“Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono dell’acqua.”
Questo
è uno dei più famosi haiku di Matsuo Basho. Possiede quella qualità
speciale di cui solo gli illuminati sono consapevoli. La sua bellezza
non è solo estetica, è anche esistenziale: ha la fragranza della
buddhità. L’haiku non è una comune poesia. La comune poesia è frutto
dell’immaginazione; è una creazione della mente. L’haiku riflette
semplicemente ciò che è. La consapevolezza diventa uno specchio e
riflette ciò che ha di fronte: lo specchio non è toccato da ciò che
riflette.
Quando
non ha davanti nessuno da riflettere, lo specchio rimane immutato. Sia
che rifletta o che non rifletta, sia che rifletta una cosa buona, sia
che rifletta una cosa cattiva, lo specchio rimane vergine. Così è la
consapevolezza di colui che è illuminato. Basho era un discepolo del
Maestro zen Butcho. Quando nacque in lui questo bellissimo haiku, viveva
in una capanna ai bordi di un vecchio stagno.
Un
giorno, dopo una breve pioggia, il Maestro Butcho fece visita a Basho e
gli chiese: «Cos’hai compreso in questi giorni?» Nota che non gli
chiese: «Cos’hai appreso?» Ma gli chiese: «Cos’hai compreso?» La
comprensione è una cosa del tutto diversa dal sapere. Il sapere lo
prendi in prestito, la comprensione nasce in te. Il sapere ti arriva
dall’esterno; la comprensione scaturisce dalla tua interiorità. Il
sapere è brutto, perché è di seconda mano. Il sapere non potrà mai
entrare a far parte del tuo essere; rimarrà alieno, estraneo a te, non
potrà mai affondare le sue radici dentro di te.
La
comprensione nasce da te, è la tua stessa fioritura, è autenticamente
tua: di conseguenza è bella e liberatoria. Non puoi prendere in prestito
la verità da nessuno; inoltre una verità presa in prestito non è più
una verità: è già una menzogna. Nell’istante in cui viene detta, la
verità diventa una menzogna. Devi sperimentare personalmente la verità,
non devi udirla da altri, né devi leggerla. La verità deve pulsare in te
e circolare come il tuo stesso sangue. Quando hai compreso la verità,
tu diventi verità. Basho rispose:
«La pioggia è passata
ha inumidito il verde mischio.»
Fino
a qualche minuto prima pioveva: la pioggia è passata e ha inumidito il
muschio verde. Va bene, ma non benissimo. Butcho non era soddisfatto, la
risposta era buona, ma nulla di valore. Il discepolo aveva un
potenziale infinito e il Maestro non poteva essere soddisfatto tanto
facilmente. Ricordalo! Più è grande il tuo potenziale e più saranno
difficili i compiti che il Maestro ti assegnerà. Egli sarà severo, sarà
durissimo con te.
La
risposta sarebbe stata buona se l’avesse data qualcuno con un
potenziale inferiore a quello di Basho, allora il Maestro avrebbe potuto
accettarla annuendo con un cenno della testa, ma non da Basho. Era
sufficiente un intervallo di pochi minuti: la pioggia era finita, le
nuvole si erano disperse, il sole era tornato a risplendere
tutt’intorno, sullo stagno, sulla capanna.
Il
Maestro disse: «Dimmi qualcosa di più!» ma non intendeva dire: «Parlami
più a lungo di questo.»; il suo “di più” non aveva un significato
quantitativo. Egli intendeva dire: «Dimmi qualcosa di più profondo,
dimmi qualcosa di più intenso, di più esistenziale: dimmi qualcosa di
più in senso qualitativo!» In quell’istante, Basho sentì un plop! Fatto
da una rana, che saltava nello stagno e disse:
«La rana salta dentro
il suono dell’acqua.»
Questo
è il Tao, è l’immediato, ciò che è vivo e pulsante nel momento
presente. Il Tao non conosce il passato, non conosce il futuro. Il Tao
conosce solo un tempo: il presente, conosce solo il qui-e-ora. Questa è
un’affermazione del Tao; questo è Tao puro, semplice, nudo. A questa
risposta, il Maestro si sentì immensamente deliziato: il Maestro si
sente sempre deliziato quando un discepolo fa ritorno a casa.
