Da Ciampi (e Amato) fino a Renzi e al suo Referendum Costituzionale: 25 anni di declino italiano.
Secondo
i dati diffusi dalla Banca Mondiale, nel periodo compreso tra i primi
Anni Cinquanta e la fine degli Anni Ottanta, l’Italia si collocava al primo posto assoluto tra i Paesi Occidentali (e ad uno dei primi Posti a livello Mondiale) per crescita economica.
Sempre secondo i dati diffusi dalla Banca Mondiale, nel periodo che va dal 1995 ad oggi, l’Italia è invece all’ultimo posto assoluto sul Pianeta per crescita economica. Cioè al primo posto per decrescita.
Sarebbe sempre meglio
tenere molto bene a mente questi due dati statistici, clamorosamente
divergenti, quando si discute della Storia recente del nostro Paese.
E sforzarsi di capirli.
AH, ITALIA!
Durante
un recente soggiorno in Italia numerosi amici e conoscenti mi hanno
chiesto un parere sul Referendum Costituzionale che si terrà il 4
Dicembre prossimo.
Premesso
che reputo che valga senza alcun dubbio la pena di votare NO, ho sempre
commentato che, per essere sincero, ritengo questo Referendum un evento
abbastanza secondario e irrilevante per il destino della Nazione, che
comunque è segnato. Si tratta solo di una delle tante tappe di un ben
più lungo e continuativo processo di progressiva disarticolazione del
nostro Sistema Paese, iniziato parecchi anni fa. A prescindere dal
risultato del Referendum, il processo andrà avanti e sarà portato a
termine.
Ammetto
però che mi risulta sempre più difficile spiegare ai miei conoscenti
italiani (soprattutto se residenti in Italia) il mio ormai quasi totale
disinteresse per il teatrino della politica italiana. L’equidistanza e
il disgusto per tutti i partiti e movimenti politici che vi si agitano,
senza eccezione alcuna. La convinzione che facciano parte tutti di uno
stesso gioco. La disillusione.
Non
ho mai amato il ruolo dell’apatico. A ancora meno amo questa sensazione
di progressiva e ineluttabile distanza dal mio Paese di origine.
L’impressione di osservarlo sempre più da lontano.
Il
tentativo di capire io stesso fino in fondo, e di far capire ai miei
interlocutori, queste mie emozioni ha dato origine a discussioni
prolungate ed è stato fonte di molte considerazioni riguardanti la
politica Italiana nell’ultimo quarto di Secolo. Penso valga la pena di
condividerle, accantonando per un po’ il discorso Referendum, che
riprenderemo solo alla fine dell’esposizione.
TUTTO EBBE INIZIO IN UNA DACIA NELLA FORESTA DI BELAVEŽSKAJA
Per
oltre 30 anni – dunque – dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale,
l’Italia ha fatto registrare dati di crescita eccezionali, che hanno
favorito una graduale e quasi completa diffusione del benessere nel
Nostro Paese.
Poi, quasi all’improvviso e senza una spiegazione comprensibile, il Sistema Italia è andato completamente in tilt
e siamo scivolati rapidamente dal primo all’ultimo posto negli
indicatori di crescita. Situazione che dura ormai da quasi 25 anni e per
la quale non si intravede ancora uno sbocco.
Cosa è
successo a cavallo tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio degli Anni
Novanta che possa giustificare un così immediato e radicale mutamento
nei risultati del nostro Paese?
Teniamo presente una data: il 26 Dicembre 1991, giorno dello scioglimento ufficiale dell’Unione Sovietica.
Se
non cerchiamo di capire come sia cambiato il Mondo dopo quella data,
non riusciremo neanche a comprendere cosa sia conseguentemente accaduto
nel nostro Paese.
Prescindendo
dall’aspetto ideologico, e concentrandoci solo sulle dinamiche
causa-effetto, la fine dell’URSS è stata l’origine di quattro grandi
conseguenze, negative in generale per buona parte del genere umano e
deleterie in particolare per gli abitanti della nostra Penisola.
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A livello di geopolitica mondiale è finito il periodo dell’equilibrio tra due blocchi contrapposti ed è iniziato un periodo di instabilità crescente. Gli USA, per giustificare il proprio ruolo di “poliziotto globale” e per mantenere in vita la NATO (che avrebbe dovuto naturalmente sciogliersi in contemporanea con il Patto di Varsavia), hanno dovuto cercarsi (e spesso proprio inventarsi) sempre nuove minacce, nuovi nemici immaginari (Al Qaeda, ISIS) da attaccare, o fingere di attaccare. Per noi il risultato sono state sempre più guerre, più terrorismo e più migranti. Questo è l’esito della “Strategia del Pazzo” adottata dall’unica Superpotenza rimasta, che non riesce ad accettare il ritorno ad un Mondo multipolare.
