martedì 25 ottobre 2016

Perché Falliranno


Sotto la superficie di molti eventi economici e socio-politici internazionali cova la brace di una guerra permanente, spesso invisibile. Questa guerra attualmente viene combattuta a colpi di menzogne e verità, di giornalismo asservito e tranquille azioni individuali. Una guerra tra due fazioni ormai ben definite, ed estremamente incompatibili sia dal punto di vista filosofico che spirituale.

Da un lato abbiamo una pervasiva rete di magnati aziendali, entità bancarie, consorzi finanziari internazionali, think tank e burattini politici. Tutti questi gruppi lavorano instancabilmente per rimodellare la psicologia degli individui e della società al fine di preparare l'instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale, cioè un unico governo planetario tecnocratico, capace di monitorare ed indirizzare qualsiasi aspetto dell'esistenza umana, dal mercato alla morale comune. Spesso li definisco semplicemente 'globalisti', appellativo al quale essi stessi ricorrono di frequente.

Dall'altro lato abbiamo un movimento che si è sviluppato organicamente ed istintivamente, che giorno dopo giorno prolifera senza alcuna leadership, sotto la guida e l'esempio di vari divulgatori ed attivisti che tendono a rifarsi ai principi del diritto naturale. Questo movimento è composto da gruppi ed individui religiosi, agnostici e anche atei; persone di qualsiasi etnia e di ogni ceto sociale. Gruppi che si sono trovati uniti - clamorosamente - dalla comune propensione verso la tutela della libertà. Io li chiamo Movimento per la Libertà.

 Di contorno abbiamo quelli convinti che questa non sia la loro battaglia, che fingono di ignorarla o che magari sono realmente ignari della sua esistenza. Comunque ci si relazioni a questa guerra, la cosa certa è che tutta l'umanità, nessuno escluso, alla fine dovrà fare i conti con il suo esito. Perché qui c'è in gioco il futuro della specie. L'esito della battaglia decreterà se le prossime generazioni avranno ancora il diritto di auto-determinarsi, mantenendo la facoltà di perseguire il loro potenziale individuale, o se ogni aspetto dell'esistenza umana cadrà sotto il controllo di una lontana burocrazia priva di volto e di anima, completamente insensibile alle necessità ed al benessere dei singoli individui.

C'è da dire che il mio punto di vista circa le due fazioni non è - per così dire - 'imparziale.' Alcune delle più ciniche 'menti accademiche' là fuori tentano di marginalizzare la portata del conflitto, accusando entrambe gli schieramenti di voler imporre 'un'ideologia', tuttavia sono convinto che molte di esse siano all'oscuro della reale portata della posta in gioco.

Dietro questa guerra si cela - infatti - una contrapposizione elementale. La definirei una conflagrazione tra il bene e il male. Alcune persone non gradiscono concetti così trancianti, e li bollano come fantasie retoriche sui buoni ed i cattivi, creati dalla religione per controllare la società. Ebbene, non ho alcuna intenzione di convincerli del contrario. Posso solo dire che avendo sperimentato personalmente tali concetti assoluti, essere credente per me non è una questione di scelta, ma di esperienza.

Vorrei anche sottolineare che la maggior parte degli uomini e delle donne tenda a considerare intrinsecamente maligna l'oppressione sistematica finalizzata alla soddisfazione di un delirante narcisismo elitista. Si tratta di imperativi morali soggettivi, ma anche universali, che riecheggiano ovunque, continuamente, indipendentemente dalla cultura, il luogo o l'epoca storica. L'ombra pressante della tirannia suscita nella maggior parte di noi lo stesso orrore e lo stesso impulso di sfida. Sappiamo che è così, anche se non comprendiamo bene il perché.

