Che la riforma Fornero e il governo Monti siano stati la
peggior iattura italiana dall’8 Settembre 1943, è un fatto. Dopo una simile
sciagura, richiesta a gran voce dal sistema bancario e finanziario
internazionale, e dall’Europa onnipresente ed onnipotente, ogni tentativo per
rimettere in sesto l’equilibrio sociologico italiano è destinato a fallire.
Perché non si possono “sospendere” per 6-7 anni i necessari ricambi
generazionali nelle strutture di uno Stato, non si può invocare una sorta di
limbo che deve durare per tot anni, poiché tutto il resto avanza, si muove, e
non può rimanere ferma la sola previdenza. Ma Renzi ha cercato di far meglio.
Pressato dai dati delle rilevazioni demoscopiche – una
preponderanza, netta, del NO al referendum chiesto a gran voce dallo stesso
sistema finanziario ed europeo – il gelataio di Rignano s’è trovato preso fra
due fuochi: far digerire alla gente un diritto che li “storterà” ancora una
volta, con le buone o le cattive. Ne va della sua “pelle” politica.
Spin doctor al lavoro, rilevazioni ogni giorno, la RAI trasformata nell’ultimo
bunker del regime a suon di milioni di euro. Altri 80 euro in busta paga? I
doctor scuotono la testa: no, non si può… non si può replicare una misura già
presa, i sindacati sarebbero contrari a causa dei livelli salariali… e poi,
l’effetto mediatico, che ci ha fatto vincere le elezioni, non sarebbe la stessa
cosa… ci vuole qualcosa di nuovo, di fortemente atteso…
Le pensioni. Ecco come fare. Basta non toccare l’impianto
Monti/Fornero – altrimenti mi spellano – e dare qualcosa con fondi di bilancio.
Ossia, dare delle pensioni con i soldi risparmiati con le pensioni. Grande,
sono un grande, siamo grandi ragazzi! Il PD è sempre grande, anche se ci sono i
gufi… maremma gufata… dopo gliela farò vedere… intanto Obama mi ha approvato… già,
ma Obama è lontano dalle buste paga degli italiani, ed è pure un pensionando…
Come si può fare?
I più fregati dalla riforma Fornero sono stati i nati fra il
1951 ed il 1954, perché si sentivano già la (guadagnata) pensione quando si
sono visti alzare l’asticella di ben 5 anni. S’è mai visto, alle Olimpiadi, che
ti alzino l’asticella del salto in alto a 5 cm la volta?
Ebbene sì: noi diamo loro l’agognata pensione, e loro
contraccambiano votando Sì al referendum! Funziona la cosa? I doctor, con
qualche perplessità, hanno approvato: va beh, non saremo mai sicuri di cosa
voteranno, ma un po’ di riconoscenza… al resto ci penserà il martellamento della
RAI.
Ma… qual è la situazione?
Ridotte a tre le classi interessate (il ’54 si fotta),
restano pur sempre una platea di 1,5 milioni di persone, racchiuse in tre
insiemi:
- Chi lavora e vuole andare in pensione;- Chi lavora, ma l’azienda non lo vuole più perché vecchio;- Chi non lavora perché è disoccupato.
Allora, ragazzi, che si fa? I primi, se vogliono andare in
pensione, pagano un tot dallo stipendio, e poi continuano con la pensione, su
un fondo apposito presso una banca, la quale anticipa e poi, man mano che
pagheranno, si farà restituire i soldi. Un prestito no?
Fatto.
I secondi… beh… ma sono le aziende che se li vogliono levare!
Allora pagheranno le aziende! Che c’entriamo noi del governo? Anche questa è a
posto.
Restano i terzi.
Quanti sono ‘sti terzi?
Tolti i morti, i già pensionati… come il D’Alema, Maremma
bombarola… chi non si trova più, chi vive in Argentina dal nipote, chi ha fatto
i soldi, eccetera, eccetera… allora, quanti sono?
Pare intorno ai 350.000. So’ pochi? So’ Tanti? Nessuno lo
sa. Ragioneria, due conti!
Mentre aspettiamo i conti della Ragioneria, stabiliamo un
limite: vent’anni di contributi? E vai col tango! Venduto. E poi, diciamola
tutta: se vogliamo prendere i voti che servono per vincere ‘sto referendum, non
possiamo andare tanto per il sottile… magari qualcuno è disoccupato da anni,
magari gli hanno fregato i contributi… dobbiamo farli contenti!
Contenti,
capito? Altrimenti, questi a votare non ci vanno! Si mangiano due salsicce, gli
viene una colica e non vanno a votare. Capito?
Capo, pare che ci vogliano 7 miliardi…
Maremma bucaiola… proprio 7? E va beh, diamo ‘sti 7… dove li
prendiamo? Metteremo qualche tassa, aumenteremo qualche accisa… ma dopo, sia
chiaro, dopo!
Capo, Padoan ha voluto vedere i calcoli… ho dovuto darglieli…
Eh, certo, come si fa sennò? Quello sa sempre tutto…
Capo, ehm… dice che è tutta una bufala, che bisogna aumentare
gli anni di contributi a 30, altrimenti l’Europa s’incazza, non ci passa i
bilanci…
Maremma brucellosa! Ma quando mai gliene va bene una a
questi? Ne facessimo una che gli aggrada, che dicano “E bravo Renzi!”, l’hai
fatta buona. No, sempre revisioni, rinvii, appunti… eh, gli inglesi, quelli sì
che hanno vinto un terno al lotto!
Capo, con ‘sti soldi e ‘ste restrizioni della platea
pensionabile – 30 anni di contributi – si mandano in pensione 50.000 persone.
Anche se votassero tutti per il Sì, cambia poco… e gli altri 300.000?
Va beh, va bene: meglio 50.000 in più che 50.000 in meno: comunque,
continuate a far dire ai vari Tg che c’è una riforma delle pensioni 2016, che
si sanano gli errori della riforma Fornero… oh, continuate a ripeterlo! Il
Parlamento? Lasciatelo parlare, senza cifre, ovvio: anticipiamo la riforma
costituzionale! Comanderanno mica ‘sti parlamentari venduti, no?
Renzi, adesso ascolti noi. Non ci vuole ascoltare?
Ascolteranno gli italiani, quelli che lo vorranno fare.
Quella riforma – insieme alle altre di Monti – ha disossato
la società italiana, una sola cosa ha incrementato: le corde per impiccarsi.
Sa, vero, quanti lo fecero in quei giorni, quando Equitalia impazzava e le
aziende fallivano?
E sa quante famiglie distrutte, sfasciate, preda della
disperazione e della depressione ha lasciato il sorrisetto della Fornero?
Lasci perdere e, la prossima volta che vorrà affrontare
questo argomento, mi raccomando: prima, si sciacqui la bocca e non ci rompa più
con le sue balle referendarie condite in salsa pensionistica. Saluti.
Carlo Bertani
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