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Al tempo stesso si è conclusa la contrapposizione tra modelli economico-sociali alternativi. Il capitalismo ha trionfato sul comunismo e, finalmente, ha avuto la possibilità di mostrare il suo volto più aggressivo. Se noi Europei Occidentali abbiamo conosciuto un periodo di benessere diffuso nella seconda metà del XX Secolo, ciò è dovuto principalmente al fatto che il sistema capitalista era costretto a sforzarsi di dimostrarsi migliore, più umano e più equo del sistema comunista. E quindi a redistribuire almeno in parte i profitti derivanti dalla endemica truffa che ne è all’origine. La stessa Costituzione Italiana e l’ossatura politica, economica e sociale dell’Italia (e degli altri Paesi dell’Europa Occidentale) del Dopoguerra si era formata da un compromesso tra i sostenitori dei due modelli. L’organizzazione capitalista dello Stato che ne era derivata era dunque molto mitigata ed edulcorata: esistevano in Italia un forte Settore Pubblico, un vero Stato Sociale e una Società e un’Opinione Pubblica poco inclini ad abbandonarsi al liberismo più selvaggio. Tutto ciò, con il crollo dell’URSS, è diventato per il sistema un costo superfluo da smantellare al più presto. Banalmente, proprio questo è il motivo principale per cui da 25 anni a questa parte stiamo sempre peggio: si stanno gradualmente riprendendo ciò che erano stati costretti controvoglia a concederci.
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É terminato definitivamente il periodo storico di centralità dell’Europa nel Mondo (durato molto meno di quanto noi siamo abituati a credere: solo pochi Secoli alla fine del Secondo Millennio). Durante la Guerra Fredda l’Europa era ancora l’aera più strategica e importante del pianeta. Perderla significava, per ciascuno dei due blocchi, perdere la partita a livello globale. Gli abitanti dell’Europa godevano quindi di uno status privilegiato. Con la fine della Guerra Fredda gli scenari sono cambiati. Come se la passino i Popoli Europei adesso importa molto meno ai padroni del Mondo.
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Anche all’interno dell’Europa gli equilibri tra i diversi Stati che ne fanno parte sono radicalmente mutati. Se nell’Europa Occidentale precedente alla caduta del muro (e nella allora CEE) il peso dei quattro Paesi principali: Francia, Germania Occidentale, Italia e Regno Unito era perlomeno paragonabile e nessuno di essi aveva la forza (e neanche l’intenzione, che allora sarebbe apparsa assurda) di prendere il sopravvento sugli altri, tutto è cambiato nella attuale UE. La nuova Germania Unita, più grande territorialmente, più popolosa, più forte, più centrale in ambito Europeo sia politicamente che geograficamente, ha iniziato a perseguire in modo sempre più esplicito l’obiettivo di creare un’Europa Germano-centrica (l’esagerato e sciagurato attivismo della Germania nelle Guerre della ex Jugoslavia e dell’Ucraina lo dimostra in modo assai chiaro). Gli USA, a loro volta, considerata la perdita di strategicità dell’Europa sul piano globale, sono stati ben lieti di delegarne il controllo al gendarme Tedesco, a patto del mantenimento della fedeltà Euro-Atlantica [1] (fedeltà garantita del resto proprio dal fatto che la Germania stessa è un Paese militarmente occupato dagli USA). Ne è nata un’Europa mostruosa, un’Idra deforme dominata politicamente e militarmente della testa Americana e dominata economicamente dalla testa Tedesca [2].
VASSALLI, VALVASSORI E VALVASSINI
Cosa è successo nel frattempo in Italia?
Come è
facilmente comprensibile, ciascuno di questi quattro contraccolpi,
anche da solo, avrebbe comportato conseguenze negative per il nostro
Paese. Presi tutti e quattro insieme il loro effetto è stato devastante.
Durante la Guerra Fredda l’Italia era un Paese a Sovranità Limitata (“limitata” significa
non completa, ma anche non completamente assente), costretta al
vassallaggio nei confronti degli USA, ma anche capace, in ambito
Europeo, di far sentire la propria voce e di difendere i propri
interessi.
Con
la formazione della UE l’Italia è scalata dal ruolo di Vassallo a quello
di Valvassore (e infine anche di Valvassino) e il Paese a Sovranità
Limitata è diventato un Paese del tutto privo di Sovranità.