Sebbene io sia fermamente schierato dalla parte della libertà, non è mia intenzione scrivere una sorta di arringa unilaterale. Parlerò quindi sia dei punti di forza dei globalisti, che delle loro debolezze. Sarebbe incauto etichettarli come un manipolo di idioti. Non sono stupidi. Sono invece sorprendentemente intelligenti, e per nessuna ragione dovrebbero essere sottovalutati. E' gente davvero molto organizzata e laboriosa e furba. Però non sono saggi. Se lo fossero stati avrebbero valutato già da tempo l'irrealizzabilità del loro disegno, ed il mondo si sarebbe risparmiato molti decenni di tragedie e decadenza. Il cieco ideologismo ha offuscato i loro sensi, e li ha indotti a tradire la verità in nome del controllo.

Ecco alcune delle principali strategie utilizzate dai globalisti per guadagnare potere e sospingere il mondo verso la centralizzazione totale, ed i motivi per cui sono destinate a fallire.

Globalismo Vs. Populismo.
Per secoli il partito globalista ha creato false dicotomie per dividere le nazioni ed i popoli, così da trarre vantaggio dalla conseguente instabilità. Detto questo, la dicotomia Globalismo - Populismo, tra tutte le dicotomie politiche è certamente quella che meglio rispecchia la realtà moderna (ma anche Globalismo - Sovranità non è male - ndt). Come ho già spiegato in un mio precedente articolo, il recente esito del referendum Brexit nel Regno Unito ha innescato una nuova ondata di propaganda. Stanno spingendo il concetto secondo cui i 'populisti' stiano boicottando la globalizzazione (occhio all'imminente referendum in Italia, e alle presidenziali americane - ndt) e così facendo provocheranno la rovina delle nazioni e dell'economia globale. In altre parole: globalismo=bene e populismo=nazismo=male.

In questa lotta tra globalisti e populisti, i burattinai stanno modificando il linguaggio, associando nuove accezioni a vecchie etichette, strategia che si è sempre rivelata molto proficua per le loro trame. In una brillante manovra, hanno etichettato il movimento per la libertà come 'populista', e nel frattempo hanno associato il populismo al nazismo, così da poter utilizzare la scusa dei 'sabotatori populisti/nazisti' per giustificare il nuovo crollo economico che hanno in agenda.

Le masse se la berranno? Non ne ho idea. Penso che questo dipenderà dall'efficacia con cui sapremo esporre la strategia prima che abbia luogo il crollo. La nuova crisi in se è stata già calendarizzata, e semplicemente oggi non è più evitabile. Anche se domani stesso fosse finalmente ripristinata una leadership onesta, il processo andrebbe comunque a compimento.

Comunismo Vs. Fascismo.
E' uno degli espedienti più abusati dai globalisti per sfibrare una nazione dall'interno e facilitare l'accentramento del potere. Se aveste dei dubbi circa l'ingegnerizzazione del fascismo e del comunismo, vi consiglio vivamente di leggere il saggio molto ben documentato del professor Antony Sutton. L'argomento è troppo vasto e complesso per essere approfondito in questo articolo.

Oggi stiamo assistendo alla riemersione delle peggiori ideologie comuniste, grazie ai finanziamenti provenienti da esponenti di primo piano delle oligarchie quali George Soros (e Rockefeller - ndt). Stiamo parlando di gruppi di 'giustizia sociale' come la Black Lives Matter. La psicosi collettivista ed il comportamento orwelliano esibito da gruppi sociali aggressivi e provocatori come la terza ondata femminista, sono stati accuratamente progettati per condurre all'esasperazione i conservatori, ormai sempre più stanchi di sentirsi dire cosa pensare e come agire ogni secondo di ogni giorno della loro vita. Ed eccoci al punto ...

Se si vuole ricavare un quadro d'insieme dell'America del 2016, è sufficiente tornare ad esaminare la situazione sociale dell'Europa del 1930. Gruppi di provocatori comunisti - alcuni autentici, altri fabbricati dal sistema stesso - strumentalizzando i lavoratori stavano arrecando gravi squilibri alla cultura ed alle economie europee. Fu a quel punto che le élite finanziarono le destre, presentandole come la 'soluzione' al comunismo. Ogni conservatore, compresi i più mansueti ed imparziali, finì per aderire all'ideologia dello statalismo fascista, come reazione alle continue provocazioni 'rivoluzionarie' comuniste.