La
delizia del Maestro non conosce limiti, è come se gli accadesse di
nuovo l’illuminazione. Al suo essere, già perfetto, si aggiunge altra
perfezione. Il suo essere non ha bisogno di alcuna aggiunta, ma ogni
volta che un discepolo si infiamma di consapevolezza, il Maestro ha la
sensazione che di nuovo gli sta accadendo l’illuminazione!
Il
Maestro si sentì immensamente deliziato e la delizia del Maestro fu
l’occasione per l’illuminazione di Basho. Vedendo il volto deliziato del
Maestro, vedendo l’aura della sua gioia e il suo cenno di assenso…
forse non disse nulla: il silenzio del Maestro inondò il discepolo di
grazia e Basho si illuminò! Che momento per illuminarsi! In passato,
migliaia di persone raggiunsero l’illuminazione, ma il modo in cui Basho
si illuminò, rimane unico.
Poiché
il Maestro si sentiva immensamente deliziato, la delizia stessa del
Maestro penetrò come una spada nel cuore di Basho. Fiori piovvero sul
discepolo, poiché il Maestro aveva sorriso… Basho sentì una musica
inaudibile, poiché il Maestro l’aveva guardato benedicendolo, con gioia.
In seguito Basho continuò a rifinire il suo haiku, come se fosse un
diamante. Basho continuò a rifinirlo per tutta la vita, poiché questo
breve haiku è un frammento raro:
«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono dell’acqua.»
Fu
a causa di questo haiku che, in lui, si scatenò il processo
dell’illuminazione. Basho continuò a rifinire il suo haiku, come un
diamante: continuò a tagliarlo, per dargli una profondità sempre
maggiore. Per questo aggiunge: “Il vecchio stagno” perché la prima
affermazione era soltanto:
«La rana salta dentro
il suono dell’acqua.»
In
seguito aggiunse: “Il vecchio stagno” e la mia sensazione è che: “Il
vecchio stagno” premeva per essere incluso. E “Il vecchio stagno” aveva
tutti i diritti di essere incluso: senza quello non ci sarebbe stata la
rana, né il suo salto, né “il suono dell’acqua.” Basho doveva molto a
quel “vecchio stagno”. Lo incluse e l’haiku diventò:
«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono dell’acqua.»
Inoltre,
in seguito, lasciò perdere: “dell’acqua.” L’haiku non aveva più la
perfezione precedente, però era più completo di prima. Era diventato:
«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono.»
L’haiku
non ha più la perfezione precedente, ma è più completo. Cosa intendo
dire, quando dico che ora è più completo? Adesso è un fenomeno in
crescita, non occorre mettere un punto. Prima c’era un punto; era un
prodotto finito e non avresti potuto aggiungere niente. Non ti lasciava
niente su cui meditare. Invece, solo “il suono” è una porta aperta. Non
c’è più il punto, diventa una ricerca.
Ora
è più completo, ma meno perfetto. Ora è completo: completo nel senso
che è in crescita. È un albero in crescita, imprevedibile: adesso
ciascuno deve meditare sull’haiku. E tra i ricercatori che seguirono
Basho, divenne una tra le maggiori meditazioni. Ora la sua bellezza è
aumentata. Ricorda sempre: tutto ciò che è completo, assolutamente
completo, perde qualcosa, è morto.
I
massimi poemi sono quelli lasciati incompleti, quelli in cui sia
rimasta aperta una porta per farti entrare: così il tuo essere può
entrare in comunione con il poema incompleto, in quel modo il tuo essere
può completarlo, in quel modo puoi completarlo nella tua esistenza.
L’haiku era diventato:
«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono.»
Tuttavia, in seguito, Basho lasciò perdere qualcos’altro e l’haiku divenne:
«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
Plop!»
Così l’haiku tocca un crescendo, solo: Plop! È ancora più vero. È più vero per la rana, è più vero per lo stagno, è più vero per la realtà. La realtà conosce solo: Plop! Adesso ti lascia lì, semplicemente a meravigliarti, a ricercare, a meditare. Qualcuno chiese a Basho: «Perché hai tolto le parole: dell’acqua e alla fine anche: il suono?» Basho rispose: «Perché voglio che voi udiate che tipo di suono è. Non voglio dirlo io, voglio che lo udiate per come è!»
(Osho, Il sacro fuoco, Mondadori)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/10/haiku.html
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