Lo
scontro diplomatico tra Filippine e Stati Uniti sciocca gli sgobboni
politici del dipartimento di Stato e del Pentagono, ma per gli acuti
osservatori della politica del sud-est asiatico, la decisione del
presidente delle Filippine Rodrigo Duterte di fare “perno” su Cina e
Russia era studiata da tempo. Fin dalla cosiddetta “rivoluzione gialla”
che vide Corazon Aquino sostituire l’autocrate delle Filippine
Ferdinando Marcos, la maggior parte dei filippini passarono da un
presidente corrotto e benedetto dagli statunitensi all’altro.
Duterte,
focoso ex-sindaco di Davao City a Mindanao, ha incanalato il disgusto
dei filippini adottando un atteggiamento ostile nei confronti della
rinnovata presenza militare degli Stati Uniti nel sud-est asiatico,
volta a contrastare la Cina. La “Rivoluzione del potere popolare” del 1986, nota anche come rivoluzione
gialla, fu opera degli Stati Uniti per togliere dal potere il presidente
Ferdinand Marcos.
La rivoluzione avvenne tre anni dopo l’assassinio del
senatore Benigno “Ninoy” Aquino, ucciso mentre sbarcava all’aeroporto
internazionale di Manila ritornando nelle Filippine dall’esilio negli
Stati Uniti. Marcos, accusato dell’assassinio di Aquino, fu dimesso
dalla pressione combinata di chiesa cattolica, Forze Armate pro-Stati
Uniti delle Filippine e Central Intelligence Agency degli Stati Uniti.
La vedova di Aquino, Corazon “Cory” Aquino, sostituì Marcos come
presidente e fu seguita da una serie di presidenti corrotti
filo-statunitensi.
Il generale Fidel Ramos, mondialista convinto,
sostituì Aquino alla presidenza e, a sua volta, assicurò la presidenza
ai suoi due successori, Joseph Estrada e Gloria Macapagal-Arroyo,
entrambi perseguitati da scandali sulla corruzione. Macapagal Arroyo era
la figlia dell’alleato degli Stati Uniti, il presidente Diosdado
Macapagal, in carica nel 1961-1965 e che inviò truppe filippine a
combattere a fianco delle truppe statunitensi nella guerra del Vietnam.
Al momento dell’invio delle truppe nell’ambito dello sforzo bellico
degli Stati Uniti nel Vietnam del Sud, l’avversario esplicito di tale
passo era l’avversario politico di Macapagal, Ferdinand Marcos, cosa che
non va ignorata mentre Duterte allontana le Filippine dal “perno in
Asia” di Barack Obama. Macapagal-Arroyo fu sostituita da un altro
presidente corrotto, Benigno “Noynoy” Aquino, figlio di Ninoy Aquino e
Cory Aquino.
Le Filippine ha avuto presidenti provenienti dalla stessa
famiglia, non diversamente dagli Stati Uniti negli ultimi decenni.
Macapagal-Arroyo ed Estrada furono incriminati per corruzione, ma solo
Estrada si dimise. Duterte è il primo volto nuovo a comparire a Palazzo
Malacanhang da un po’ di tempo, e l’elettorato delle Filippine gli dà
ampio credito per la sua schiettezza. Duterte ha deciso che le politiche
dei predecessori, che volevano stretti rapporti con Washington, non
erano nell’interesse delle Filippine.
Duterte segue una sua politica
estera indipendente, invitando Cina e Russia a stabilire basi nelle
Filippine, annullando ulteriori esercitazioni militari USA-Filippine
nella regione, e chiamando il presidente Barack Obama “figlio di
puttana”. Durtete ha anche detto agli Stati Uniti, “non trattateci da zerbino perché… non siamo i fratellini scuri degli USA”.
I problemi dell’amministrazione Obama con Duterte iniziarono quando
l’ambasciatore degli Stati Uniti nelle Filippine, Philip Goldberg,
interferì negli affari interni delle Filippine, come le elezioni che
Duterte ha vinto. Goldberg ha sempre interferito negli affari dei Paesi
in cui viene distaccato e non ha fatto eccezione nelle elezioni nelle
Filippine, in cui parlò contro Duterte.
Nel 2008, il governo boliviano
del Presidente Evo Morales espulse Goldberg, allora ambasciatore degli
Stati Uniti a La Paz, per aver fomentato i secessionisti in quattro
province boliviane. Ad agosto, Duterte chiamò Goldberg “bakla, figlio di puttana”. “Bakla” significa “finocchio”.
Con
la notizia della morte del vecchio re della Thailandia, Bhumibol
Adulyadej, nato a Cambridge, Massachusetts, che si assicurava che alcun
governo thailandese si allontanasse troppo dall’alleanza con gli Stati
Uniti, la Thailandia potrebbe seguire le Filippine su una politica di
marcata indipendenza da Washington.
Il principe ereditario
Vajiralongkorn, erede al trono, è vicino all’ex-primo ministro Thaksin
Shinawatra e alla sorella, l’ex-prima ministra Yingluck Shinawatra,
entrambi estromessi dai colpi di Stato della Central Intelligence
Agency.