Se
durante la “Prima Repubblica” i nostri politici (pur generalmente
mediocri e corrotti) avevano ancora la facoltà, e a volte anche la forza
e la volontà, di battersi nel contesto internazionale per fare valere
gli interessi nazionali [3], ciò non è più stato possibile nella “Seconda Repubblica”.
L’Italia adesso è a tutti gli effetti una Colonia.
Quale è una delle caratteristiche principali delle colonie?
Quella
che a governarle vengono imposti individui che sono tenuti a
privilegiare gli interessi dei colonizzatori a discapito di quelli dei
colonizzati.
Traditori della propria Patria. Consapevoli di esserlo.
Se
non lo fossero, del resto, non potrebbero raggiungere i posti di comando
ai quali aspirano. (E ci sarebbe molto da discutere su come siano
arrivati al potere in Italia Mario Monti e Matteo Renzi negli ultimi
anni, e su chi abbia tessuto le fila della loro ascesa politica e
mediatica, del tutto imprevedibile fino poco tempo prima che si
realizzasse).
Proprio poche settimane fa è morto Carlo Azeglio Ciampi.
Pochi sono i politici Italiani che, dall’Unità fino ad oggi, hanno arrecato al Paese così tanti e così gravi danni.
Insieme
al compare Andreatta realizzò la separazione tra Banca d’Italia e
Tesoro (dando inizio alla truffa del Debito), promosse l’adesione
dell’Italia allo SME e poi alla UE. Favorì le speculazioni di Soros
dilapidando inutilmente 60 miliardi di dollari di Riserve nell’inutile e
dannosa difesa della Lira. A Lira svalutata e Riserve svuotate, insieme
all’altro compare Amato, diede avvio alla più grande svendita di Beni
dello Stato che tutto l’Occidente abbia mai conosciuto, con
privatizzazioni selvagge pilotate a prezzi irrisori.
Ciampi
non era uno stupido. Dubitiamo quindi che non sapesse cosa stava
facendo, chi favoriva (la Grande Finanza Internazionale) e chi stava
contribuendo a derubare (il Popolo Italiano).
Se,
all’inizio degli Anni Ottanta, fu una sfortuna per l’Italia che un
personaggio come Ciampi si fosse fatto trovare pronto a guidare la Banca
d’Italia e a prendere il posto che fu del Governatore Paolo Baffi, oggi
è pressoché inevitabile che chiunque venga issato a governare il nostro
Paese sia disposto (e in pratica anche obbligato) a farlo per
danneggiare gli interessi della Nazione.
Non è una novità e non c’è da stupirsene.
Da
molti decenni la situazione dei Paesi del Terzo Mondo è così disastrata
perché a guidarli vengono sistematicamente selezionati impostori che
contribuiscono volontariamente a spogliarli di ogni ricchezza a favore
delle Istituzioni Internazionali: FMI, BM ecc. Chi non è disposto a
farlo prima o poi fa una brutta fine, come Gheddafi o rischia di farla,
come Assad.
Chi
abbia vissuto in Russia negli Anni Novanta ha provato sulla propria
pelle quali sono i danni che una classe politica di traditori può
causare. Nessuno ha dimenticato come Gorbačëv mandò in rovina in pochi
anni un Impero, i cui cittadini si ritrovarono dall’oggi al domani a
vivere di elemosine e a frugare nei rifiuti. Nessuno ha dimenticato come
Eltsin e la sua masnada di “liberali”, “democratici” e
“filo-occidentali” depredarono il Paese e lo portarono ad un passo
dall’implosione definitiva, prima che Putin lo salvasse miracolosamente e
desse avvio alla straordinaria ripresa della Russia.
É
una regola matematica e non c’è ragione per cui l’Italia debba
sfuggirne. Quando un Paese perde la propria sovranità a governarlo
vengono chiamate mezze figure che lavorano per il nuovo padrone e
rendono conto quasi esclusivamente a lui.
Illudersi
ingenuamente oggi che tali personaggi possano promuovere “riforme” per
il bene degli Italiani equivale a pensare che il Maresciallo Rodolfo
Graziani, Viceré d’Etiopia e poi Governatore della Libia, lottasse
strenuamente per migliorare le condizioni di vita dei locali.
DAGLI AMICI MI GUARDI IDDIO, CHE DAI NEMICI MI GUARDO IO!
Prima
di arrivare al fulcro della questione aggiungiamo ancora una
considerazione di carattere tanto economico quanto strategico e
militare.
Le
guerre moderne vengono combattute principalmente per impadronirsi delle
risorse naturali dei Paesi attaccati. Così è stato di recente per
l’Iraq, per l’Afghanistan, per la Libia e per la Siria.
