Fornendo ai sud-est asiatici un modo di diversificare le relazioni estere riducendone la dipendenza politica dagli Stati Uniti
Impercettibilmente,
la Russia è certamente sulla buona strada per costruire relazioni
positive, se non alleanze strategiche, nella regione che la circonda.
Mentre l’occidente e i suoi forti alleati nella regione vedono la mossa
come parte dell'”espansionismo” della Russia, altri la vedono come modo
di controbilanciare la posizione degli Stati Uniti nella regione. Mosca
fornisce a numerosi ex-alleati degli Stati Uniti la tanto necessaria
alternativa per diversificare la politica estera.
Questa diversificazione è visibile nella regione. Per esempio, Paesi come India e Afghanistan hanno iniziato a sostenere la posizione della Cina sul Mar Cinese Meridionale. L’impegno della Russia coi Paesi della regione implica, almeno in teoria, è molto meno dipendente dagli Stati Uniti e dal loro fragile impegno alla sicurezza, impegno cui Washington non ha aderito in Medio Oriente. Al contrario, l’alternativa russa sembra avere un potenziale enorme dato che arriva sotto forma di cooperazione statale e bilaterale, anche attraverso le organizzazioni regionali.
La Russia ha intenzione di tenere il suo versione Russia-ASEAN ed ha anche in programma un’estesa cooperazione con ASEAN, Unione Eurasiatica economica (EEU) e Shanghai Cooperation Organization (SCO). Dettagli sulle “consultazioni” tra questi gruppi regionali è probabile emergano dopo gli incontri. Alcuni Paesi regionali, come le Filippine, sono già protesi verso questa idea. Parlando a Mosca il 13 maggio, l’ambasciatore delle Filippine in Russia Carlos Sorreta ha detto:
Questa diversificazione è visibile nella regione. Per esempio, Paesi come India e Afghanistan hanno iniziato a sostenere la posizione della Cina sul Mar Cinese Meridionale. L’impegno della Russia coi Paesi della regione implica, almeno in teoria, è molto meno dipendente dagli Stati Uniti e dal loro fragile impegno alla sicurezza, impegno cui Washington non ha aderito in Medio Oriente. Al contrario, l’alternativa russa sembra avere un potenziale enorme dato che arriva sotto forma di cooperazione statale e bilaterale, anche attraverso le organizzazioni regionali.
La Russia ha intenzione di tenere il suo versione Russia-ASEAN ed ha anche in programma un’estesa cooperazione con ASEAN, Unione Eurasiatica economica (EEU) e Shanghai Cooperation Organization (SCO). Dettagli sulle “consultazioni” tra questi gruppi regionali è probabile emergano dopo gli incontri. Alcuni Paesi regionali, come le Filippine, sono già protesi verso questa idea. Parlando a Mosca il 13 maggio, l’ambasciatore delle Filippine in Russia Carlos Sorreta ha detto:
“Gli attributi di questa cooperazione riflettono la possibile partnership strategica, ma richiedono un lavoro sodo per riunire persone ed istituzioni“.
L’ASEAN è di per sé un enorme mercato. La Russia vi vede l’opportunità
di espandersi economicamente. L’ASEAN è una delle organizzazioni
internazionali di maggior successo al mondo che riunisce 604 milioni di
persone che producono oltre 2 miliardi di dollari di PIL. E’ un luogo in
cui tre degli Stati più potenti del mondo, Stati Uniti, Cina e Russia,
competono per l’influenza negli ultimi tre decenni.
L’impegno della
Russia con l’ASEAN e il suo entusiasmo per la cooperazione regionale e
sovra-regionale hanno forti fondamenti economici e strategici. Sulla
cooperazione economica, interessa il recente accordo tra Russia, Iran e
Azerbaigian per creare un Corridoio nord-sud lungo il Mar Caspio, che
probabilmente trasformerà le economie dell’Eurasia dalla Russia
all’associata allo SCO India. Il corridoio collegherà alcune delle
maggiori città del mondo, come Mumbai, Mosca e Teheran al porto sul
Caspio di Bandar Anzali in Iran e da lì al porto russo di Astrakhan,
alla foce del fiume Volga. Il corridoio in ultima analisi, collegherà
India, Iran e Azerbaigian a Paesi e mercati dell’UEE comprendente
Armenia, Russia, Kazakistan, Kirghizistan e Bielorussia.
Dal punto di vista strategico, vi è la cooperazione militare e i responsabili politici russi vi danno notevole importanza. Alla prima riunione dei ministri della Difesa della Russia-ASEAN di aprile 2016, il Ministro della Difesa russo Sergej Shojgu ha detto:
“Ci concentriamo sull’espansione dei contatti coi Paesi ASEAN in modo bilaterale. A questo scopo, una serie di incontri coi ministri della Difesa degli Stati dell’associazione è in programma, nel corso della quale la cooperazione militare e tecnico-militare sarà discussa in particolare“.
La finestra per la cooperazione militare tra Mosca e
alcuni alleati scontenti degli Stati Uniti, come la Thailandia, si è già
aperta. Il Primo ministro thailandese Prayuth Chan-Ocha ha proposto una
visita a Mosca a maggio, nel tentativo di ridurre la tradizionale
dipendenza della Thailandia dagli Stati Uniti. Materiale militare russo
può essere visto in Thailandia. Elicotteri Mi-17 russi cominciano a
sostituire i Blackhawk degli Stati Uniti. Il vecchio arsenale
tailandese di carri armati statunitensi M-60, M-48 e M-41 potrebbe
presto essere sostituito dai T-90 russi. L’influenza degli Stati Uniti
nella regione è sempre più messa in discussione, se non sostituita, per
via dei propri interventi nelle questioni politiche interne degli
alleati nella regione in nome della “democrazia” o della protezione dei
“diritti umani”.
È un dato di fatto che le prospettive di un’estesa
cooperazione tra Thailandia e Russia abbiano ravvivato,
involontariamente forse, la pessima politica di Stati Uniti e Unione
europea verso la Russia. Mentre la Thailandia è da tempo obiettivo
dell’interventismo degli Stati Uniti, la Russia è stata costretta a
guardare verso la Thailandia per le importazioni agricole a causa
principalmente delle sanzioni USA-UE imposte a Mosca a seguito del
conflitto in Ucraina. Offrendo ai Paesi cose da cui tradizionalmente
dipendevano dagli Stati Uniti, la Russia cerca di costruire una rete di
relazioni che consenta ad essa e agli Stati membri dell’ASEAN di operare
in modo relativamente indipendente dagli Stati Uniti.
Per la Russia,
almeno l’indipendenza da Stati Uniti e UE sulle importazioni le
consentirebbe di perseguire i propri obiettivi e proteggere i propri
interessi in Europa e Medio Oriente in modo più aggressivo. Pragmatici
per come appaiano, questi sviluppi possono portare a risultati che
tratterrebbero o limiterebbero l’influenza degli Stati Uniti, se non ad
eliminarla del tutto, in misura tale che gli Stati Uniti potrebbero
trovarsi incapaci di operare coi loro tradizionali metodi di dominio e
coercizione diplomatica.
Salman Rafi Asia Times 20 maggio 2016 – Russia Insider
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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