L’accordo sulla zona di libero scambio
tra Repubblica socialista del Vietnam (RSV) e Unione economica
eurasiatica (UEE) entrava in vigore il 5 ottobre 2016, firmato dai capi
dei governi della RSV e degli Stati membri dell’UEE, Armenia,
Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Russia, nel maggio 2015, ma
entrerà in vigore solo dopo la ratifica da parte dei parlamenti dei
Paesi elencati. L’UEE commercia attivamente con il Vietnam da molti
anni.
Nel 2010-2014, il volume degli scambi è aumentato di oltre il 60%,
a più di 4 miliardi di dollari. La creazione della zona di libero
scambio è un passo logico in questa cooperazione. Secondo le previsioni
della Commissione eurasiatica, comporterebbe il raddoppio e più del
fatturato commerciale entro il 2020, e la Russia potrà ottenerne non
meno dell’80%.
La popolazione dell’UEE è di 183 milioni di persone ed il
PIL è superiore a 2 trilioni di dollari. L’accesso privilegiato a
questo vasto mercato è sicuramente un vantaggio per l’economia del
Vietnam. L’UEE distingue anche i vantaggi: la popolazione della RSV
supera i 95 milioni di persone e il PIL ammonta a 192 miliardi di
dollari. Secondo i dati raccolti negli ultimi anni, l’economia del Paese
è in rapido sviluppo. Così, l’accordo sulla zona di libero scambio è
vantaggioso per entrambe le parti.
Secondo il documento, la maggior
parte delle merci di RSV e UEE sarà soggetta a completa o parziale
esenzione dal dazio all’importazione per i prossimi dieci anni. Ciò
dovrebbe portare ad una riduzione del costo e al rapido sviluppo degli
scambi. Inoltre, l’accordo punta anche a protezione della proprietà
intellettuale, cooperazione nel commercio e negli appalti pubblici, e
copre anche la protezione della concorrenza. Oltre ad importazioni ed
esportazioni, l’accordo sulla zona di libero scambio faciliterà gli
investimenti.
La leadership del Vietnam vede un grande potenziale nel
partenariato commerciale con l’UEE, e la Russia in particolare. Secondo i
dati del 2016, il fatturato commerciale russo-vietnamita era pari a 3,7
miliardi di dollari. Grazie alla creazione della zona di libero
scambio, si prevede superi i 10 miliardi entro il 2020.
Oltre alle
disposizioni comuni a tutti gli Stati membri, l’accordo sulla zona di
libero scambio include principalmente sezioni dedicate solo a RSV e
Russia, specificando ulteriori termini e condizioni per promuovere
commercio, investimenti e circolazione delle persone tra i due Paesi.
Dopo la firma dell’accordo, “Il protocollo intergovernativo
russo-vietnamita sul sostegno alla produzione di autoveicoli nella
Repubblica socialista del Vietnam” entrava in vigore. Questo documento
fu firmato nel marzo 2016 dal Ministro dell’Industria e del Commercio
del Vietnam Vu Huy Hoang, nel corso di una visita in Russia. D.
Manturov, Ministro dell’Industria e del Commercio russo, firmò il
protocollo a nome della Russia.
Secondo il documento, joint venture
saranno create nella RSV tra imprese vietnamite e russe come il Gruppo
GAZ, KAMAZ o Sollers, che produrranno vari tipi di veicoli. La
conclusione dell’accordo sulla zona di libero scambio con il Vietnam è
vantaggioso per l’UEE e la Russia in particolare. Tuttavia, il valore va
oltre al semplice partneriato commerciale. Si può ipotizzare che
l’economia russa abbia raggiunto un nuovo livello: la Russia non aveva
accordi del genere con Paesi al di fuori dell’ex-Unione Sovietica.
Questo è l’inizio della grande promozione dell’UEE e della Russia nella
regione Asia-Pacifico.
