“Non giudicare cosa sia felice o infelice,
luminoso o oscuro. Devi mettere a tacere
queste divisioni assurde e ritrovare
l’unità del cuore, la pienezza gioiosa.
Accendi dentro di te un sole che non si spegne.”
(Dugpa Rimpoce)
“Qualsiasi
cosa facciamo, che lo vogliamo o meno, siamo al centro del mondo. Ma
questa identità dell’io e del mondo può assumere molte forme il cui
variegato ventaglio si estende tra due estremità. Ad un estremo abbiamo
ridotto il mondo alle dimensioni del nostro ego: non fa che riflettere
le nostre categorie, i nostri pregiudizi, il nostro dramma interiore.
Questo
mondo povero, ripetitivo, viene rimpicciolito sulla base di pensieri
meschini e circolari, colorato di paura, di risentimento, di avidità, di
attaccamenti e di dipendenze nevrotiche. L’ego ha il mondo che si
merita: un mondo prefabbricato, separato da sé, speculare.
All’altro
estremo l’ego è esploso e il “sé” si estende alle dimensioni
dell’universo, senza imporgli un ordine, categorie, pensieri
strutturati. Il mondo dell’essere risvegliato non è più fabbricato ma
sempre nuovo, sempre aperto. Le rigidità della percezione e
dell’interpretazione sono sparite. Sentiamo il mondo come se fosse la
nostra pelle.
L’Universo
non è altro che il gioco di forme e colori sulla mia retina, la
vibrazione stessa del mio timpano. Sono il mondo. Non è dunque un mondo
“oggettivo” ma, al contrario, l’ebbrezza fresca di un mondo zampillante,
in creazione, istante dopo istante, un mondo interamente soggettivo,
fluido e transitorio: il tessuto variegato della mia esperienza.
Ridurre
le nostre rigidità, i nostri blocchi, per trovare la mobilità senza
impedimenti, la flessibilità. Eseguire una posizione con perfezione, un
gesto, un passo. Aprirsi a forze estranee, lasciarsi invadere
dall’ispirazione. Smettere di “tenere” a idee per raggiungere una certa
impersonalità del pensiero.
Mettersi
al servizio degli altri. essere generosi. Diventare un veicolo
dell’influsso divino. Raggiungere la presenza pura. Tanti modi per fare
astrazione di sé. I concetti sono le figure della rigidità mentale e le
nevrosi quelle della rigidità emozionale. I concetti e le nevrosi
condividono esattamente la stessa natura, quella della limitazione.
(Pierre Lévy, Il fuoco liberatore, Luca Sossella editore, 2006)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/09/potenza.html
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