Gli Stati Uniti potrebbero percorrere lo stesso iter, se non stiamo attenti. Gli ultimi eventi accaduti in Texas sono oro colato per i globalisti. Pensate a questo scenario: da un lato Obama si rapporta ai democratici assicurando che la risposta al razzismo di una certa polizia sia portare le forze dell'ordine ad un livello ancora più elevato di federalizzazione. Dall'altro si rapporta ai repubblicani sostenendo che una maggiore militarizzazione della polizia aiuterà a prevenire il terrorismo ed altri gruppi potenzialmente pericolosi. Avete notato che ad entrambe gli schieramenti viene proposta la medesima soluzione, e cioè una massiccia presenza della polizia federale sulle nostre strade?

La debolezza della strategia - a mio modo di vedere - sta nel fatto che questa volta il movimento per la libertà è troppo sofisticato ed eterogeneo per sfociare in una deriva fascista.

Imperativi Morali Vs. Relativismo Morale.
La diffusione del relativismo morale è probabilmente il principale obiettivo perseguito dai globalisti. Perché? Perché se riesci a persuadere un'intera società che la coscienza possa essere ignorata e che gli imperativi morali siano in realtà 'suscettibili di interpretazione', riesci a trovare il modo di giustificare e razionalizzare qualsiasi nefandezza. Quando il male diventa bene' ed il bene diventa 'male', gli uomini malvagi regnano incontrastati.

Il (loro) problema qui è che la coscienza è un prodotto psichico innato, derivante dalla natura archetipica duale di questo mondo. E' radicata nel nostro DNA (o nelle nostre anime, per chi è credente). Non può essere cancellata.

Il relativismo morale impone di trattare ogni questione come un'ambigua 'sfumatura di grigio.' Ma questo atteggiamento non è pratico. La coscienza ci impone di etichettare in senso duale, binario, ogni situazione, ed agire in base a ciò che sentiamo sia giusto, date le circostanze. Questo significa che bianco e nero esistono eccome, e che esistono degli imperativi molto ben delineati. C'è quasi sempre un lato bianco ed uno nero, un lato giusto ed uno sbagliato. I cosiddetti 'dilemmi morali' sono estremamente rari. Personalmente non credo di avere mai avuto a che fare nella realtà con un autentico 'dilemma morale.' Tutte le volte che ho assistito a dilemmi morali, è stato nei film ed in televisione. Solo nelle fiction vige il principio secondo cui l'unico modo di risolvere i problemi risieda nell'applicazione del relativismo morale. Occorre notare che - a dispetto della preponderanza del relativismo morale nella nostra cultura main-stream - l'ideologia ancora stenti a prendere piede. Se fosse stato così facile sabotare la coscienza umana, il globalismo avrebbe raggiunto il suo obiettivo da secoli. Ma siamo ancora ben lontani da quel giorno, ammesso che mai ci sarà. Chiunque abbia 'progettato' la nostra coscienza merita un applauso.

Collettivismo Vs. Individualismo.
Gran parte del nucleo ideologico del globalismo ha a che fare con il sacrificio dell'individualità e della sovranità per il bene della 'collettività'; in una parola, promuovono il collettivismo. Naturalmente, sappiamo che nella realtà i gruppi - al contrario degli individui - non esistono; sono delle astrazioni; esistono fintanto che il singolo individuo di cui si compongono li riconosca come legittimi. Purtroppo, i collettivisti stentano ad accettare questo semplice fatto, dal momento che ciò vorrebbe dire che la cosiddetta 'collettività', non importa quanto utopisticamente la si idealizzi, non è, né mai potrà essere l'espressione più elevata dell'esistenza umana. L'individuo è e resterà per sempre l'unica reale espressione dell'esistenza umana.

I globalisti si affannano nel tentativo di convincere la gente che l'individuo sia pericoloso e che il collettivismo sia l'unica soluzione per evitare le tragedie innescate da coloro che desiderano essere separati. Eppure, dati alla mano, quasi tutte le tragedie a cui da tempo stiamo assistendo sia su scala nazionale che globale sono state in realtà progettate ed eseguite proprio dai globalisti, mica da individui indemoniati o nazioni sovrane in cerca di guai. Tuttavia il messaggio diffuso dalla propaganda è che il concetto stesso di sovranità sia una consuetudine barbarica appartenente al passato, e che per 'il bene di tutti' dovrebbe essere superato.

