Pochi
giorni fa a Goa, in India, i leader dei Paesi BRICS compivano un altro
passo verso la riforma dell’ordine mondiale. Nonostante le affermazioni
occidentali e di certi media ed esperti russi sui BRICS in crisi ed
organizzazione non più necessaria, è improvvisamente apparso chiaro che
l’unione, consolidando le maggiori economie in via di sviluppo, si
rafforza a pieno. Se si chiamano le cose con il loro nome, allora va
riconosciuto che i BRICS sono più vivi di tutti i vivi e saranno ai
funerali di coloro che ne affermano la morte.
Va attirata l’attenzione
su un fatto che ha molto addolorato gli Stati Uniti, in particolare
dipartimento di Stato e CIA. Se si ricorda, fecero sforzi titanici per
organizzare l’impeachment dell’ormai ex-Presidentessa brasiliana Dilma
Rousseff. L’operazione è stata lunga, sporca e le orecchie statunitense
sporgevano dalle quinte, tanto che fu del tutto indecente. Dall’ascesa
del protetto degli statunitensi Michel Temer, molti si aspettavano
l’imminente fine dei BRICS. In pratica, gli statunitensi furono
palesemente ingannati. Temer arrivava a Goa con una coorte di uomini
d’affari brasiliani dichiarando di accoglierne i necessari investimenti
nel Paese.
Non una parola su abbandono o crollo dei BRICS. Tutte le
conversazioni riguardavano i soldi. Gli statunitensi ne saranno offesi,
non avendo trovato in Brasile il suo Poroshenko. Netto fallimento della
politica estera degli Stati Uniti. In questo contesto, passava
inosservata la notizia che la Nuova Banca per lo Sviluppo (Banca BRICS),
creata congiuntamente, dal prossimo anno investirà in specifici
progetti infrastrutturali, anche in Russia, e probabilmente avvierà
l’emissione di obbligazioni nelle valute dei Paesi BRICS, anche rubli.
Così, il dominio del sistema finanziario globale di FMI e Banca mondiale
volge visibilmente al termine.
La ciliegina sulla torta è la
dichiarazione dei leader dei BRICS che l’organizzazione debba svolgere
un ruolo più importante nell’influenzare l’agenda internazionale. Ciò fu
vivacemente e fermamente espresso dal leader cinese Xi Jinping.
Traducendone la dichiarazione dal linguaggio diplomatico a uno semplice:
influenzare l’agenda globale è un gioco a somma zero. Quando qualcuno
influenza di più, l’altro influenza di meno. E sono gli Stati Uniti, che
hanno influenzato tutti, che influenzeranno di meno.
I tentativi diplomatici statunitensi (e di certi europei) di proteggere terroristi e specialisti militari statunitensi intrappolati ad Aleppo appaiono francamente grotteschi in questo contesto, minacciando la Russia di nuove sanzioni, che l’entourage di Angela Merkel ha già accettato, a quanto pare per spaventare Vladimir Putin. Il piano non ha funzionato, ed è improvvisamente chiaro che non solo non ha funzionato, ma ha fallito miseramente. Si guardi cosa il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, ha detto:
“Le sanzioni sono attivamente discusse sui media, ma non nelle nostre riunioni. Non un solo Paese l’ha proposto nei nostri incontri“.
Uh oh! Ecco cosa accade quando
bluffano? Gli statunitensi hanno effettuato un attacco psicologico e
mediatico contro la Russia, scoprendo in realtà che nessuno aveva
proposto nuove sanzioni. Non solo è una vergogna, ma un segno di
disperazione. Cosa potranno fare gli statunitensi per rallentare la fine
della loro egemonia globale? Si daranno da fare con campagne di
disinformazione, coi media che controllano. E lo fanno. Possono anche
accanirsi con i rastrellamenti diplomatici. E lo fanno. Possono imporre
sanzioni. E lo fanno. Purtroppo hanno anche la possibilità di usare il
terrorismo. E lo fanno pure.
Credo che Motorola sia stato vittima delle ambizioni geopolitiche dei nostri nemici. Sottolineo che questa valutazione non dipende da chi ha piazzato l’esplosivo o a quale gruppo o nazionalità appartenesse. Non importa, questo crimine porta agli Stati Uniti, e vi si deve rispondere a freddo, abilmente, in modo asimmetrico e naturalmente senza rivendicarla. L’isteria dei falchi statunitensi dimostra ancora una volta che la tattica fredda e costante della Russia produce i risultati migliori. Non va cambiata e va continuata scacciando gradualmente gli statunitensi, prestando particolare attenzione a quei punti nel mondo che gli sarebbero più dannosi.
Perdere Aleppo è un disastro tangibile
per gli statunitensi. Per noi, lo ripeto, non c’è che una sola opzione:
continuare lentamente e costantemente a fare pressione nel mondo. E chi
resisterà fino alla fine sarà il vincitore di questo conflitto
geopolitico. Le crepe dell’egemonia degli USA sono già visibili e
l’isteria statunitense è già frastornante. È impossibile interrompere la
creazione del mondo multipolare.
Ruslan Ostashko, PolitRussia, 18 ottobre 2016 – Forte Russ
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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