Dall’avvio nel 2015, l’UEE ha cercato di stabilire relazioni commerciali con i Paesi della regione Asia-Pacifico. E’ ben noto che il Vietnam sia un importante membro dell’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico, che riunisce numerosi Stati della regione Asia-Pacifico. E’ molto probabile che la zona di libero scambio con il Vietnam sia un passo verso la creazione di un’area di libero scambio tra tutti gli Stati membri dell’ASEAN. Molti membri dell’ASEAN sono ben disposti verso quest’idea.
Sono in corso negoziati con Indonesia, Cambogia, Malesia e
Singapore. Inoltre, la possibilità d’istituire zone di libero scambio
con Stati non aderenti all’ASEAN nella regione Asia-Pacifico, come
India, Cina e Nuova Zelanda, è in esame. Così, si può dire che la
posizione dell’UEE nella regione Asia-Pacifico va gradualmente
rafforzandosi. Ciò è confermato anche dalla dichiarazione della Mongolia
di novembre 2016 sul desiderio di aderire all’UEE.
A prima vista, può
sembrare che la presenza dell’UEE nella regione Asia-Pacifico sia in
competizione con la Cina, oggi uno dei principali attori della regione,
nell’indebolirsi degli Stati Uniti. Difatti, la crescente influenza
dell’UEE è più redditizia per la Cina. E’ ben noto che l’opposizione tra
Cina e Stati Uniti attualmente domini la regione Asia-Pacifico.
L’influenza economica e politica degli Stati Uniti nella regione si è
indebolita considerevolmente negli ultimi anni, ma è ancora grande. Gli
USA cercano di mantenere il potere il più possibile e di conquistare il
maggior numero possibile di Paesi.
Ad esempio firmando l’accordo di
Partnership Trans-Pacifico (TPP) nel febbraio 2016. Il TPP comprende
Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova
Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti e Vietnam. Tutti questi Stati sono
riuniti in una zona di libero scambio da una serie di regole comuni.
Senza dubbio è difficile competere con tale unione, mentre il 30% del
commercio globale avviene tra gli Stati membri del TPP. Inoltre,
trattative sono in corso sulla creazione del Partenariato per gli scambi
e gli investimenti trans-atlantici (TTIP). Gli Stati Uniti sperano di
coinvolgervi l’Unione europea. La probabilità che tali negoziati abbiano
successo è scarsa: il progetto è troppo svantaggioso per l’Europa.
Tuttavia, se accadesse, grandi e ricche unioni comparirebbero su
entrambi i lati dell’Eurasia, coprendo l’80% del commercio mondiale.
Inoltre, gli Stati Uniti controlleranno ciascuno di essi. Pertanto, gli
Stati membri di TPP e TTIP ridurrebbero notevolmente il volume degli
scambi con il resto del mondo, tra cui la Repubblica Popolare Cinese,
attualmente il maggiore partner commerciale di essi. Inoltre, uno dei
grandi progetti su cui la Cina pone grandi speranze, la nuova Via della
Seta, correrà dei rischi. TPP e TTIP dovrebbero collegarsi divenendo una
zona di libero scambio in futuro. Questo scenario è sicuramente
inaccettabile per la Cina e molti altri Paesi dell’Eurasia e della
regione Asia-Pacifico.
Per competere con successo contro TPP e TTIP, gli Stati dell’UEE e della regione Asia-Pacifico dovrebbero integrarsi, consentendo a Russia, Cina, India, ASEAN e Asia Centrale di rafforzarsi di fronte tale concorrenza. Tuttavia, molti Stati che non vogliono collaborare con gli Stati Uniti hanno timori su una Cina potente ed espansiva. Un ostacolo per l’unificazione regionale. Forse, l’emergere di una terza potenza, come ad esempio l’UEE, sarà una soluzione e contribuirà a stabilire una partnership riuscita.
Dmitrij Bokarev New Eastern Outlook 11/11/2016
Dmitrij Bokarev, osservatore politico, in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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