Esistono
però anche guerre che vengono combattute non sul campo di battaglia ma
con le armi della diplomazia e della politica, e che hanno comunque
finalità pressoché identiche.
L’unica differenza è che non è necessario essere ufficialmente nemici per trovarsi coinvolti in questa seconda tipologia di conflitti.
La
Germania, prima di intraprendere la strada della moneta unica, si
accordò con la Francia (e con alcuni settori politici italiani deviati)
per la distruzione del fortissimo Settore Pubblico Italiano e per il
progressivo smantellamento dei distretti industriali Italiani di piccola
e media impresa privata, che più di tutti facevano concorrenza
all’industria tedesca.
(Nota personale: io lavoro nel settore industriale, e in quello dell’impiantistica in particolare, da 7 anni e posso testimoniare come, anche adesso, dopo molti anni di moneta unica e di politiche scellerate e autolesionistiche, le industrie italiane superstiti riescano ancora a competere e spesso a prevalere su quelle tedesche. Se avessimo ancora la Lira e se avessimo avuto una classe politica fedele, tante aziende tedesche se la passerebbero molto meno bene di quanto facciano ora. E tante aziende italiane se la passerebbero molto meglio.)
Gheddafi,
quando la Libia è stata aggredita dalla coalizione a guida USA per
essere ridotta ad un cumulo di macerie e spogliata delle sue risorse
naturali, ha avuto il torto di non fare trovare un’esercito, una marina e
un’aviazione in grado di difenderla.
L’Italia,
quando il suo settore pubblico e le sue piccole e medie imprese private
sono state attaccate da quelli che avrebbero dovuto essere i nostri partners Europei, ha avuto l’analogo torto di non fare trovare un’esercito di diplomatici e di commis de l’état capaci di proteggerle anche a costo del sacrificio delle proprie carriere.
LA DESCRIZIONE DELLE MANSIONI DI UNO SCOUT
Arriviamo
finalmente al dunque. L’Italia da anni è governata da politici che non
sono oggettivamente in grado di difendere gli interessi del Paese che
dovrebbero rappresentare, e che anzi operano quasi sempre sapendo di
danneggiarlo.
Ne
sono prove recenti la rinuncia passiva del Governo Renzi prima al South
Stream e successivamente persino ad una partecipazione al raddoppiamento
del North Stream, poi le posizioni assunte dallo stesso Governo Renzi
relativamente al Caso Regeni [4], e infine la adesione incondizionata, sempre del Governo Renzi, al famigerato TTIP [5].
In
tutti questi casi il Governo Italiano ha lavorato per nuocere agli
interessi del Paese e per favorire invece gli interessi di terze parti. E
la lista dei casi sospetti potrebbe estendersi ancora a lungo.
Tornando
al Referendum, quindi, può darsi che la nostra Costituzione, il
Bicameralismo Perfetto, i vari meccanismi di contrappesi tra i Poteri
dello Stato e tutte le altre caratteristiche politiche, economiche e
sociali del Sistema Italia non siano ideali, e che in alcuni casi siano
ormai state superate dai tempi, ma si tratta proprio di quel sistema che
ci ha garantito decenni di crescita senza eguali al Mondo.
Proprio
quando abbiamo cominciato a demolirlo pezzo per pezzo in nome del
liberismo più selvaggio, abbiamo iniziato a stare sempre peggio.
É
allora il caso di continuare su questa strada e di delegare i Renzi, le
Boschi, i Verdini e gli Alfano di smantellare quel poco che è rimasto?
L’esempio
dello sfascio che le Istituzioni Internazionali hanno deliberatamente
causato nel laboratorio Grecia non ci ha insegnato proprio niente?
La
verità è che questo Referendum risponde ad una elementare esigenza del
Governo Renzi: quella di semplificare le procedure decisionali al fine
di lavorare più velocemente per smontare ciò che resta delle Istituzioni
Italiane nate nel Dopoguerra [6] e fare anche in Italia quello che i suoi omologhi hanno fatto in Grecia.
Per
essere chiari, da 25 anni a questa parte, ogni “riforma”,
“semplificazione”, “privatizzazione” e “liberalizzazione” promossa dai
nostri politici è servita solo per peggiorare la situazione della gente e
per trasferire ricchezze dal Popolo alle Banche, alle Istituzioni
Internazionali, e al grande Capitale.
Renzi
ha l’incarico di continuare su questa strada. É scritto nella sua
descrizione delle mansioni, quella che gli hanno fatto leggere durante i
colloqui di assunzione, prima di assegnargli il posto.