Per diffondere l'ideologia globalistica - tuttavia - le elite sono costrette a coinvolgere le persone ad un livello psicologico individuale. La maggior parte degli esseri umani ha un desiderio intrinseco di interagire con i propri simili, ma è anche dotata di un'identità individuale che pretende di svilupparsi senza subire interferenze. Ci piace appartenere ad un gruppo fintanto che la nostra partecipazione sia sana e volontaria, conseguenza cioè di una nostra libera adesione.

Gli esseri umani sono istintivamente tribali, ma tale tendenza non è illimitata ed incondizionata. Esistono dei limiti psicologici e antropologici ben precisi, i quali circoscrivono la portata della nostra tribù ideale. Robin Dunbar, professore di Psicologia Evolutiva, nel 1990 appurò che esiste un limite cognitivo al numero di individui con cui qualsiasi persona sia in grado di mantenere relazioni stabili. Il professor Dunbar stimò questo numero tra le 100 e le 200 persone. Appurò inoltre che le tribù e le comunità socialmente più efficaci tendano a rimanere tra i 500 ed i 2500 membri.

La mente umana non si adatta alla dilatazione del gruppo tribale, e rifugge l'idea di una 'tribù globale.' La verità è che gli esseri umani funzionano molto meglio in piccoli gruppi, e mal sopportano l'idea di appartenere ad un gruppo a cui non abbiano liberamente scelto di aderire, tanto più se stiamo parlando di un gruppo sterminato. Questo spiega il senso di isolamento sociale molto frequente nelle persone che vivono nelle aree metropolitane. Circondate da milioni di concittadini eppure isolate a causa dell'inadeguatezza strutturale delle loro 'tribù.'

Grandi numeri di persone possono stringersi attorno ad un ideale che condividono, e formare delle federazioni di tribù denominate nazioni (per proteggere quell'ideale), ma dovrebbe sempre trattarsi di un'adesione spontanea. Le pretese del collettivismo globalista sono semplicemente innaturali, artificiose. La gente ormai ha intuito che il processo di globalizzazione sta avendo luogo attraverso una serie di atti autoritari ed ingannevoli, ed ha iniziato a mettersi di traverso per sabotare questa agenda.

Controllo Totale Vs. Realtà.
Ecco dove la struttura ideologica globalista inizia a denotare evidenti crepe. La ricerca elitaria del controllo sociale totale appare davvero perversa e folle, e la follia finisce sempre per generare delusione e debolezza. Il punto qui è che le oligarchie non riusciranno mai a raggiungere l'obiettivo del micro-controllo integrale. E' matematicamente e psicologicamente impossibile.

In primo luogo qualsiasi sistema complesso presenta costantemente una serie di elementi che non possono essere quantificati o previsti. Per comprendere questo concetto vi consiglio di approfondire il Principio di Indeterminazione di Heisenberg. Il Principio di Indeterminazione impone che chi osservi un sistema in azione, anche a distanza, finisca sempre per influenzarne il funzionamento, indirettamente o inconsciamente, e con modalità imprevedibili. Tutto ciò limita la capacità dell'osservatore (controllore) di percepire in senso oggettivo gli elementi di ciò che osserva. Ed ecco come mai il cosiddetto 'controllo totale' resterà per sempre un'utopia irraggiungibile.

Questo principio si applica anche alla psicologia umana, come confermano numerosi ricercatori. Il medico, l'osservatore, non è mai in grado di osservare il proprio paziente senza influenzarne indirettamente il comportamento. Pertanto non si potrà mai avere un'analisi del tutto obiettiva del paziente psicanalizzato.

