“Se la vita fosse prevedibile cesserebbe
di essere la vita, e sarebbe senza sapore.”
(Eleanor Roosevelt)
“Dopo
aver conosciuto e apprezzato tutte le possibilità che offrono le cose
note, ce ne stanchiamo e ci rivolgiamo all'esplorazione dell'ignoto,
perché ciò che conosciamo non ci appaga permanentemente. Se ci avesse
soddisfatto, non saremmo vissuti così a lungo su questo pianeta. Se gli
esseri umani si fossero sentiti completamente appagati dalle cose
conosciute, senza avere alcuna aspirazione per il futuro, senza fare uno
sforzo per migliorare, senza provare il bisogno di esplorare e di
sentirsi spinti a capire, la razza umana si sarebbe fossilizzata e di
conseguenza estinta.
I
termini ‘noto’ e ‘ignoto’ sono relativi; ciò che è ignoto ai selvaggi è
noto a noi. Sono entrambi un anello della catena della vita. Quando
l'anello è nascosto, perché la catena è ancora arrotolata, corrisponde
all'ignoto. Quando l'anello appare, perché la catena si srotola,
corrisponde a ciò che è noto. Le cose sconosciute a un bambino, saranno
conosciute dall'uomo che il bambino diventerà crescendo. Ciò che era
ignoto ai comuni esseri umani di venti secoli fa è noto al cittadino
medio di oggi.
L'uomo
può continuare ad ampliare le sue conoscenze, perché rimane sempre
qualcosa di ignoto malgrado i passi compiuti. Se non ci fosse più niente
da scoprire, l'espressione ‘conoscenza progressiva’ sarebbe una
contraddizione nei termini. Pensate alle profondità apparentemente
incommensurabili della personalità umana. Come bollicine, le molteplici
sfaccettature del nostro essere salgono alla superficie da qualche
sconosciuta profondità. Un bambino di un anno coordina con difficoltà il
movimento delle dita; però se in seguito studierà il violino per molto
tempo potrà trasformarsi in un Kreisler.
Chiunque
può diventare un Kreisler se gli vengono offerte le stesse opportunità?
Sì e no. Sì, in quanto tutti gli esseri umani sono fondamentalmente
uguali e possono perfezionarsi come ciascun altro. Le infinite
potenzialità dell'anima sono identiche in tutti? No, in quanto le
potenzialità hanno bisogno di tempo per concretizzarsi. Se dopo anni di
studio qualcuno sa appena strimpellare il violino, probabilmente avrà
bisogno di numerose incarnazioni per diventare un Kreisler.
Il
talento è quella parte sconosciuta della personalità che nasce con la
persona stessa e che al momento della nascita può essere ancora
incompleta. L'esercizio sviluppa il talento che già possediamo e che non
potrebbe crescere se i suoi semi non fossero già insiti in noi.
L'esercizio non solo stimola il seme a trasformarsi nella pianta, ma ha
anche il merito di migliorarne la qualità. Perciò, quando il talento
viene perfezionato dall'esercizio, genera altre qualità.
Il
fatto che il talento possa essere valorizzato dimostra da un lato le
sue potenzialità, e dall'altro l'importanza dell'esercizio che gli
permette di manifestarsi appieno. Il talento, pertanto, passa attraverso
varie fasi che si possono osservare nello sviluppo di una personalità,
fino a quando non raggiunge l'espressione completa in quel particolare
essere umano. Alla nascita, gli uomini sono dotati di una mappa
approssimativa della propria vita, che completeranno gradualmente
durante la permanenza sulla terra.
Le
autostrade e alcune strade secondarie sono già tracciate sulla mappa
sin dall'inizio e costituiscono i tratti distintivi che l'essere umano
porta con sé dalle incarnazioni precedenti e che accetta come propria
natura fondamentale. In un secondo tempo le collega con opportuni
raccordi e traccia ulteriori vie secondarie. Se l'uomo possiede un vero e
potente dinamismo, a volte prolunga le autostrade oltre i loro limiti
originari.
Se
invece ne è privo, si sposta più che altro nel dedalo delle strade
segnate sulla mappa sin dalla nascita e lungo i pochi nuovi sentieri che
traccia in questa vita. Non si spinge oltre essendo una persona comune.
Ma l'uomo non può rimanere per sempre così circoscritto. Non può
restare per sempre una persona comune; dovrà espandersi, dovrà muoversi
verso nuovi orizzonti. La legge cosmica dell'evoluzione non gli
permetterà di fermarsi. Potrà rimanere inattivo per un certo periodo di
tempo, ma la legge del progresso spirituale agisce continuamente.
Dio
è sempre all'opera, la sua inattività o il suo sonno condannerebbero a
morte l'universo. Per mezzo delle sue leggi, Dio predisporrà quelle
circostanze che in un primo tempo convinceranno l'individuo apatico a
volgersi nella giusta direzione e ad andare avanti compiendo azioni
concrete. Ma se l'uomo non presta attenzione, Dio lo lascerà vagare nel
ripugnante cimitero delle umane follie, finché non sarà disposto a dare
la vita pur di uscire dalla sua spaventosa condizione, e non
seguiràrisolutamente la strada giusta che conduce al progresso e alla
vera felicità.
"Sopra
ogni altra cosa, sii sincero con te stesso". Questa affermazione è il
punto culminante della famosa serie di consigli dati da Polonio
nell'Amleto di Shakespeare. In senso stretto significa essere onesti con
voi stessi e non fare una cosa se interiormente sapete che è sbagliata.
In verità, stare in pace con la nostra coscienza anche se il mondo
intero dubita di noi, è una gioia e una forza degna di tutti i tesori
dell'universo. Ma le parole di Polonio hanno un significato molto più
profondo di questo.
La
coscienza non è il solo compagno di cui dobbiamo prenderci cura. Ne
abbiamo anche molti altri: è una folla composta di aspirazioni più o
meno latenti, di tendenze più o meno sopite, di intensi desideri. Per
essere sinceri con noi stessi non possiamo trascurare questi compagni di
viaggio con i quali siamo nati. Dobbiamo prestare attenzione anche a
loro, se non vogliamo perdere nel gioco della vita. Alcuni, ad esempio
gli appetiti e le gelosie, e altri capaci di soffocare la nostra
crescita o di nuocere ad altre persone, devono essere dominati.
Alcuni,
come i desideri egoistici, necessitano di dosi massicce di consigli e
di cure. Altri ancora, ad esempio l'istinto di conservazione o l'istinto
sociale, sono abbastanza innocui e, quindi, possiamo fidarcene o almeno
tollerarli. Uno speciale gruppetto deve essere spronato accuratamente:
si tratta dell'inclinazione alla comprensione, al rispetto, alla
disponibilità verso gli altri, all'amore per la verità. Dobbiamo
prenderci cura di ciascuna delle nostre tendenze nel modo più consono.
Questa è la maniera corretta di educare l'essere interiore.
In
altre parole, dobbiamo essere sinceri con noi stessi, non giustificando
tutte le nostre tendenze, comprese le peggiori, ma riconoscendo la loro
giusta collocazione nello schema della nostra vita e cercando di
controllare, di dominare, di guidare e dirigere ciascuna di esse, in
modo tale che ognuna contribuisca al benessere e alla felicità generale.
Abbiamo parlato in senso lato di alcune tendenze che costituiscono
soltanto una piccola parte della potenziale moltitudine di inclinazioni
da cui ciascun essere umano ha tratto le proprie caratteristiche.
(Paramahansa Yogananda)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/09/il-noto-e-lignoto.html
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