti europei legittimamente eletti potevano esaminare questi
documenti solo sotto sorveglianza della polizia, in una camera di
sicurezza, senza poter accedere ad esperti e, inoltre, non potevano
discuterne il contenuto con chicchessia.
Ti stritolerò con i miei OGM
Tutto quello che, da tre anni, la
società civile in Europa ha discusso, e temuto, è stato confermato:
questo è un sofisticato e tossico imbroglio aziendale pilotato dagli
USA, un assalto concertato su tutto lo spettro, dalla conservazione
ambientale ed animale ai diritti sul lavoro e la riservatezza in
Internet. In poche parole, il tutto serve alla galassia di imprese USA
per spingere in basso, o rimuovere, una serie di protezioni per il
consumatore.
Gioco
duro, prevedibilmente, è il nome di questa partita. Washington
minaccia, niente meno, di bloccare le importazioni di auto europee per
costringere la UE a comprare frutta e vegetali geneticamente modificati.
Nei miei viaggi in Francia, Spagna ed Italia degli ultimi due anni, ho
avuto conferma che questo è l’incubo peggiore espresso dai
professionisti dell’agricoltura artigianale di fascia alta.
Prevedibilmente, la Commissione Europea
(CE), infestata da lobbisti, difende ferocemente il TTIP, sottolineando
che esso può beneficiare all’economia della UE per 150 miliardi di
dollari all’anno, e aumentare le esportazioni di auto del 149%.
Naturalmente non aspettatevi che la CE colleghi queste “esportazioni di
auto” all’invasione, guidata dagli USA, di OGM in Europa.
Alcune nazioni si sono finalmente
svegliate dal torpore (indotto dai loro lobbisti aziendali). Il Ministro
Francese per il Commercio Estero, Matthias Fekl, ha detto che i
negoziati per un “brutto accordo” dovrebbero cessare. Lui è andato
diritto al punto, incolpando l’intransigenza di Washington: “Non ci può
essere nessun accordo senza la Francia e, ancor meno, contro la
Francia”.
Il Presidente Francois Hollande,
perennemente incapace, ha minacciato, da parte sua, di bloccare del
tutto l’accordo. Tre anni fa, Parigi si è assicurata [in inglese, NdT]
una esenzione per evitare che l’industria cinematografica francese
venisse inglobata da Hollywood. Ora siamo sul cruciale fronte agricolo.
Hollande ha detto che non accetterà mai di “indebolire i principi
essenziali della nostra agricoltura, delle nostre coltivazioni, del
reciproco accesso ai mercati pubblici”.
E che sta facendo la CE, che guida i
negoziati per conto della UE? Sta spingendo il suo prevedibile cavallo
di Troia: questi sono tutti “titoli allarmistici” ed è “una tempesta in
un bicchier d’acqua”. I perplessi cittadini della UE, in massa,
potrebbero domandarsi se è veramente questo il modo in cui la CE, un
gigantesco apparato burocratico di Bruxelles, debba difendere gli
interessi dei consumatori della UE. Eppure, infiltrata com’è dal
lobbismo aziendale, la CE semplicemente non può proteggere dalle aziende
americane, determinate ad interferire con le leggi della UE su tutta la
linea normativa, gli standard della UE su ambiente e salute, molto più
sofisticati di quelli americani.
Ho avuto un’offerta che non si può rifiutare
Lo scorso mese, in Germania, POTUS era
impegnato pesantemente nella campagna per il TTIP. POTUS crede ancora di
poter portare a casa un accordo prima di lasciare l’ufficio nel gennaio
del 2017. Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha cercato di
fare buon viso a cattivo gioco quando ha detto che la diffusione dei
documenti segreti non ha un “impatto materiale” sui negoziati.
Sbagliato, ce l’avranno, stanno infatti mobilitando l’opinione pubblica
in tutta la UE.
Anche David Cameron, nel Regno Unito, è
in imbarazzo. Lui è fieramente a favore del TTIP. Ma Obama ha già
avvertito, e questo vuol dire niente Brexit. Le Nazioni del Club Med, da
parte loro, tendono ad essere contro. Tutte le 28 nazioni membri della
UE, più il Parlamento Europeo, devono ratificare il TTIP prima che
l’accordo sia firmato.
Il TTP è stato invece già negoziato. Ma
non è stato approvato dal Congresso USA (né dalle nazioni del Pacifico).
Il processo di approvazione si è arenato, la sua sorte sarà in effetti
affidata a Hillary Clinton o a Donald Trump. Trump è probabilmente
ignaro dei dettagli del TTP ma, considerando che l’accordo è
pesantemente spinto da Obama, potrebbe essere contrario.
Potrebbe essere impostata una vertenza
sul fatto che entrambi gli accordi mirano a distorcere i mercati, a
sostenere i monopoli (statunitensi), a trasferire lavori ai mercati
schiavistici del lavoro (come nel caso di parte dell’Asia), a calpestare
i diritti d’autore ( nel caso della UE), a facilitare l’evasione
fiscale, e, in definitiva, a trasferire più ricchezza dalle moltitudini
allo 0,0001% della popolazione.
E questo ci porta al come i due trattati
sono visti da Hillary Clinton, il candidato di Wall Street e delle
élite statunitensi. Bene, lei ha sostenuto sia il NAFTA che il CAFTA,
approvati da Bill Clinton negli anni ’90. Come Segretario di Stato, ella
ha fatto campagna per l’accordo commerciale con Panama.
E,
fondamentale, lei ha sempre trattato il TTP come fosse il “gold
standard”. Non c’è da meravigliarsi, questo è il braccio commerciale del
“fulcro sull’Asia” a cui è così affezionata, un accordo commerciale con
le nazioni del Pacifico che esclude la Cina, la stessa che, per caso, è
il partner commerciale più importante di gran parte delle nazioni
dell’Asia.
Inoltre, quelle famose conferenze per la
Goldman Sachs sono viste sempre di più come pagamento per servizi resi
(e promessi) da Hillary Clinton a quello 0,0001% che, per caso, è
naturalmente favorevole dell’espansione globale dell’America aziendale.
Però non è ancora detta l’ultima parola
fino al canto delle urne a novembre. Hillary affronta adesso lo
scrutinio degli elettori delle classi lavoratrici. Così non meraviglia
che, con un altro magistrale voltagabbana, adesso lei si dipinga come
oppositrice sia del TTP che del TTIP.
Inoltre, almeno il TTP può essere
approvato nel dopo elezioni, durante la sessione “a papera zoppa” del
Congresso USA. Per quanto riguarda il TTIP, esso è ora impantanato nella
zona degli Zombie.
Ecco cosa ci vuole all’amministrazione Obama per
imprimere la sua “eredità” nei libri di storia: ricattare sia gli
europei che gli asiatici come se fosse un qualsiasi racket delle
estorsioni da piccola criminalità.
*****
Articolo di Pepe Escobar apparso su RT il 4 Maggio 2016
Traduzione in Italiano a cura di Fabio_San per SakerItalia.it
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