IL TACCHINO
Per
concludere – come anticipato in apertura – a prescindere dal risultato
del Referendum e a prescindere anche dal futuro politico di Renzi,
semplice pedina di giochi molto più grandi di lui, purtroppo il destino
dell’Italia pare già tracciato.
Se il
nostro non riuscirà nel compito che gli è stato assegnato, verrà
semplicemente accantonato senza cerimonie e gettato tra i ferri vecchi
della politica Italiana. Al posto che ora è suo, sarà issato l’ennesimo
“Uomo Nuovo”, incaricato di portare a termine i lavori.
Detto
ciò, sono convinto che votare abbia sempre un senso anche nelle
situazioni più compromesse: finché c’è vita c’è speranza. Il clamoroso
risultato nel referendum inglese per il Brexit dovrebbe insegnare che
non è mai detta l’ultima parola.
E, in
ogni caso, non è certo nostro compito facilitare il lavoro a coloro che
ci stanno ingannando e impoverendo da anni, e fare la figura del
tacchino che apparecchia la tavola in preparazione del Giorno del
Ringraziamento.
Note:
[1] Dopo
avere avuto alcuni problemi con Gerhard Schröder, gli USA hanno trovato
nella remissiva e opaca Angela Merkel il collaboratore ideale, come
argomentato nel precedente articolo a lei dedicato: http://sakeritalia.it/europa/angela-merkel-passera-alla-storia/
[2] In questa
Europa, sotto la stretta tutela Americana e a guida Tedesca, vanno
considerati anche gli spazi di autonomia che storicamente devono essere
riservati a Francia e Regno Unito, nonché lo sfrenato e spesso caotico
dinamismo politico dei nuovi membri dell’Est, veri e propri Protettorati
Americani. L’Italia dunque è completamente fuori dai giochi che
contano, mentre l’Europa stessa, cosм male strutturata, non ha la mimima
possibilitа di trovare una reale unitа di intenti politica.
[3] Il canto
del cigno di quell’Italia che aveva un ruolo ancora parzialmente
autonomo e attivo in ambito internazionale puт essere fatto coincidere
con la straordinaria azione diplomatica del Rappresentante Italiano al
Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Francesco Paolo Fulci, che negli Anni
Novanta si oppose a più riprese e con successo al disegno di riformare
l’ONU assegnando un seggio fisso anche a Germania, Giappone, India e
Brasile.
[4] Pur
sapendo che Giulio Regeni si era recato in Egitto per conto dei Servizi
Segreti Inglesi, e che era in Inghilterra che andava cercata la veritа
(infatti, a seguito delle timide richieste degli inquirenti italiani, le
autoritа inglesi risposero segretando tutti i documenti e la
corrispondenza di Giulio Regeni e rifiutando di condividerli con l’
“alleato” Italiano. Alla controparte Italiana fu persino impedito di
consultare lo studio di Regeni presso l’Universitа di Cambridge, i cui
docenti risposero alle richieste italiane con il più omertoso dei
silenzi) il Governo Renzi si prestò autolesionisticamente al gioco di
rovinare gli storici rapporti con l’Egitto a tutto vantaggio dei veri
registi dell’operazione: Inghilterra, Usa e Francia infatti subentrarono
immediatamente alla sprovveduta Italia in svariati contratti di grande
valore con lo stesso Egitto.
[5]
Addirittura quando Francia e Germania riuscirono a fare saltare il TTIP
(dopo una lunga estate di attentati di matrice assai sospetta, proprio
in quei Paesi), l’Italia di Renzi si accodò vergognosamente ad una
cordata di 11 Paesi Europei satelliti degli USA (principalmente i nuovi
membri dell’Est Europa) che proponevano di riprendere immediatamente i
negoziati a favore del Trattato.
[6] Molto
singolare che la Riforma della Costituzione Renzi-Boschi accolga in
pieno i “suggerimenti” della Banca d’Affari Jp Morgan che, tramite i
suoi consulenti, definì la Costituzione Italiana “Troppo Socialista,
perché garantisce i diritti dei lavoratori e contempla meccanismi contro
i cambiamenti dello status quo politico.” Non a caso prima
l’ambasciatore Americano in Italia e poi addirittura lo stesso Obama, si
sono espressi per il SМ al Referendum, con la consueta intollerabile
ingerenza nei nostri affari interni… Senza dimenticare il famoso aricolo
di George Soros sul Corriere della Sera del 19 Luglio scorso in cui il
noto speculatore, oltre ad augurarsi un aumento del flusso di migranti
verso l’Europa, si pronunciava a favore del SI nel Referendum
Costituzionale Italiano.
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Articolo di Cesare Corda per SakerItalia.it
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