mercoledì 25 maggio 2016

Non reagire per evolvere - parte 2

... ... ... continua dal postprecedente.

Per quanto nel mondo new age oramai nessuno voglia più sentir parlare di dualità, perché vige il neo-dogma che “tutto è Uno”, in verità la quasi totalità delle persone non ha realizzato “fin nella carne” questa Unità, ma si limita a una conoscenza intellettuale e a una divulgazione altrettanto intellettuale del suddetto neo-dogma.

Per quanto molti tentino di rimuoverla dalla loro vita, la dualità è intorno a noi ogni giorno, in quanto è dentro le coscienze, e anche chi ha realizzato l’Uno... comunque si muove nella dualità, pur non facendone più parte. Se anche un illuminato assimila del cibo o ha rapporti sessuali è proprio perché, pur non percependo più la dualità, in ogni caso ne utilizza la rappresentazione. Sul piano della coscienza posso anche non sentire più la separazione con il mio partner o con il cibo, ma, a meno che non soffra di turbe psichiche (e nell’ambiente new age questa è la norma, non l’eccezione), resto comunque consapevole del fatto che, nell’apparenza duale, il partner e il cibo sono separati da me e quindi posso unirmi a loro anche fisicamente.

Nella dualità ognuno di noi ha un avversario, che è lo stesso per tutti, anche se per ognuno assume sfaccettature differenti.
 
Per quanto possa far parte d’una dualità illusoria, esso è perfettamente reale e capace d’influire sulle nostre vite, così come lo sono il sesso e il cibo. Il punto, semmai, è capire qual è la natura di tale avversario e utilizzare tale natura per operare un risveglio interiore.

L’avversario c’inganna ogni giorno facendoci credere che il nemico si trova all’esterno, in una situazione o in una persona, anziché all’interno, nella nostra natura reattiva. L’avversario è conosciuto sotto differenti nomi: Satana, il Principe del Mondo, il Signore della Dualità... è reale e ce ne mettono in guardia tutte le religioni. Il Male non è un personaggio sulfureo con le corna, bensì un’energia molto potente che ci costringe a re-agire al mondo esterno, tenendoci prigionieri della dualità.

Nel momento in cui vinciamo il nostro impulso a reagire meccanicamente interrompiamo il segnale che proviene dalla matrice duale (la matrix) su cui è costruita la realtà apparente. La matrice, infatti, si trova nelle mani del Principe del Mondo (“Vedi tutti questi regni ricchi e potenti, sono miei: a me sono stati dati e io li do a chi voglio,” pronuncia Satana quando tenta Gesù nel deserto). Ogni volta che cediamo alla tentazione di re-agire – divenendo schiavi della rabbia, del sesso, dell’ingordigia, dell’avarizia, di impulsi egoistici, ecc. – stiamo fornendo energia alla matrix satanica.

Non possiamo passare dalla schiavitù alla libertà in un solo giorno, smettendo di reagire e svincolandoci per sempre dalla matrice. Il trucco sta nel riuscire a rimandare la reazione il più a lungo possibile. È imperativo trovare il coraggio di interrompere il segnale almeno per pochi secondi, durante i quali tratteniamo dentro di noi l’imbarazzo per un commento ricevuto, la rabbia verso un comportamento scorretto, la gratificazione per un complimento o l’impulso sessuale. In quei pochi secondi ci sottraiamo all’influenza della matrice. È essenziale avere fede che non abbiamo niente da perdere a non reagire, bensì tutto da guadagnare.

Nel trattenere la reazione meccanica al nostro interno – limitando per quanto ci è possibile la manifestazione esteriore del disagio che proviamo – sentiamo che il Fuoco si accumula dentro di noi pervadendo i nostri corpi sottili. Il malessere che avvertiamo è il dolore del galeotto che prova a liberare i polsi dalle catene!

La libertà impone un prezzo da pagare.
Tentare di sottrarvi al dominio della matrice satanica vi farà sicuramente male. 
 
Non si evade dalla prigione mettendosi a meditare comodamente nella propria cella, satura di profumo d’incenso.
 
I bravi marinai non si forgiano su mari tranquilli.
 

(occupazione: domatore di fiumi)
 

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