Le élite vorrebbero edificare un sistema che consenta loro di osservarci ed influenzarci tutti indistintamente, senza innescare reazioni inattese, tuttavia le leggi della fisica e della psicologia negano decisamente che ciò potrà mai accadere. Esisteranno sempre incognite, radicali liberi, wild card. Il sistema più perfetto può essere abbattuto da un'unica incognita.

Utopia Apoteotica.
Per portare la discussione su un livello di matematica pura, vi consiglio di approfondire gli studi di Kurt Gödel, con la sua Prova di Incompletezza. Queste ricerche sono a mio avviso la prova finale che in realtà la vera battaglia contro i mulini a vento è quella combattuta dalle élite.

Gödel si prefisse di dimostrare o confutare definitivamente l'idea che un giorno si fosse potuto definire il concetto di 'infinito' in termini matematici. Infatti, se fosse stato possibile definire, interpretare e comprendere l'infinito matematicamente, allora sarebbe stato possibile definire, interpretare e comprendere anche l'universo nel suo insieme.

Godel tuttavia dimostrò l'esatto opposto. La sua Prova di Incompletezza stabilì matematicamente - e definitivamente - che l'infinito è un paradosso indefinibile attraverso la matematica. Tenete presente che una Prova è un insieme di leggi matematiche certe ed inconfutabili. Due più due farà sempre quattro; non sarà mai uguale ad altro.

Il ben noto globalista Bertrand Russell lavorò senza sosta per dimostrare che la totalità dell'universo potesse essere codificata in cifre, scrivendo una mostruosità in tre volumi intitolata Principia Mathematica. Gli sforzi di Russell furono tuttavia infruttuosi e poi letteralmente spazzati via dalla prova di Godel. A quel punto Russell si scagliò contro la Prova di Godel, ma senza alcun successo.

Ora, per quale ragione un elitista come Russell che sosteneva apertamente la religione scientista fu tanto disturbato dagli studi scientifici di Godel? Ebbene, perché Godel in termini matematici distrusse letteralmente il nucleo dell'ideologia globalista. Dimostrò che le velleità apoteotiche dei globalisti fossero destinate a restare tali. Dimostrò che esistono dei limiti invalicabili dalla conoscenza umana e dalla capacità umana di padroneggiare i sistemi complessi. Questa verità è qualcosa che i globalisti non riusciranno mai a digerire, perché farlo certificherebbe l'inutilità dei loro secolari sforzi organizzativi e propagandistici.


Conclusione.
Il loro problema risiede nelle incognite. La società umana potrà mai essere del tutto dominata? In alternativa, è possibile che l'atto di ribellione contro la stagnazione dei sistemi oppressivi sia una conseguenza naturale ed inevitabile? E' plausibile ritenere che più le élite avvolgono il mondo in una gabbia, più tendono ad innescare reazioni imprevedibili capaci di minare alla loro stessa autorità?

Ciò potrebbe spiegare la costante attenzione del sistema nei confronti dei cosiddetti 'lupi solitari' e delle potenziali 'disfunzioni' arrecabili da chiunque viva fuori dai binari del sistema. Questo è ciò che le élite temono di più: la possibilità che, nonostante tutti i loro sforzi di sorveglianza e manipolazione, individui e gruppi possano un giorno spodestarli dopo essere stati colti da un impulso imprevedibile. Niente chiacchiere, nessuna traccia elettronica, nessun avviso.

Questo è il motivo per cui sono destinati a soccombere. Non possono conoscere tutte le incognite. La totalità del loro schema utopistico ruota attorno alla necessità di rimuovere ogni incognita, senza comprendere che il controllo a questi livelli oltre ad essere estremamente fragile, è anche estremamente rischioso. Nella loro arroganza, ignorano i moniti ricevuti dalla loro stessa religione, cioè la scienza. Il loro passaggio lascerà nel mondo una scia di distruzione, ma il loro destino è già scritto: falliranno. 


B. Smith

Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito Alt-Market

Link diretto:
http://www.alt-market.com/articles/2950-the-reasons-why-the-globalists-are-destined-to-lose



Traduzione e sintesi a cura di Anticorpi.info
http://www.anticorpi.info/2016/10/perche-falliranno.html

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