Thaksin fu rovesciato nel 2006 e Yingluck nel 2014.
Yingluck,
accusata di corruzione dall’agenzia “anti-corruzione” della Thailandia,
vede essenzialmente lo stesso trattamento da “colpo di Stato
costituzionale” riservato alla Presidentessa del Brasile Dilma Rousseff,
al presidente dell’Honduras Manuel Zelaya, e al presidente del Paraguay
Fernando Lugo. Oggi, piuttosto che usare carri armati e giunte militari
per rovesciare i leader che non gradisce, la CIA usa falangi di
avvocati e giudici controllati dalla CIA, per effettuare “golpe
costituzionali”.
Tale strategia è stata una costante
dell’amministrazione Obama e potrebbe essere chiamata “dottrina Obama”.
Thaksin, che vive in esilio in Cambogia, e Yingluck continuano ad aver
ampio sostegno dalle “camice rosse”, il movimento rurale della
Thailandia. Vajiralongkorn non è popolare presso i fedeli sudditi del
padre. Per avere il sostegno al suo regno, Vajiralongkorn può concludere
un patto non solo con Thaksin e Yingluck, ma anche con le camicie
rosse, nelle cui fila vi sono vari anti-monarchici. Le camicie rosse
sono anche contrarie all’egemonia USA in Thailandia e sono sospettate di
essere sostenute dalla Cina.
Proprio come la dottrina Obama non ha
mancato Duterte, non lo farà con Vajiralongkorn. Come molti presidenti
delle Filippine, i primi ministri thailandesi, dalla fine della Seconda
guerra mondiale, furono approvati dai mandanti della CIA a Langley.
Bhumibol succedette al trono alla morte del fratello, re Ananda Mahidol.
Alle 9:00 del mattino del 9 giugno 1946, Bhumibol visitò il fratello
nella stanza del Palazzo Reale di Bangkok.
Alle 09:20, un colpo risuonò
dalla camera da letto del re. Ananda fu trovato supino sul letto con un
colpo di pistola alla testa; ciò fu descritto come suicidio accidentale
del giovane re mentre giocava con la pistola carica. L’ambasciatore
degli Stati Uniti in Thailandia era Edwin Stanton, ironia della sorte,
omonimo del ministro della Guerra Edwin Stanton, accusato di aver
cospirato per assassinare Abraham Lincoln.
L’ambasciatore Stanton
collaborava con il reggente della Thailandia nominato dai giapponesi,
Pridi Banomyong, che governò il Paese durante l’esilio di Ananda nella
Seconda guerra mondiale e che divenne primo ministro dopo la guerra, e
che assolse Bhumibol, Stati Uniti e Gran Bretagna da qualsiasi
coinvolgimento nella morte del re. Il viceré inglese dell’India, Lord
Mountbatten, pensava che Ananda fosse “patetico” e indegno di essere re.
In ogni caso, dopo che il feldmaresciallo Plaek Pibulsonggram, capo
militare filo-giapponese della Thailandia durante la guerra, rovesciò il
primo ministro Pridi nel 1947, il governo accusò due paggi
dell’assassinio del re. Entrambe i paggi furono condannati da un dubbio
processo e giustiziati. Stanton convinse il primo ministro Pridi che i
comunisti, travestiti da studenti, monaci buddisti, giornalisti ed
accademici, stavano invadendo la Thailandia con l’intento di rovesciare
la monarchia. Gli avvertimenti di Stanton erano uno stratagemma e alcuno
dei rapporti sull’“infiltrazione” comunista era vero.
Molti in Thailandia sanno che l’Office of Strategic Services
(OSS), precursore della CIA, assassinò Ananda con la connivenza
dell’ambasciatore degli Stati Uniti Stanton, dell’incaricato d’affari
Charles Yost, della stazione dell’MI-6 inglese di Bangkok e del capo
dell’OSS a Bangkok, James “Jim” Thompson, che dopo aver “ufficialmente”
lasciato l’OSS, fondò la Thai Silk Company, Ltd., che
rivitalizzò l’industria della seta devastata dalla guerra.
Thompson era
anche un noto pedofilo la cui casa ospitava numerosi bambini birmani e
thailandesi. Casa adornata da numerose statue falliche. Gli autori
Truman Capote, Somerset Maugham e Margaret Landon, l’autrice di Anna e
il re del Siam, su cui il film “Il re ed io” si basa, erano gli ospiti
illustri di Thompson a Bangkok. Nel 1967, Thompson, che sapeva dove
molti “scheletri” della CIA erano sepolti nel sud-est asiatico,
scomparve senza lasciare traccia negli altopiani Cameron nel Pahang, in
Malesia. Per settanta anni, il popolo thailandese poté sussurrare sui
fatti del 1946. Con la morte del re, vi sono diversi conti da liquidare
tra Thailandia e Stati Uniti, così come Duterte regola i conti del
passato delle Filippine.
Wayne Madsen, Strategic Culture Foundation 15/10/2016
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2016/10/17/gli-usa-perdono-la-presa-sul-sud-est-asiatico/
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